Paul Simon natalizio con «Anthology»

r 1 DISCHI Paul Simon natalizio con «Anthology» I ^kl ON ci sono JL ^1 luci e lustrini per le strade, ma atmosfere melanconiche da ultima spiaggia del conio in banca. Però nei negozi di diselli è già iniziala la battaglia del Natalo. Per la serie «ai regali ci penso per tempo» sono già in commercio tre idee con i fiocchi. Tre cofanetti per altrettante antologie. Per nostalgici da «grande freddo» per amanti del pop di qualità Paul Simon ha imposto la scaletta della sua «Anthology» (Warner Bros., 2 Cd). Intelligente cantautore e volpe del mercato, Paul Simon lo offre proprio mentre inizia la tournée mondiale nella quale ricompare al suo fianco quel Garfunkel che si laureò con lui a Hollywood in dolcezze similfolk. L'antologia presenta 36 canzoni che hanno lastricato di successi la carriera di questo buon artigiano americano, incrollabile teenager sognatore. Due i Cd per ben dividere i due distinti capitoli stilistici. Un'unica ripetizione che è anche un tributo al proprio «centesimo di Paperone», ovvero quel «The sound of silence» che da trent'anni continuiamo ad ascoltare. L'antologia si apre con la versione classica da disco e si chiude con l'esecuzione dal vivo a Ferragosto del '91 nell'affollatissimo concerto newyorkese a Central Park, con sole chitarre, basso e batteria. Nel primo capitolo (20 i brani) si susseguono le sue vecchie scorribande nel folk di mezzomondo. Tanto per solleticare i nostalgici ecco allineati «Cecilia», «El Condor pasa», «The Boxer», «Mrs. Robinson», «Bridge and trouble water». Poi arrivano il reggae di «Mother and child reunion», il salsa di «Me and Julio», il jubilee di «Loves me like a rock», il ragtime da saloon di «Kodachrome», il doo-wop «René and Georgette Magritte». E qui l'intervento di maquillage su vecchie registrazioni si sente più netto, rendendo ancora più interessante l'acquisto di questa antologia. L'eleganza di Simon arrangiatore è indiscutibile. Il secondo capitolo (16 brani) inizia con ben 7 episodi del bellissimo album «Graceland» con i suoi geniali innesti d'Africa su stili americani per un ritratto colorato, lirico e commosso delle macerie dell'umanità. Quindi l'inedito «Thelma» e tocchi di Sud America ed Europa tratti da «The rhythm of the saints». Alla fine dell'antologia si apprezza nettamente l'abilità di scrittore, uno dei migliori del rock: con pochi versi, Simon da trent'anni sa condensare emozioni semplici quanto universali con tocchi di profetismo. In «Anthology» c'è il meglio di questa formula. Per nostalgici inconsolabili 1 di quel fenomeno degli Anni 80 I che sono stati i Police ecco «Message in a box» (A&M, 4 Cd). Sono tutti i 76 brani prodotti da Sting, Stewart Copeland e Andy Summers. Il più grande successo economico della new wave. Progressioni melodiche e ritmica sincopata del reggae la loro alchimia sonora, sempre luccicante ed elettronica. In «Message in a box» c'è proprio tutto: i classici, i lati B di 45 giri, i brani in esecuzione dal vivo, canzoni tratte da colonne sonore e versioni rare. Primo nella scaletta quel «Fall out» che fu il primo singolo del gruppo inglese, uscito nel 1977 in piena era punk. Quel 45 giri è diventato una rarità da collezionisti. Ora torna, grintoso come allora, nell'abito digitale che veste tutto il cofanetto. Il libretto allegato (64 pagine) correda di foto e interviste inedite la storia di questi imperatori del «reggae bianco». Forse è un po' eccessiva un'opera omnia. I Police sono bravi, piacevoli, ma non dei del rock. Meno megalomane, il che è tutto dire, è stato Prince. Due Cd separati, «The Hits I» e «The Hits II» (Warner Bros.), in cui è raccolto in 36 brani neanche tutto il meglio della produzione del folletto di Minneapolis. Prince si è imposto come l'androgino più licenzioso ma anche il più creativo degli Anni 80. Esaltando l'incesto, il sesso orale, il lesbismo e altre delizie carnali, mescolando ritmi disco, sintetizzatori, chitarrismo hendrixiano, funk e canto in falsetto, Prince ha lanciato uno stile socio-musicale molto personale, influendo su tutta la dance music del periodo e sul costume della discoteca. E tanto per dare sempre uno schiaffo all'odiato Michael Jackson, sui propri album suona tutti gli strumenti. La sua forza sono le melodie, il suo debole gli arrangiamenti. Ma quale carica vitale e provocatoria sanno esprimere le sue canzoni. Due inediti per disco: ««Pink Cashmere» e «Nothing compares 2 U», portata al successo da Sinéad O'Connor, nel primo; il rock puro Anni 60 di «Peach» e il maledetto rap «Pope» per il secondo Cd. Su «The Hits II» compare un'avvertenza, per i genitori, per il linguaggio spinto. Ma se si vuole in discoteca un capitolo del rock non si può non avere tutti e due questi Cd. Alessandro Rosa >sa

Luoghi citati: Africa, Central Park, Europa, Hollywood, Minneapolis, Sud America