Noi i virtuosi del complotto di Maurizio Assalto

il caso. Dalla Rivoluzione francese a Bossi: saggio sul vizio di immaginare congiure il caso. Dalla Rivoluzione francese a Bossi: saggio sul vizio di immaginare congiure Noi, i virtuosi del complotto «E' l'arte della politica oggi» IH O sono un uomo politico c svolgo un ragionamento. Le prove le cerchino i magistrati». Così, poco più di un 1 anno fa, Leoluca Orlando rispondeva al giornalista che lo interrogava all'indomani della strage di Capaci, quando il leader retino aveva lanciato accuse di fuoco sugli uomini del Palazzo, agitando l'ombra del «delitto di regime». «Per credere a un complotto voi avete bisogno di prove giuridiche: a me basta l'andamento della situazione generale, le relazioni dei nemici della libertà, gli andirivieni di certi agenti del potere». Sembra la prosecuzione del ragionamento precedente; invece è quel che scriveva, giusto due secoli fa, l'irruento agitatore giacobino Jean-Paul Marat all'amico Camille Desmoulins, impressionato dalla sua disinvoltura nel denunciare congiure e traditori della Repubblica senza minimamente curarsi dei fatti. Dalla Francia rivoluzionaria all'Italia di oggi: sono due secoli di storia europea segnati, caratterizzati, dominati dall'uso politico della cospirazione e della sindrome della cospirazione. A questo fenomeno impetuoso lo storico Zeffiro Ciuffo letti ha dedicato un denso saggio in uscita dal Saggiatore, Retorica del complotto. Il complottismo è il figlio della dietrologia, la tendenza a svicolare dalla complessità del reale e dei nessi causali per interpretare ogni avvenimento come frutto diretto di una qualche volontà. E' un crescendo che ha trovato nel nostro Paese la sua patria d'elezione e nella fase repubblicana il suo trionfo: fino a questi convulsi anni di fine regime, quando dalla politica all'economia, dallo sport allo spettacolo è un unico coro. La squadra di calcio retrocessa d'ufficio dalla Lega perché non fornisce le necessarie garanzie economiche grida al complotto. Idem i cantanti esclusi dalla competizione canora. L'agenzia Moody's declassa l'Italia e il presidente Scalfaro ravvisa in ciò una manovra. Da sotto le macerie di Tangentopoli Craxi denuncia invano una congiura giornalistico-finanziaria, oscuramente collegata a servizi segreti stranieri. Ferito dai medesimi detriti Cicchetto non reagisce diversamente, alludendo agli intrighi per eliminarp il suo partito proprio nel momento in cui potrebbe proporsi come più credibile forza del rinnovamento. E così Bossi, che vede dappertutto complotti orditi per fermare l'avanzata leghista, per non dire della Rete, specializzata nell'arte di assemblare tasselli per costruire mosaici fantapolitici. Certo le congiure ci sono sempre state, il primo cospiratore si può considerare Lucifero; e nessuno può negare che l'Italia di questi ultimi decenni sia stata un libero campo per le trame di servizi deviati, Cia, Kgb, P2, generali golpisti e lobby dagli interessi inconfessabili. Ma è sul suo utilizzo politico che si sofferma Ciuffoletti. «Le forze in campo - scrive - si servono continuamente delle cosiddette "politiche di allarme sociale" allo scopo di sopperire al proprio deficit di legittimazione con uno sfruttamento intensivo della "natura sentimentale delle masse"». E' quanto si è verificato ripetutamente nella storia, dalla Rivoluzione francese alla controrivoluzione reazionaria, dall'antisemitismo diffuso attraverso i falsi Protocolli dei Savi Anziani di Sion alle ricorrenti denunce di pericoli golpisti, a cui i due grandi partiti popolari dell'Italia repubblicana, de e pei, hanno fatto ricorso per riaccreditarsi come garanti della democrazia. Fino a quando, esauritasi la guerra fredda e caduta anche la contrapposizione ideologica comunismo/anticomunismo, in assenza di precisi programmi su cui confrontarsi e perfino di un progetto coerente di riassetto istituzionale, i soggetti politici vanno incontro all'ultima trasformazione. Come scrive Ciuffoletti «alla battaglia dei partiti, decisa nelle competizioni elettorali e nelle aule parlamentari, si sostituisce la battaglia condotta tramite i media, nella quale gli avversari politici tendono a neutralizzarsi con rivelazioni scandalistiche, inchieste parlamentari, campagne di stampa». E' da questo calderone che nascerà il Nuovo? Maurizio Assalto tica oggi» 4 I

Persone citate: Bossi, Camille Desmoulins, Ciuffoletti, Craxi, Leoluca Orlando, Paul Marat, Scalfaro

Luoghi citati: Capaci, Francia, Italia