Scandalo Enimont spunta lo lor di Susanna Marzolla

Richiesta di rogatoria sul «passaggio» di una tangente da novanta miliardi Richiesta di rogatoria sul «passaggio» di una tangente da novanta miliardi Scandalo Enimont, spunta io lor Di Pietro vuole indagare sulla banca del Vaticano ROMA. Lo lor, Istituto Opere di Religione, la banca del Vaticano, entra nell'inchiesta sulla maxitangente Enimont. E' stata utilizzata come transito per 90 miliardi, non in contanti ma in Cct. In pratica, è stata usata come schermo per i destinatari della somma elargita da Raul Gardini ai politici per liberarsi in fretta dell'Enimont. I magistrati della procura di Milano hanno chiesto una rogatoria alle autorità giudiziarie del Vaticano: vogliono conoscere i nomi dei clienti depositari dei titoli, che sono di conseguenza i destinatari della tangente o i loro prestanome. Dal Vaticano nessuna risposta, ancora: si fa solo sapere che occorrerà un po' di tempo per la procedura, forse un paio di mesi. Così, dopo il «caso» del Banco Ambrosiano di Calvi, che portò a un lungo braccio di ferro con i giudici milanesi, un altro scandalo colpisce la banca vaticana. E' presto per dire se i vertici dello lor saranno disposti a collaborare. Ma intanto è possibile ricostruire le vie che hanno portato i giudici Oltretevere. Raul Gardini, dopo il seque¬ stro delle azioni Enimont, decide di «pagare» i partiti. Incarica Sergio Cusani di reperire circa 150 miliardi che saranno poi divisi, secondo l'accusa, tra de e psi. Cusani si rivolge all'immobiliarista romano Domenico Bonifaci, che reperisce i soldi, ma non in contanti, in Cct. Poi lo stesso Bonifaci agli inquirenti fornisce l'elenco con i numeri di serie dei certificati. La procura lo trasmette alla Banca d'Italia, chiedendo quali istituti di credito abbiano trattato i suddetti titoli: la risposta arriva e si scopre che buona parte di essi, per circa 90 miliardi, sono transitati nello lor. In attesa di una risposta vaticana, i magistrati di Mani pulite continuano le indagini presso le altre banche. Sono già risaliti a Francesco Ambrosio, dell'Italgrani, che aveva avuto Cct per tre miliardi. Sarebbe solo un prestanome. Agli inquirenti ha detto, infatti, di avere «fatto un favore» all'amico Cirino Pomicino, l'ex ministro de fin dall'inizio considerato uno dei maggiori beneficiari della maxi-tangente: circa venti miliardi. Susanna Marzolla a pagina 3 /L

Persone citate: Bonifaci, Cirino Pomicino, Cusani, Di Pietro, Domenico Bonifaci, Francesco Ambrosio, Raul Gardini, Sergio Cusani

Luoghi citati: Milano, Roma