Crisi: Babele in Regione di Beppe Minello

Crisi: Babele in Regione Crisi: Babele in Regione Brizio avvia le consultazioni «Quindici partiti, 15 opinioni» C'è chi non vuole i socialisti e chi vuole tutti, chi non vuole l'Alta velocità e chi desidera le elezioni anticipate. Una Babele di lingue è risuonata ieri nell'ufficio del presidente della giunta regionale, il de Brizio, che ha iniziato le consultazioni con i partiti di Palazzo Lascaris per tentare di ridare un governo alla Regione. Un'esigenza diventata indifferibile da martedì, quando il pentapartito si è contato e ha scoperto di avere soltanto 29 voti, o perlomeno la certezza di non poter contare su quello di Francesco Mollo, subentrato al psi Eugenio Maccari e iscrittosi al gruppo misto, e su quello di Nereo Croso, coinvolto in Tangentopoli, autosospesosi dal psi e pure lui finito nel «misto». Non che Mollo si sia schierato contro la giunta, ma nemmeno a favore. Croso, poi, lo si vedeva raramente quando non aveva guai con la giustizia, figurarsi oggi. Insomma, se in Regione non è «crisi» conclamata con tanto di dimissioni, è «crisi» nei fatti. Lo sa anche Brizio, che non vuole parlare fino al termine delle consultazioni. Per ora ascolta e sospira: «E' dura avere a che fare con una quindicina di opinioni, tante quanti i partiti». Ieri, il primo incontro è stato con il pds. C'erano il capogruppo Marengo, il vice Riba e il vicepresidente del consiglio Monticelli. «Tanta cordialità», concordano i due fronti, ma alla fine la Quercia ha ribadito i suoi capisaldi: «Ci vuole una giunta istituzionale che lavori fino a quando verrà varata la riforma elettorale per le Regioni su priorità programmatiche per affrontare disoccupazione, degrado ambientale e territoriale e la riorganizzazione della Sanità». Sono scomparsi i giudizi sprezzanti sulla giunta, ma la sostanza è la stessa. I Verdi si sono presentati tutti: Anna Segre, Miglio e Giuliano. «Un vero confronto - dice Segre -, ma l'Alta velocità non la vogliamo». Poi è toccato al gruppo degli «autoconvocati»: Cucco, Tappare, Marino e Ferrara. Anche loro sono rimasti fermi all'originaria proposta: meno assessori, e impegnati su progetti specifici; coinvolgimento di «tutte» le forze che accetteranno programma e metodi e giunta profondamente rinnovata «senza pregiudizi sul presidente». «Ho sentito che circolano i nomi dei de Nerviani o Ferraris come possibili successori di Brizio», butta lì il socialista indipendente Tapparo che del gioco della politica conosce tutti i trucchi e sa - indipendentemente dalla bontà della notizia - quando è ora di gettare un po' di scompiglio nelle file avverse. Da ultimo è toccato alla Lega. «La situazione del Piemonte è talmente grave - dice Roberto Vaglio - che, pur non entrando in alcun governo, non saremo contrari a una nuova giunta, basta che non ci siano i socialisti e che dichiari di voler andare al più presto a elezioni anticipate». Una Babele, appunto. Beppe Minello La Verde Anna Segre

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