CHE SMANIE DI VILLEGGIATURA! di M. Bo.

CHE SMANIE DI VILLEGGIATURA! CHE SMANIE DI VILLEGGIATURA! La compagnia di Settimo propone la versione fedelissima della trilogia CHE smanie, che avventure, che ritorno. E tutti in palcoscenico in una sera sola, siglati Teatro Settimo. L'ultima fatica del gruppo va in scena all'Alfieri il 4, 5 e 6 ottobre alle 20,15: è la trilogia della «Villeggiatura» goldoniana. La regia è come sempre firmata da Gabriele Vacis, scene e allestimenti sono di Lucio Diana e Roberto Tarasco. Proprio Tarasco racconta lo spettacolo, che ha debuttato quest'estate in Veneto, a Villa Pisani. «Il percorso che ci ha portati a Goldoni è passato per strade diverse - spiega - Alcuni di noi sono veneti, poi la voglia di commedia, poi il lavoro sulla memoria, che inseguiamo da sempre. Goldoni è il teatro di quando eravamo piccoli, quello che si vedeva in tv. Lo spettacolo è anche un omaggio a Cavalieri e a Baseggio: abbiamo fatto un enorme lavoro di ricerca sulla grande tradizione del nostro teatro». Una novità è la scelta di un testo italiano, dopo tanti di autori stranieri (anche se in qualche modo sempre fortemente legati alle radici, all'immaginario nostrano). L'altra è l'abbandono della linea drammaturgica del «punto di vista», con cui la compagnia usa avvicinarsi alle opere da mettere in scena. Non più un lavoro di riscrittura del testo: «Recitando un autore italiano spiega Tarasco - volevamo farlo come scriveva lui. Siamo partiti dai Mémoires, nella parte in cui lo scrittore parla della Villeggia- Paolini, Lucilla Giagnoni, Laura Curino, Beppe Rosso, Mariella Fabbris. E poi ancora Mirco Artuso, Benedetta Francardo, Massimo Giovara e Paola Rota. Molti attori recitano due parti. Un'esigenza d'economia, in un periodo nero del teatro italiano? «Abbiamo piuttosto trovato corrispondenze nei ruoli. Quanto all'economia, tanti ci hanno detto se eravamo pazzi, in un momento simile, a mettere in scena una commedia con più di due attori. L'abbiamo fatto e ci andiamo in tournée: vedremo». tura, e abbiamo immaginato un Goldoni vecchio e in povertà, a Parigi durante la Rivoluzione. Il testo è integrale: lo spettacolo dura quattro ore». Il debutto, avvenuto a luglio nella cornice di ima villa palladiana, era stato circondato dalle polemiche. «In Veneto trovammo un contributo di 45 milioni per mettere su la nostra Villeggiatura - dice Tarasco - mentre in contemporanea Bosetti riceveva più di un miliardo di finanziamenti per il suo spettacolo goldoniano...». In scena i «vecchi» della compagnia, Eugenio Allegri, Marco ALL'ALFA UN OTTOBRE GOLDONIANO Cristina Caccia NUOVO CABARET TANTO cabaret anche questa settimana. A cominciare dall'inaugurazione della rassegna «Cabarè pretaportè» curata da Mauro Giorcelli al Le Cave di via Pomba. Dal 5 ottobre al 16 dicembre, ogni martedì e giovedì alle 22,30, sarà di scena un cabarettista. Martedì 5 è la volta di Osvaldo Fresia, il 7 di Carlo Casalini. Sempre il 5, ma al teatro Juvarra, le sorelle Suburbe propongono «Il meglio del peggio», una raccolta dei loro sketches più graditi al pubblico. Repliche fino al 9. Mercoledì 6 ottobre invece, saranno di scena alle 22,30 al Caffè Procope Le Pause. Nato lo scorso anno, il gruppo è formato da Gianni Carretta, Florinda De Girolamo, Fabio Rossini, Alessandro Pisci e Andrea Zalone. Presentano la loro prima e riuscita produzione: «Fio». E' uno spettacolo dai ritmi serrati, dalla storia volutamente irregolare, fatta di lucida ironia, di false banalità che in favore della risata rinunciano all'intelligenza solo in superficie. Un gioco, una variazione continua su un tema taciuto, intuito poco alla volta divertendosi, stupendosi, pensando, [m. bo.]

Luoghi citati: Parigi, Veneto