Cacciari sporca politica

Cacciari: sporca politica Cacciari: sporca politica «Non bastano i giudici per salvarci» VENEZIA PERDE UN CANDIDATO A SINDACO LVENEZIA A candidatura di Massimo Cacciari a sindaco è stata bruciata in poche ore. La dichiarazione del filosolo è molto dura: «Non posso che constatare la vittoria del più decrepito mudo di far politica, per esclusioni pregiudiziali e peccati ideologici, attraverso logiche centralistiche e diktat di lobbies e appaiati. Se dalla Prima Repubblica ci hanno salvato i giudici, chi ci salverà dalla seconda?». Lui aveva condizionato l'accettazione della candidatura al sostegno di un ampio fronte che andasse da Alleanza democratica fino a Rifondazione comunista. Le pregiudiziali sarebbero state sollevate da Ad nei confronti di Rifondazione. Dilettanti sprovveduti che sono stati giocati da gente più furba, la quale tira acqua verso il centro, e che hanno finito non solo per sfasciare la coalizione ma anche: per dare ragione al leader della Rete Leoluca Orlan do sulla vera natura di quei mu vimento Uuesto, in sostanza il pensiero del filosolo Ad locale avrebbe ricevuto da Roma l'ordine di defilarsi dal polo di Cacciari, sfaldandolo. A Montecitorio, Martino Dorigo di Rifondazione comunista afferma che il diktat sarebbe partito da Augusto Barbera e Willer Bordon, due deputati di matrice pidiessina che sono alla guida di Alleanza. Un ordine, dunque, che proviene in ultima analisi dalle radici stesse della quercia. Smentisce l'onorevole Bordon: «E' assurda l'interpretazione del diktat. La linea ò stata decisa dai veneziani, che avevano l'autorevolezza per compiere da soli la scelta. Il problema e che il nostro movimento ha precisi baricentri politici: la vecchia unità a sinistra non è nelle nostre prospettive. I nostri limiti sono chiari: via la vecchia nomenklatura e via l'estremismo ideologico. Se Massimo Cacciari è il cappello di questa operazione, noi ci chiamiamo fuori». Difficilmente il filosofo potrà rientrare in gioco, poiché le condizioni le aveva poste egli stesso. Una voce che circola è che lo sgambetto gliel'abbia fatto lo stesso pds, il quale con una mano spingeva lui ma con 1 altra teneva aperta la porta a un candidato più accettabile per i Popolari di Segni e perfino per una parte della d:, e cioè Ugo Trivellato, docenti a Padova. Quella che Rifondanone considera una riedizione adornata del compromesso storico, la foglia di fico della sinistra verso il centro. Mentre si corre contro il tempo, visto che le candidature vanno presentato entro le 12 del 23 ottobre, c'è chi ormai ritiene perduta ogni possibilità di evitare la polverizzazione del polo progressista a Venezia. Il pds sta tentando di ritessere la tela e ieri era nell'ufficio di Franco Bassanini, responsabile del partito per gli enti locali. Ad si dichiara ancora disponibile. Rifondazione tenta un'ultima carta, con un'assemblea pubblica, questa sera, e un appello firmato anche da personaggi del pds, della Rete, dei Verdi, della stessa Alleanza democratica: la «vecchia unità delle sinistre» che non piace a Bordon. Ma in definitiva quello che temono tanto Rifondazione quanto Alleanza è che si sia fatto «un grosso regalo alla Lega e alla de» le quali finiranno per andare al ballottaggio. «Vinceranno la protesta leghista o il partito degli affari» dice il coordinatore di Ad, Giorgio Tamaro. Mario Lollo Massimo Cacciari ha ritirato la candidatura: «Non posso che constatare la vittoria del più decrepito modo di far politica, per esclusioni pregiudiziali e peccati ideologici»

Luoghi citati: Padova, Roma, Venezia