Fabbri sì c'è un'inchiesta sul «golpe» di Francesco Grignetti

Il ministro della Difesa e il direttore del Sismi: «L'opera di rinnovamento è cominciata» Il ministro della Difesa e il direttore del Sismi: «L'opera di rinnovamento è cominciata» labbri: sì, c'è un'inchiesta sul «golpe» Epurazioni nei Servizi ALGHERO DAL NOSTRO INVIATO «Sì, mi risulta che la magistratura abbia iniziato un'indagine». Il ministro della Difesa, Fabio Fabbri, reduce da una visita alla base militare dei gladiatori in Sardegna, conferma che l'ipotesi di un golpe esiste. E' qualcosa di reale. Ci sono giudici che stanno indagando. E' stata intercettata addirittura una telefonata misteriosa che dava ordini operativi: «Studiate come occupare la sede Rai di Saxa Rubra». E nell'inchiesta, smentita però dalla Procura di Trento, sarebbero finiti tanti filoni d'indagine: estremisti di destra, massoneria deviata, terroristi croati, affaristi, malavitosi. Soppesa le parole, il ministro, ma non si sottrae alla risposta: «L'indagine è iniziata. Ma nel momento in cui parlo (le 13 di venerdì, ndr) non sono stati notificati avvisi di garanzia». E Fabbri annuncia: «Noi stiamo facendo opera di pulizia, proprio in questi giorni ho tolto il segreto di Stato su una vecchia vicenda che farà tanto discutere. Non posso dirvi ancora quale, fintanto che il presidente Ciampi non torna a Roma e non dà il placet». La storia inizia con un esposto: una signora di Udine, Donatella Di Rosa, ha parlato ai giudici di strani vertici tra generali delle forze armate, di collette milionarie, di abboccamenti con mafiosi e trafficanti di armi. Fabbri com- menta: «Ho letto la storia sui giornali. Di primo acchitto, mi ha fatto ricordare la trama di "Donne e soldati", un film di tanti anni fa. Ma questa è una battuta». C'è poco da scherzare, infatti. Fabbri aggiunge, con un filo di voce: «L'inchiesta è in corso, aspettiamo i risultati. Noi stessi rifletteremo. E ci riserviamo di prendere le nostre decisioni». Scenari inquietanti, questi del golpe. Tanto più quando si sommano l'allarme di Ciampi per le trame di chi è all'estero e attenta all'unità d'Italia al timore di Fabbri per le spinte secessionistiche della Lega. «Io vivo al Nord - dice il ministro - e non sono tranquillo. Le spinte secessionistiche sono sotto le foglie e anche sopra». Fabbri ieri era ad Alghero, per una visita guidata alla base dei gladiatori. Un'operazione di immagine con il direttore del Sismi al fianco, il generale Cesare Pucci, a dimostrare che nei servizi segreti si cambia aria. E anche se la parola farà inorridire il ministro, in pratica Fabbri ha annunciato una epurazione tra i ranghi del servizio segreto militare. «Oltre trecento agenti, tra cui diversi capireparto, torneranno alle amministrazioni di origine. Sarà un ricambio generale all'insegna del ringiovanimento e dell'efficienza. Questo non significa una scomunica per gli avvicendati. Tutt'altro. Ma dobbiamo cambiare regi¬ stro. E al riparo dal nepotismo, che c'è stato e lo sappiamo». Il ministro, e anche il generale Pucci, hanno insistito che l'avvicendamento è fisiologico. Che si tratta di modernizzare il servizio. Che le ultime bombe non c'entrano. Ma intanto Fabbri è costretto ad ammettere che c'è un'altra inchiesta scottante, quella che accomuna spie militari a Falange armata. «Anche questa - dice - è un'inchiesta in corso. E' stata fatta un'informativa alla procura di Roma. Ma non chiedetemi di più perché la vicenda è coperta dal segreto istruttorio». Una vicenda scottante. I giudici sospettano che alcuni ufficiali del Sismi utilizzassero i telefoni del ministero per minacciare giornalisti e politici sotto la sigla misteriosissima della Falange. L'indagine ha preso una strada ben precisa dopo che sono arrivate alcune lettere anonime ai giudici, scritte chiaramente dall'interno, con nomi e cognomi dei presunti colpevoli. C'è un Corvo tra gli agenti segreti. E oggi quegli ufficiali non fanno più parte del Sismi. «Posso solo dire - spiega Fabbri - che nell'organico in forza non ci sono persone su cui ci sia un sospetto di collusione con la Falange armata. Nel procedere agli avvicendamenti abbiamo tenuto conto di tutto. Anche delle segnalazioni di inaffidabilità, ancorché non suffragate da prove. Abbiamo agito con prudenza e semmai con eccesso di cautela, informando ad ogni passo il comitato parlamentare di controllo». E il generale Pucci aggiunge, a difesa del buon nome dell'istituzione: «Non ci sono prove o nemmeno indizi che qualcuno del Sismi abbia fatto parte o si sia avvalso della denominazione di Falange armata. La documentazione è alla stregua di una lettera anonima. Se sono stati presi dei provvedimenti, è stato fatto solo per motivi di opportunità. Ed è stato doloroso prendere provvedimenti contro persone accusate in questa maniera». Francesco Grignetti Sopra, il direttore dei Servizi segreti militari, gen. Pucci A sinistra, Fabio Fabbri, ministro della Difesa

Luoghi citati: Alghero, Italia, Roma, Sardegna, Trento, Udine