I'alibi per l'omicidio smentito dagli amici

Quella sera non era nella sala da ballo Accusato di aver ucciso un coetaneo a Gassino I/alibi per l'omicidio smentito dagli amici Sembra vacillare l'alibi di Luca Albano, il giovane di 22 anni accusato dai carabinieri dell'omicidio dell'amico Gianni Abruzzino, 21 anni, ferito a morte con tre colpi di pistola la notte del 31 luglio '93 a Torino e poi finito a colpi di pietra in una stradina di Gassino. L'accusato - che si trova in cella d'isolamento nel supercarcere delle Vallette - ha fornito nel primo interrogatorio con il pubblico ministero Avenati e in quello successivo con il giudice per le indagini preliminari Acordon un racconto dettagliato di come ha passato la notte in cui è morto Abruzzino. E a sostegno della propria tesi difensiva ha citato alcuni amici come testimoni. Costoro però, rintracciati e sentiti uno a uno, hanno fornito una versione contrastante che ha contribuito a smantellargli l'alibi, sostenendo che quasi tutti si sono recati a ballare in discoteca all'Hennessy ma Luca Albano non era con loro. C'è inoltre un particolare inquietante. Molte persone che abitano nelle vie del quartiere Regio Parco, limitrofe al parco della Colletta, hanno sentito la notte del delitto i colpi di pistola, ed è probabile che qualcuno abbia anche assistito alla sparatoria. Quasi nessuno però si è fatto avanti. Conferma un ufficiale dei carabinieri: «Quella notte molti hanno certamente sentito i colpi esplosi dall'omicida. A partire dall'anonimo inquilino che ha avvisato la guardia medica, spiegando che c'era una persona stesa a terra al termine di via Rossetti. Nelle settimane successive al fatto abbiamo dovuto "setacciare" uno ad uno gli stabili adiacenti nel tentativo di raccogliere elementi di prova». Torinesi poco disposti a collaborare? «Non spetta a noi dirlo. E' certo però che abbiamo ri¬ scontrato uno scarsissimo sostegno. Se vogliamo trovare una giustificazione, c'è da precisare che alcuni giorni prima alcuni giovani avevano esploso colpi di arma da fuoco, utilizzando una scacciacani, proprio dove è maturato il delitto. In quel caso però la segnalazione era subito arrivata ai nostri centralini, permettendoci di attivare senza ritardi le misure di controllo». La notte dell'omicidio i sospetti si erano orientati sul proprietario del fuoristrada Suzuki Vitara nero con cui viaggiava abitualmente la vittima: Antonio Masotina, 33 anni, pregiudicato, residente in corso Vercelli 4. Rintracciato e portato in caserma era stato sottoposto al guanto di paraffina per rintracciare sulle sue mani eventuali tracce di polvere.da sparo. I carabinieri hanno appurato che quella notte Masotina, il quale ha precedenti per furti e rapine ed è già stato sospettato (e quindi prosciolto) per un omicidio, era andato alla discoteca Hennessy dove era atteso anche Abruzzino. Il proprietario del fuoristrada si era messo in evidenza litigando con il buttafuori del locale e cercando di scoprire dove fosse finito il suo amico. Ivano Barbiere Quella sera non era nella sala da ballo Luca Albano è in carcere con l'accusa di avere sparato all'amico Gianni Abruzzino trovato cadavere a fine luglio in una stradina di Gassino

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