Calvi una bugia da 2 miliardi di dollari di Giovanni Bianconi

Si incontrarono a Londra e parlarono di un'operazione che poteva salvare l'Ambrosiano Si incontrarono a Londra e parlarono di un'operazione che poteva salvare l'Ambrosiano Calvi, una bugia da 2 miliardi di dollari In cella un avvocato: fu l'ultimo a vedere il banchiere I NUOVI MISTERI DI UN OMICIDIO Ljpr ROMA " HANNO interrogato per nove ore, ma le risposte del finanziere venezuelano non convincevano i magistrati: cambi di versione, racconti contraddittori o palesemente inverosimili. Alla fine dell'interrogatorio ò scattato l'arresto, e da venerdì scorso Alberto Jaimes Berti è detenuto con l'accusa di falsa testimonianza nell'inchiesta sull'omicidio del'ex presidente del Banco Ambrosiano, Calvi. Berti è uno degli ultimi uomini ad aver incontrato il «banchiere di Dio» prima che questi venisse trovato impiccato sotto il «ponte dei frati neri», a Londra, il 18 giugno 1982. Calvi e il finanziere venuto dal Sud America, il 16 giugno, parlarono a lungo nella hall del Chelsea Cloisters, di una operazione multimiliardaria che avrebbe potuto salvare il presidente dell'Ambrosiano dalla bancarotta e forse dai suoi assassini; Berti conosce quella storia nei minimi dettagli, è lui che l'ha rivelata al settimanale L'Espresso, ma i magistrati romani che indagano sull'omicidio di Calvi sono convinti che non dica tutta la verità, che nasconda qualcosa e qualcuno: per questo i pubblici ministeri Cesqui e Vardaro ne hanno ordinato l'arresto c il gip Almerighi l'ha convalidato. La storia raccontata da Berti - 55 anni, avvocato e costruttore oltre che finanziere, uomo con ottime entrature nella gerachia cattolica in Venezuela e a Roma - risale al 1980. Fu allora che un tal Juan Antonio Mora Figueroa gli si presentò con un carico di forti raccomandazioni da parte del Vaticano: il segretario dello Ior e il nunzio apostolico in Venezuela avevano fatto sapere a Berti che l'affare di cui gli avrebbe parlato Figueroa «stava particolarmente a cuore al Vaticano». In sostanza Figueroa propose a Berti di prendere in consegna ed investire la straordinaria somma di 2 miliardi e 200 milioni di dollari. Ma c'erano parecchie particolarità da tenere presenti, a cominciare dai titolari di quel malloppo: sei diverse «entità», persone o società, di cui non si poteva rivelare l'identità. E la somma doveva rimanere sempre unita, nel senso che ogni mossa doveva avvenire con il consenso di tutti i titolari. Berti propose di utilizzare per l'operazione una vecchia società-fantasma panamense, che avrebbe investito i soldi negli Stati Uniti, in azioni e titoli di Stato. E per restituire al momento opportuno la somma, il finanziere diede a Figueroa metà di un tagliando, conservando presso di lui l'altra metà: i miliardi di dollari con i relativi interessi sarebbero stati riconsegnati solo a chi si fosse un giorno ripresentato a Berti con la metà del tagliando. Ma che c'entra tutta questa storia con l'omicidio di Roberto Calvi? C'entra perché Berti, che tuttora dice di non conoscere i titolari della somma. immaginò che tra questi, oltre allo Ior, all'Opus Dei e alla Rumasa, ci fosse pure il Banco Ambrosiano. E nell'incontro del 16 giugno 1982 a Londra, Calvi (alla disperata ricerca di soldi) parlò a Berti proprio di quell'operazione, chiedendogli se e come si potesse monetizzare subito l'investimento, e se comunque i titoli potevano essere utilizzati come garanzia per ottenere il prestito necessario a salvarlo. Berti rispose che la cosa era fattibile, ma dopo due giorni il presidente dell'Ambrosiano fu trovato impiccato. «Vuol dire che non si è messo d'accordo con gli altri», dice di aver pensato il finan¬ ziere venezuelano. Da allora sono passati più di 11 anni e la somma data in consegna a Berti, racconta lui, è rimasta intatta, lievitando fino ad un valore che oggi si aggira tra i 5000 e i 6000 miliardi di lire. Una cifra da capogiro che potrebbe riscuotere chi si presentasse a Berti con la famosa metà del tagliando. Il finanziere, in agosto, ha raccontato tutta la vicenda al giornalista dell'Espresso Gianluigi Melega. Gli uomini della Direzione investigativa antimafia l'hanno rintracciato e portato dai giudici per farlo testimoniare, ma dalle risposte i giudici si sono convinti che mente su parecchi punti della storia, per esempio sulle vere identità delle persone coinvolte in un'operazione che ha tutta l'aria di un lavaggio di denaro sporco. C'è il sospetto che Berti voglia depistare l'inchiesta della magistratura, ma per favorire chi? E' il nuovo mistero dell'omicidio Calvi. Giovanni Bianconi Secondo i magistrati romani l'uomo di origine sudamericana vuole depistare le indagini A sinistra Roberto Calvi, morto il 18 giugno dell'82 A sinistra il ponte «dei frati neri» a Londra. Sopra Alberto Jaimes Berti, arrestato

Luoghi citati: Londra, Roma, Stati Uniti, Sud America, Venezuela