L'ira di Formentini contro lo Stato

Una giornata ad alta tensione: presidio di leghisti nel parco assegnato al centro sociale Una giornata ad alta tensione: presidio di leghisti nel parco assegnato al centro sociale Lira di Formentini contro lo Stato «E'un sopruso per Milano cedere al Leoncavallo» MILANO. Dopo l'ultimatum, gli strepiti, l'altalena sgombero sì, sgombero no, il pasticcio del Leoncavallo è diventato un affare di Stato. Alla fine di una giornata confusa e grottesca, il sindaco Marco Formentini ha preso carta e penna per scrivere al presidente della (prima) Repubblica Oscar Luigi Scalfaro: «Stiamo subendo un intollerabile sopruso dal governo italiano. Intervenga. Ci salvi». Per la seconda volta è atterrato e ripartito il capo della polizia Vincenzo Parisi. Vertice alle 11 del mattino con il questore, il prefetto, la delegazione del Leoncavallo. Un vertice per cosa? «Ve lo dirò alla fine delle operazioni». Operazioni? Tutti fanno facce misteriose. La trattativa continua? Niente, Parisi lascia trapelare un sorriso e sparisce. E il sindaco dov'è? Formentini presidia Palazzo Marino. Dalle 8 del mattino. Ha visto Parisi, ha protestato, ha chiamato a raccolta la sua giunta: convocazione straordinaria «per comunicazioni urgenti». Quale sia il nocciolo si sa: non si piega «né ora né mai» alla decisione del governo di assegnare ai ragazzi del Leoncavallo (in cambio del trasloco pacifico) una palazzina abbandonata dentro al parco Trotter. Palazzina di proprietà del Comune, anzi, come precisa il sindaco, del «libero Comune di Milano». E' furente: «Così si premia l'illegalità e la prepotenza». E mentre Formentini allestisce la sua battaglia - dopo la giunta, un appello che verrà trasmesso «da tutte le tv lombarde» - nella città trascorre il primo dei tre giorni di ultimatum. Quelle fatidiche 72 ore che l'altro gì :rno il prefetto Giacomo Rossano ha concesso ai ragazzi per sgomberare i 3 mila metri quadrati di macerie e polvere che occupano da 18 anni. La guerra di parole comincia all'alba, davanti al Trotter arrivano i bambini (allegri) e le mamme (combattive). Cartelle, merendine e proteste: «Vorrebbero mettere quelli del Leoncavallo in mezzo ai nostri figli? Non lo permetteremo». «Ma scusi, abbiamo combattutto tanto per tenere in ordine questo parco...». Si blocca il traffico, si alza lo striscione: Il Trotter è dei bambini. Viale Padova diventa un serpentone di lamiere. Il blocco assomiglia a quelli che ogni tanto fanno i ragazzi del Leoncavallo. Solo che non c'è musica. Arrivano vigili e carabinieri. Scende la gente del quartiere. Un vecchio: «Quei lazzaroni non li vogliamo». Il presidio diventa folla di paese. Arrivano i leghisti con bandiere e volantini, guidati da Luigi Negri, deputato: «Faremo un presidio permanente». Sono apocalittici: «Quelli di Roma vogliono distruggere la città». «Mancino ha un piano: strumentalizzare gli autonomi contro la Lega». Duecento metri più in là c'è il Leoncavallo. Dal portone colorato spray, spunta una delegazione: giubbotti, sciarpe palestinesi, anfibi. Superano l'angolo. La folla del Trotter li vede. I ragazzi si avicinano per parlamentare. Hanno facce tese: per tutta la notte dentro al Leoncavallo c'è stata assemblea. Accettate il trasloco? «Non è che abbiamo tante sceke. Comunque l'assemblea non è finita, continueremo stanotte e pure domani». Qualcuno dice: «Eccoli». I leghisti sono i più preoccupati: «Calmi, eh?». I ragazzi si mischianno dentro alla folla, ma sono come gocce d'olio nell'acqua. Una donna: «Non ce l'abbiamo con voi». Un'altra: «I bambini hanno bisogno di quei capannoni». Un'altra: «E se poi il parco si riempie di drogati, di gente che dorme, di siringhe?». Piccole schegge di tensione, quando si fronteggiano il ragazzo con l'orecchino e il leghista col cappello: «Voi ve ne dovete andare e basta». «Vattene tu, fascista». In questa specie di assemblea a cielo aperto si vieni a capo di piccole informazioni e di una novità. Si scopre che la palazzina de¬ stinata al Leoncavallo è chiusa, cementata e abbandonata dal 1986. Che non c'è luce, né acqua. Che l'ignegner Foschi del Comune, dopo un sopralluogo, ha calcolato freddo: «Due anni di lavoro per renderla abitabile». La novità inaspettata è più interessante. Dopo le chiacchiere, le reciproche ragioni, i ragazzi del Leoncavallo spiazzano tutti: «Noi siamo d'accordo con le mamme. Sosteniamo la loro lotta». La lotta e ..uro di voi? «Non hai capito». No non accettiamo di farci mett ; ki mi contro gli altri. Per questo c!i io che le mamme del Trotter hai. o ragione. I bambini hanno diritto ai loro spazi. Non sarà il Leoncavallo a portarglieli via». Dunque il parco ai bambini? «Sì». E voi dove allora? «Questo è un altro problema». Questo è il problema. «Noi chiediamo che il prefetto congeli l'ultimatum». E poi? «Poi vedremo. Ci interessa che la gente del quartiere capisca la nostra posizione: siamo in una tenaglia». Giovanna: «Ecco, nei prossimi giorni ci piacerebbe spiegare alle mamme che potremmo rendere ancora più bello questo posto». Non c'è tutto questo tempo. «Il tempo lo ha stabilito solo lo Stato. Non ci riguarda». Però il trasloco lo avete accettato. «La nostra assemblea non è finita. Continua stanotte e pure domani. Vedremo». Vedremo. Il clima davanti al parco si fa un po' meno esagitato. I leoncavallini se ne vanno. Quelli della Lega restano. Arrivano pure i missini: «Faremo muro contro i violenti». I pochi militanti del pds sono spiazzati e se ne stanno in ombra. Grande ricambio di curiosi. Così tutto il giorno. A Palazzo Marino imperversa Formentini. Fa sapere che, tramite suo, Scalfaro saprà. Scrive: «Signor Presidente mi appello alla sua sensibilità affinché voglia compiere un intervento straordinario sul governo perché questo receda dalle sue determinazioni». In attesa che receda, il prefetto Rossano procede. Detta: «L'uso della palazzina da parte dei giovani non rappresenta alcun oracolo per lo svolgimento delle attività didattiche». Precisa che «la sede sarà recintata» e che il parco «resterà pubblico». Mica male. Qualcuno è d'accordo? Nessuno. E venerdì scade l'ultimatum. Pino Co mas Le mamme in piazza «Lasciate il giardino ai nostri bambini» A fianco: presidio al parco Trotter Sopra: il prefetto Rossano Il capo della polizia, Parisi

Luoghi citati: Comune Di Milano, Milano, Roma