Procura un altro schiaffo di Susanna Marzolla

6 Il tribunale della libertà ripete al pool «Mani pulite»: non ci sono prove contro gli arrestati Procura, un altro schiaffo Dopo Fredda libero anche Greganti MILANO. Primo Greganti è libero c la procura eli Milano riceve rial tribunale della libertà il secondo «schiaffo» nel giro di due giorni. Perche i giudici non solo ribadiscono l'inattendibilità di Bruno Binasco, ma aggiungono di «non poter attribuire sicura valenza di attendibilità» anche a Lorenzo Panzavolta, il manager del gruppo Forruzzi che sostiene di aver versato soldi a Greganti, ma destinati al pci-pds. Conclusione: mancano le prove per poter tenere Greganti in carcere con l'accusa di violazione della legge sul finanziamento ai partiti. In sostanza, scrivono i giudici, la tesi che i soldi versati sul conto Gabbietta fossero destinati al pci-pds «può essere assunta solo in termini ipotetici». Ma anche l'altra ipotesi, cioè «erogazioni» effettuate in vista di accordi commerciali («effettivamente risultano contatti tra Greganti e imprese del gruppo Ferruzzi») o perché Greganti prospetta una sua «capacità di influenza sulle strutture del partito», ha secondo i giudici «pari grado di probabilità». Anzi, è proprio questa, per il tribunale, «la tesi più coerente al comportamento di Panzavolta» che, sul presunto finanziamento al pci-pds, ha messo insieme «una massa di contraddizioni e di incongruenze». «Adesso sto bene; si è finalmente rimediato a un errore. Probabilmente ce ne sono anche altri eiTori cui va posto rimedio in questa inchiesta che resta comunque benemerita». Dice così Primo Greganti quando lascia (per la seconda volta) da uomo libero il carcere: la prima volta aveva scontato l'intera carcerazione preventiva; adesso un tribunale gli ha dato ragione. «I giudici - dice - si sono espressi nello stesso senso in cui io mi sto esprimento da mesi». La sua tesi era sempre stata, infatti, che i soldi erano per lui, non per il partito, e che Panzavolta lo sapeva. Si sente un perseguitato? «Non utilizzerei termini così pesanti - risponde il compagno G. . Certo credo di aver subito un'ingiustizia». Chiederà i danni, come aveva prospettato al momento del secondo arresto? «Non so cosa farò; certamente si ò tentato di farmi perdere quel mio classico buonumore. Soprattutto la settimana scorsa quando si ò tentato di farmi passare per un bugiardo proprio nel momento in cui si prendeva finalmente atto di prove documentali che confermavano ciò che ho sempre detto». Dice queste cose Primo Greganti alle sei di sera, fuori da San Vittore, un valigione in mano e un muro di fotografi e cineoperatori che letteralmente gli impediscono di entrare in macchina, dove lo aspettano la moglie e la sua bambina. E tutti e tre sorridono, si lasciano «aggredire» dai flash e non tentano fughe ingloriose come nel caso di altri detenuti (compreso, inspiegabilmente, anche quello di Marco Fredda la cui sorella, segretaria di Occhietto, si negava sgarbatamente ai cronisti). Mentre Greganti lascia San Vittore tra le strette di mano e i sorrisi anche delle guardie carcerarie, a palazzo di giustizia il pm Paolo Ielo comincia a stendere il testo di un possibile ricorso alla Cassazione. Possibile, ma non certo, perché una decisione verrà presa soltanto oggi. E in procura è chiare che dovranno essere attentamente soppesati gli argomenti perché i giudici del tribunale della libertà hanno messo una pesante ipoteca sull'intera parte d'inchiesta riguardante il pds. Vi è infatti un accenno assai significativo anche alle dichiarazioni di personaggi come Simontacchi, Lodigiani, Carnevale e Soave. Sono loro, risentiti recentemente in procura - e il tribunale stigmatizza che «non risulta se si tratti di presentazione spontanea o di convocazione» ad aver provocato, ad esempio, il nuovo arresto di Roberto Cappellini, ex segretario del pds a Milano, e l'avviso di garanzia per Barbara Pollastrini. «In merito al momento in cui queste tardive dichiarazioni vengono rese - scrive il tribunale - e cioè proprio durante l'accesa querelle pds-procura di Milano, valgono le considerazioni già formulate per Binasco». Per chi non lo ricordasse: «trarre vantaggio da dichiarazioni che loro potevano ritenere gradite all'accusa». Senza mezzi tannini i giudici scrivono quindi che «l'argomento di supporto portato dal pm c costituito da una serie di elementi indiziari che starebbero a dimostrare la scelta del pci-pds di entrare organicamente nel "sistema delle tangenti"» è considerato «carente di qualsiasi valenza». Per la procura un vero boomerang. Susanna Marzolla Il signor G sorride: un errore rimediato ma indaghino pure Oggi il pm Ielo decide se presentare ricorso Primo Greganti lascia il carcere di San Vittore in auto con la moglie e la figlia

Luoghi citati: Binasco, Milano