In piazza solo 300 tifosi di Fabio Albanese

In pione solo 300 tifosi In pione solo 300 tifosi Pescante e Abete: «Verdetto giusto» CATANIA. La notizia che il Catania non potrà tornare nel campionato di serie CI giunge in città poco dopo le 20, i trecento tifosi che si sono radunati sotto le finestre illuminate del Comune, in piazza Duomo, passano dall'euforia, per quella parte della sentenza che riguarda la conferma dell'affiliazione della squadra alla Figc, alla delusione perché i rossoazzurri restano fuori dal calcio professionistico. «Non c'è che dire - afferma l'assessore allo sport Saro Pettinato, avvocato - la sentenza è giuridicamente corretta. Sotto il profilo morale, comunque, costituisce una vittoria per la città e dimostra che la radiazione era un gesto di arroganza». Gli ultras sono delusi e confusi, ma composti. Nessun disordine, solo profonda amarezza perché non si potrà comunque vedere la squadra in campo, per quest'anno. Ad ogni modo, non demordono. Il club degli Irriducibili, uno dei gruppi più imponenti, ha chiamato a raccolta «il popolo rossoazzurro per trasferirsi in maniera massiccia e imponente a Roma, mercoledì prossimo, per fare vedere la nostra forza e dire basta alle ingiustizie». Per il momento, così, Catania si ritrova con due squadre: una, quella di Angelo Massimino, «congelata»; l'altra, quella di Franco Proto, che oggi gioca al Cibali contro il Messina, un'altra delle grandi escluse, nel campionato nazionale dilettanti. Qualcuno vede in questo un fatto positivo e già prevede una città con due squadre, come le grandi del Nord. Ma è ancora troppo presto. Per ora, tutti guardano alla sede della Federcalcio, per capire le prossime mosse di Matarrese e Abete. Ma aggiungono: «Troveremo il modo per ritrovare una grande dignità calcistica. E allora, anche il vecchio Cibali sarà insufficiente». Giancarlo Abete, presidente della lega di C, è «soddisfatto per la decisione del consiglio di giustizia amministrativa che ha riconosciuto la validità della posizione assunta dagli organismi sportivi. Però, non posso definirmi contento perché stiamo comunque parlando di situazio¬ ni tristi ed amare, soprattutto dopo che abbiamo visto come l'intera città di Catania ha partecipato». Abete ha aggiunto: «Nessuno può essere contento. Era inimmaginabile che ci potessero essere persone contente quando è stato messo fuori il Catania ed è inimmaginabile che si possa gioire per quello che è avvenuto. La vicenda non può che lasciare amarezza». Per prudenza, in attesa che si pronunciasse il Consiglio di giustizia amministrativa della Sicilia, erano state rinviate Casarano-Giarre in programma oggi e Potenza-Nola di domenica prossima. Abete ha spiegato: «Ovviamente Casarano-Giarre resta sospesa, per tempismo, e per allontanare la tensione. Potenza-Nola, invece, si giocherà regolarmente». Il Ca¬ tania non andrà più a Casarano. Questo il commento di Mario Pescante, presidente del Coni: «Sono soddisfatto, non ho mai dubitato venissero accolti i ricorsi nostri e della Federcalcio. Il mondo dello sport aveva alzato la testa dinanzi ad un sopruso. I problemi, però, non sono tutti risolti, organizzeremo un convegno per capire i perché delle decisioni del Tar di Catania. Al convegno spero intervenga il presidente del Tar, Zingales, ci piacerebbe sapere proprio da lui le motivazioni profonde di quella sentenza che tanti problemi ha creato. Perché ci siano chiarezza assoluta e cerrezza di diritto occorre un provvedimento del governo o del Parlamento». Fabio Albanese

Persone citate: Abete, Angelo Massimino, Franco Proto, Giancarlo Abete, Mario Pescante, Matarrese, Zingales