«Moglie e figlia uccisero per paura» di Claudio Cerasuolo

Il processo per il delitto del padre-padrone assassinato e nascosto nel freezer Il processo per il delitto del padre-padrone assassinato e nascosto nel freezer «Moglie e figlia uccisero per paura» La difesa respinge la tesi della premeditazione Il delitto del freezer non fu premeditato: Francamaria Bauso e la madre Grazia Fichera, dopo aver sopportato por anni i maltrattamenti di Graziano Bauso, si decisero ad accettare il suggerimento e l'aiuto di Romilda Odin, un'amica tossicodipendente di Francamaria, perché due sere prima il padre-padrone aveva tentato di abusare della figlia. «La preda fino a un certo punto scappa, poi quando viene schiacciata contro il muro reagisce, non può fare altro», ha detto l'avvocato Alfredo Merlo, difensore delle due processato in corte d'assise. «Sono parole del professor Andreoli, il consulente del pm che ha scandagliato a fondo nella personalità delle imputate e che è arrivato alle stesse conclusioni del consulente di parte, professor Fornari. Francamaria e la madre sono sane di mente, ma la prima è immatura e la seconda ha una personalità passiva. L'ultimo episodio di violenza può aver generato lo stato d'ira che in una personalità disturbata porta alle estreme soluzioni». Il legale ha controbattuto la tesi del pm Di Salvo: «Anche per il rappresentante dell'accusa la confessione delle due donne ha offerto numerosi riscontri, ma l'episodio dell'aggressione sessuale alla figlia non ha conferme: "Sarà la corte a decidere se credere alle imputate", ha concluso. Eppure, alle insistenti domande del pm tese ad accertare se la ragazza potesse aver mentito su questo punto o ingigantito una sua sensazione, dando una valenza sessuale ad un atto di violenza, il perito Fornari non ha avuto dubbi: "E' vero esattamente il contrario. Su questo punto Francamaria e la madre sono state sempre estremamente reticenti. Hanno accettato di parlare di un argomento che per loro è tabù soltanto con il gip perché era una donna"». Secondo il legale, «la confessione resa subito dopo l'arresto è stata piena e totale ed ha consentito l'identificazione della vittima. Non va dimenticato che il cadavere, rimasto per un anno nel freezer e in parte semidistrutto dall'acido cloridrico, era assolutamente irriconoscibile. In quella occasione le due donne avrebbero potuto negare, o gettare tutta la colpa su Romilda Odin, che aveva procurato le pa¬ stiglie di Roipnol per addormentare Graziano Bauso e che poi gli praticò una iniezione mortale di morfina. Ma non l'hanno fatto». Le modalità con cui fu commesso il delitto sono la migliore dimostrazione che non fu premeditato: «Francamaria e Grazia Fichera erano sempre state perplesse e riluttanti alla proposta di Romilda. Ma si lasciarono convincere perché quella sera era accaduto qualcosa di insopportabile e soprattutto perché erano convinte che prima o poi il violento sarebbe riuscito ad abusare della figlia. Non avevano minimamente pensato a che cosa fare del cadavere: e fu Romilda a suggerire la macabra sepoltura nel freezer». La tesi difensiva, qualora venisse accolta dalla corte, farebbe scendere la pena rispetto ai 21 anni e tre mesi di carcere chiesti dal pm Di Salvo, che invece ha contestato le aggravanti della premeditazione e del vincolo di parentela. La corte si riunirà in camera di consiglio domani. Claudio Cerasuolo Grazia Fichera e la figlia Francamaria secondo il loro avvocato non premeditarono il delitto