Quei temerari del coprifuoco

Quei temerari del coprifuoco DBARBO D9 MOSCA Quei temerari del coprifuoco «piiiaiiiiis %/ MOSCA ▼ ENGONO a migliaia a vedere questa sterminata bara, mezza bianca e mezza nera, questo mozzicone bruciacchiato che fu il Parlamento. Ieri c'era già il fotografo, con il suo cavalletto per le foto ricordo con sfondo Casa ex Bianca. Se non vado errato è lo stesso che, fino a qualche giorno fa, stava sulla Piazza Rossa, davanti al mausoleo di Lenin. Le guardie al passo dell'oca non ci sono più. Non resta che andare sul ponte del Kutuzovskij e ritrarre le spose c'erano anche quelle, ieri, col vestito di tulle bianco che sorridono, insieme con le damigelle d'onore, con la bara dietro le spalle. Strani questi russi. Tanto strani che, a volte, viene il sospetto che siano un popolo surreale. Questa notte, ad esempio, sono andato a «vedere il coprifuoco». Ogni notte, da cinque notti, almeno 50.000 uomini armati fino ai denti bloccano ogni incrocio della capitale dalle undici di sera (da domani si partirà da mezzanotte) fino alle cinque del mattino. Solo per arrivare da casa mia all'incrocio che avevo scelto come punto di osservazione, tra il Miciurinskij Prospekt e Minskoe Sciossè - quattro chilometri di percorso - sono stato fermato sette volte. E avevo un permesso speciale del comando militare. In queste condizioni ogni persona ragionevole se ne starebbe a casa buona buona a guardare la tv. Ma i russi no. I russi vagano per la città anche con il coprifuoco, incuranti del fatto che i soldati sparano se non ti fermi o se vai troppo veloce. E, quel che è più singolare, sembrano sfidare la sorte con assoluta noncuranza, quasi che la loro percezione del pericolo, dei rischi, si sia abbassata al di sotto di soglie che per i comuni mortali sono, appunto, «mortali». Leggo le statistiche: 3652 fermati per violazione del coprifuoco, 1383 fermati per violazioni amministrative di vario genere. In tutto è stata portata al fresco, in una sola notte, una cittadina di provincia: oltre 6000 ^persone. Appostato nel mio incrocio cerco di verificare le statistiche. Sono le due di notte, l'ora più delicata, e le auto arrivano come le falene che s'incendiano sui fuochi dei lampioni. Li tirano fuori dall'auto. Non è né l'ora, né il posto per i complimenti. Non siamo mica a un concerto di Rostropovic. E una buona metà dei conducenti sono ubriachi. Ne conto otto in un'ora. Fanno tenerezza. Hanno festeggiato magari un compleanno e hanno dimenticato il coprifuoco. Io li lascerei andare a casa. A piedi, ovviamente. Ma come valutare i tre fermati senza patente? Ubriaco e senza patente ancora è comprensibile. Senza patente, di giorno, è una situazione riprovevole, ma non così anormale. Ma sobrio, senza patente, in pieno coprifuoco, mi sembra eccessivo. Quasi una sfida alla sorte, l'equivalente automobilistica della roulette russa. Ma il record, roba da Guinness dei primati, lo vincerebbe, nel mio incrocio tra la Minskoe e il Miciurinskij, il giovanotto di nome Arkadij Ametistov. Arriva caracollando verso le tre di notte, a bordo di una sgangheratissima Moskvich. Non si può dire che sia ubriaco. Ma di sicuro non è astemio. Non ha la patente, non ha neppure un documento che attesti la proprietà dell'auto. Quando gli fanno aprire il bagagliaio si scopre che è pieno di roba rubata. Scarpe, vestiti di fatica, sigarette e cianfrusaglie varie. Spiegare dove l'ha presa, quella roba, non può. Prima che lo portino al fresco faccio in tempo a chiedergli: scusi, ma perché proprio in pieno coprifuoco? Lui mi guarda quasi con disprezzo: «Non ho mica tempo da perdere, io». Giuliette Chiesa J

Persone citate: Giuliette Chiesa, Lenin, Scarpe

Luoghi citati: Mosca