Indagini su un fantasma
La procura di Firenze riapre il fascicolo sull'ex para nero La procura di Firenze riapre il fascicolo sull'ex para nero Indagini su un fantasma IIpiti: non è certa la morte di Nardi FIRENZE DAL NOSTRO CORRISPONDENTE E' vivo, non è vivo. Gira indijturbato per la penisola in uniforme militare. E' rintanato in Spagna sotto false generalità. Il «giallo-Nardi» conti- i ia ad infittirsi ogni giorno . \< oassa. E da ieri si può dire ì i ; il terrorista, o il suo fantasiiio, è ufficialmente sotto inchiesta della magistratura fiorentina per i reati di banda armata, associazione sovversiva, traffico di armi ed esplosivi. «Noi lo abbiamo iscritto nell'albo degli indagati - conferma il procuratore della Repubblica Piero Luigi Vigna -. Non siamo in grado di stabilire se sia vivo o morto. Le indagini continuano». Da quando le dichiarazioni di Donatella Di Rosa hanno aperto un nuovo clamoroso fronte di indagini su alcuni dei più inquietanti episodi della recente storia italiana, il nome dell'esponente della destra eversiva ò tornato improvvisamente e inaspettatamente in primo piano. Secondo le cronache Gianni Nardi sarebbe morto il 10 settembre del 1976 in un incidente stradale a Palma di Maiorca. Ma ormai il condizionale è d'obbligo visto che Donatella Di Rosa ha affermato e riaffermato di averlo incontrato più volte, anche recentemente. Ieri in una nuova esplosiva conferenza stampa la donna ha ribadito che il terrorista nero è vivo e tuttora in piena attività. «L'ho incontrato alcuni mesi fa a Udine - ha raccontato Donatella Di Rosa -. Viene in Italia quando vuole. Viaggia con un passaporto diplomatico. Partecipava in divisa militare alle riunioni con mio marito colonnello Michittu, con il generale Monticone e con il trafficante d'armi Friederich Schaudinn. Viaggia anche con automobili dell'Esercito». Ed è per queste affermazioni che il nome di Nardi, ufficialmente morto, compare ora in un fascicolo che la procura della Repubblica di Firenze ha aperto sull'ipotesi di golpe. Un'indagine avviata in gran segreto dalla magistratura fiorentina nel gennaio scorso e che via via si è arricchita di particolari sempre più esplosivi. «Al momento non abbiamo altre testimonianze né altri seri elementi che ci permettano di affermare che Nardi è vivo», ha detto ieri ai giorna listi il procuratore aggiunto della Repubblica Francesco Fleury. «Non ci sono quindi elementi sufficienti per poter affermare che il terrorista non è morto nell'incidente di 17 anni fa», ha concluso il magistrato. La stessa Di Rosa, fra l'altro, sollecitata dai magistrati a favorire un contatto con Nardi, non ha mai saputo o voluto fornire indicazioni concrete. Qualche mese fa la donna disse ai magistrati fiorentini di aver incontrato Nardi qualche giorno prima ma che il terrorista nero era già rientrato in Spagna. Ma anche questa affermazione presta il fianco a molti dubbi. La Procura infatti ha fatto controllare la donna per circa otto mesi. Ogni movimento è stato seguito proprio nella speranza di arrivare al «bombardiere nero». Così appare difficile che nel giugno scorso, come lei afferma, sia riuscita ad incontrarsi con Nardi in un bar di Udine senza che nessuno se ne accorgesse. Quell'incontro, lanno capire i magistrati, probabilmente non c'è mai stato. In serata, con una telefonata alla redazione dell'Ansa per il Veneto, un uomo che ha affermato di parlare a nome della «Falange armata», dopo aver affermato che il giudice Piero Luigi Vigna sbaglia, ha detto: «Gianni Nardi è effettivamente, certissimamente, inconfutabilmente morto nel corso di quel lontano incidente». Francesco Matteini Il procuratore Piero Luigi Vigna
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