Arriva il «trapianto» di viso di Fabio Galvano
L'annuncio di un chirurgo plastico inglese dà speranza a chi resta sfigurato L'annuncio di un chirurgo plastico inglese dà speranza a chi resta sfigurato Arriva il «trapianto» di viso Si userà la faccia di un cadavere LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Il volto di Alain Dclon o di Arnold Schwarzenegger? Non proprio, ma il giorno in cui il chirurgo potrà cambiare i connotati di un paziente, con un completo trapianto di viso, non è lontano. Tecnicamente tutto è pronto, ha rivelato uno specialista inglese di chirurgia plastica. Anche il volto, come il cuore o i reni, sta per diventare un elemento intercambiabile del corpo umano. L'importante, si sottolinea come a voler parare le ripercussioni etiche di questa nuova frontiera della medicina, è che l'intervento non sia affrontato a cuor leggero, come una moda; che sia riservato, cioè, a quei casi veramente disperati in cui un incidente o un cancro della pelle abbia sfigurato il paziente. James Frame, del St. Androw's Hospital di Billericay nell'Essex, è impegnato da dieci anni nella ricerca della tecnica migliore e ritiene che il momento sia venuto. Quello che gli manca, per il momento, è un paziente. «Il solo parlarne fa accapponare la pelle». Ma ci sono casi disperali, afferma, che sicuramente si faranno avanti; e accenna come ipotetica cavia a un uomo che ha in cura, vittima di tremende ustioni. Sono quelle persone, spiega, che trascorrono mesi o anni rinchiuse nella loro abitazione, perché hanno paura di farsi vedere dal loro prossimo; o che, pur di uscire alla luce del sole, sono costrette a indossare maschere per nascondere i loro tratti repellenti. Una schiera di sventurati - e a quanto pare non sono pochi - che possono trarre giovamento dalle sventure di altri esseri umani, i donatori. Vanno bene quelli che sono morti di ictus o d'infarto; che offrono, insomma, un volto disteso, in buone condizioni. «Ricevere il volto di un altro rassicura il dottor Frame - non significa necessariamente assumerne tutta la fisionomia». Certo, il volto è quello, viene applicato come una maschera al posto di quello sfigurato. «Ma il nuovo volto - aggiunge il chirurgo - è destinato a tendersi e a plasmarsi sul tessuto muscolare del paziente, adattandosi perfettamente alla nuova collocazione. Per molti versi, quindi, la fisionomia del paziente rimarrà inalterata». E comunque, sottolinea, la nuova identità non può essere che fisica: «Per evitare altri problemi, di tipo psicologico, è necessario che l'intervento sia preparato con cura anche con l'assistenza di uno psichiatra». L'anima non cambia, né cambiano gli umori e i sentimenti; tuttavia, egli sostiene, «il paziente dev'essere preparato ad accettare emotivamente il volto di un altro». E' sempre la maschera di un morto, quella che dovrà portare con sé, legata ormai al proprio essere, per il resto della vita. La tecnica dell'operazione, ora che si sono risolti molti problemi per ciò che riguarda i terminali nervosi, la circolazione capillare e il pericolo del rigetto, è essenzialmente lineare. «E' un po' come sfilare un guanto», dice il dottor Frame ben sapendo che sono queste immagini apparentemente banali a suscitare orrore e forse anche paura: proprio per la facilità con cui la scienza medica è ormai in grado di interferire nella natura umana. «Si fa un'incisione dietro la testa, si prosegue lungo il collo su entrambi i lati della trachea, poi si spinge tutto in avanti staccando l'intero impianto facciale dal tessuto muscolare». L'intervento richiede non più di sei ore, il trattamento post-operatorio in ospedale tre settimane. E poi avanti con i ritocchi: piccoli interventi di chirurgia plastica per perfezionare l'opera. L'intercambiabilità dell'impianto facciale, a suo avviso, è totale: «Al punto che un uomo può ricevere il volto di una donna, e viceversa». Se la sua tecnica avrà successo, e sarà adottata anche altrove, si possono quindi prevedere trapianti di volto anche per completare la chiururgia transessuale. Perché è inevitabile che prima o poi - ed è questo il cruccio segreto del dottor Frame - quella che nasce come una boccata d'ossigeno per molti sventurati diventi pratica banale in situazioni meno nobili. Fabio Galvano L'intervento dura non più di sei ore In futuro servirà ai transessuali A sinistra una sala operatoria: sei ore d'intervento per cambiare volto. A destra, Arnold Schwarzenegger in «Terminator»
Persone citate: Alain Dclon, Arnold Schwarzenegger, Frame, James Frame
Luoghi citati: Londra
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