E' per Platini la prima festa palestinese di Aldo Baquis

A Gerico la nazionale di calcio dei Territori batte una selezione con gli assi francesi A Gerico la nazionale di calcio dei Territori batte una selezione con gli assi francesi E' per Platini la prima festa palestinese Sugli spalti ventimila tifosi da tutta la Cisgiordania Con l'ex juventino in campo Giresse, Tigana eNoah GERICO NOSTRO SERVIZIO L'intera popolazione di Gerico è andata ieri in delirio quando un'improvvisata «Nazionale» dei Territori ha sconfitto per 10, in una partita amichevole, una selezione francese guidata da Michel Platini e da Alain Giresse. Circa ventimila spettatori (due volte e mezzo il numero complessivo degli abitanti della città) sono andati in visibilio quando, nel secondo tempo, l'attaccante Sallah Al Jaabry, trovatosi solo davanti al portiere, è riuscito a far rotolare il pallone nella rete degli avversari. «Falastin, Falastin», hanno urlato all'unisono migliaia di gole. Molti avevano gli occhi umidi dalla commozione. Per l'amichevole con la Francia, Gerico si è addobbata a festa e i soldati israeliani si sono limitati ad assistere da lontano. La città è stata invasa da palestinesi della Cisgiordania per i quali una gita a Gerico è come una boccata d'ossigeno, dopo i lunghi anni dell'occupazione militare e dell'Intifada. Su ogni balcone si vedevano bandiere palestinesi e ritratti di Yasser Arafat. Chiunque aveva un incarico qualsiasi ai margini della partita, indossava berretti di foggia militare e «divise» fatte in casa: bianche, verde-oliva, verdescuro. Nel modestissimo campo di calcio, si sono giocate in effetti due partite: una fra le due selezioni nazionali e un'altra fra il pubblico e i guardiani che cercavano di contenerne l'entusiasmo e d'impedire invasioni di campo. Ma non c'è probabilmente forza al mondo che possa impedire agli scugnizzi palestinesi di lanciarsi in avanti, per toccare con mano mitici personaggi come, appunto, Platini, Giresse, Tigana e il tennisti Yannick Noah. Quando queste vedettes hanno fatto ingresso nel campo, tutti gli argini sono crollati e la folla li ha stretti in un abbraccio, commosso ed eccitato. Gli altoparlanti diffondevano, intanto, accesi comizi («Oggi a Gerico, domani a Gerusalemme»). Nel palco delle autorità sedevano, uno accanto all'altro, Saeb Erekat (uno dei dirigenti della delegazione palestinese ai negoziati di pace) e l'ambasciatore di Francia. Gran calcio, non se n'è visto ieri a Gerico. Per la prima mezz'ora, i francesi (in maglia azzurra) e i palestinesi (che indossavano una divisa con i colori nazionali) sono stati impegnati a non soffocare nel gran polverone sollevato dai loro spostamenti. Il pubblico ha però applaudito tutti gli attacchi, indistintamente. Di volta in volta, i tifosi hanno cercato di «rubare» fette di campo, per poter meglio seguire le azioni. «Nel nome di Arafat - imploravano gli altoparlanti - tornate dietro la linea». In un campo, dunque, che si allargava e si stringeva a fisarmonica, nel secondo tempo l'attaccante di Hebron, Al Jaabry, è riuscito a smarcarsi e a lanciare il pallone in rete. Il campo è stato allora invaso da migliaia di persone in delirio e i calciatori portati in trionfo. Persino l'addomesticatore di serpenti - che durante la partita passava fra i tifosi per indurli a farsi fotografare con un lungo serpente appoggiato sulle spalle - ha appoggiato l'animale per terra e ha urlato a squarciagola: «Falastin, Falastin». Aldo Baquis