LA GIOSTRA DEGLI EROI

LA GIOSTRA DEGLI EROI LA GIOSTRA DEGLI EROI Uopera di Sassone Grammatico SASSONE Grammatico, un nome che di questo scrittore danese vissuto tra XII e XIII secolo non dice altro se non che era un letterato, uno stilista insigne e che i suoi modelli latini erano i classici più raffinati: questo è il senso del soprannome Grammatico, compiacimento ed esaltazione della propria cultura in un'epoca in cui in Islanda, Scandinavia e Danimarca fiorisce una giovane e già matura produzione letteraria rappresentata dalla Edda di Snorri, dal Canzoniere eddico e dal vasto corpus della poesia scaldica. E' una letteratura giovane perché non ha alle spalle una tradizione scritta, ma una lunga tradizione orale, di leggende e racconti storici; nasce già matura per una serie di circostanze, tra le quali la più importante è la conversione al cristianesimo, che porta con sé l'introduzione della scrittura insieme alla conoscenza degli scrittori latini, classici e cristiani, in un mondo libero dalle censure religiose che colpirono invece le altre popolazioni germaniche. Questo mondo nordico infatti è l'unico a conservare nelle opere scritte ia memoria della cultura pagana germanica, che per tale via, e non altra, giunge fino a noi. E non ha importanza che ci giunga impastata di elementi cristiani o gravata dall'ombra della fine tragica del mondo degli dei: il senso del destino tragico che incombe su queste opere è il segno caratterizzante dell'incontro delle due culture oltre che, forse, di un innato pessimismo nordico. Anche nell'opera di Sassone Grammatico (Saxo Grammaticus), che esce per la prima volta tradotta in italiano nei «Millenni» dell'editore Einaudi, per la cura di Ludovica Koch e Maria Adele Cipolla e la fatica di cinque giovani filologi (Domenico d'Alessandro, Antonio Saccone, Maria Adele Cipolla, // trionfo del fantastico nella Danimarca tra XIIe XIIIsecolo Marusca Francini e Roberto Rosselli del Turco), la tragedia incombe nel frastuono delle battaglie come nel rombo del mare nordico popolato di mostri, nell'eroismo di re ed eroi come nel tradimento che causa la morte del cieco Haraldo. Iperbolica nelle descrizioni, raffinata nel latino classicheggiante, l'opera di Sassone [Gesta dei re e degli eroi danesi) si distingue da altre cronache come, andando a ritroso nel tempo, la Storia dei Longobardi di Paolo Diacono o la Storia dei Franchi di Gregorio di Tours, non solo per il prevalere del fantastico e leggendario, per la fusione di pagano e cristiano o per la ricercatezza dello stile che spinge l'autore ad alternare versi alla prosa, ma anche e soprattutto per la appassionata partecipazione agli eventi descritti. Sassone non racconta, ma rappresenta. E la sua rappre¬ sentazione si svolge a tinte vivacissime su fondali in continuo mutamento, su una scena «insulare, battuta dal vento e dal mare, scavata da fiordi e solcata da rapide» come dice Ludovica Koch nella sua bella e coinvolgente introduzione. Si veda come viene descritto l'inizio della battaglia tra Svedesi e Danesi: «Allora suonarono le trombe di guerra e l'una e l'altra parte, con estrema violenza, attaccarono battaglia. Si sarebbe potuto credere che all'improvviso il cielo piombasse giù a terra, che le foreste e i campi sprofondassero, che tutte le cose si confondessero tra di loro, che fosse tornato il caos antico...»; si legga il riferimento di un eroe da parte dell'avversario che egli stesso uccide: «Dovette ritirarsi dalla battaglia con un polmone a penzoloni fuori dal torace, la testa squarciata nel mezzo e inoltre con la mano mutilata di un dito...». E' un mondo eccessivo, iperbolico, in cui l'ammasso dei cadaveri supera il livello delle ruote dei carri e dove, tuttavia, si rende onore al nemico ucciso bruciando oro e cose preziose sul suo rogo. E' un mondo in cui amore, odio e vendetta hanno misure enormi, quasi fosse rimasta tra gli uomini la dimensione degli antichi giganti che lo avevano popolato prima di loro. L'arte di Sassone Grammatico riesce a piegare il latino classicheggiante e raffinato a queste descrizioni barbariche, ad una materia narrativa che ha il sapore arcaico di una tradizione lontanissima senza lasciare spazio a stridenti contrasti, e i traduttori - merito insigne - sono riusciti a rendere questo difficile stile in un italiano scorrevole e tuttavia pari al testo nella resa drammatica. Laura Mancinelli Sassone Grammatico Gesta dei re e degli eroi danesi E Einaudi pp. 637. L 95.000

Luoghi citati: Danimarca, Islanda, Scandinavia