Chiappucci-Fondriest chi li ha visti?

Il danese Sorensen vince in volata la Milano-Torino davanti a tre debuttanti italiani Il danese Sorensen vince in volata la Milano-Torino davanti a tre debuttanti italiani Chtappucd-Fondriest, chi li ha visti? Idue deludenti azzurri: avevamo un compagno in fuga Bugno non si vede, ma Conconi dice: fisicamente è ok TORINO. La Milano-Torino esiste dal 1876, ne ha viste di tutte, e figuriamoci se si meraviglia d'un ordine d'arrivo alle cui vette non compare neppure l'ombra di un rinomato campione italiano. I nostri rinomati campioni non ne possono più di pedalare, aspettano ciondolando che venga il Lombardia e dia loro licenza, dopo averli definitivamente strizzati, d'andarsene a nanna. Dov'era Chiappucci? Dov'erano il tormentato Bugno e il balenante Fondriest? Da qualche parte della corsa dovevano essere, dal momento che al Valentino sono giunti in tempo regolamentare. Ma nell'attesa di comparire al cospetto del paziente pubblico, che cosa avevano combinato? Prima di rispondere alla delicata domanda, occupiamoci del vincitore e dei tre novelli professionisti che lo hanno accompagnato negli ultimi chilometri. Il vincitore è il danese Sorensen, un nobile del ciclismo. I tre inesperti sono Paolo Fornaciari, toscano, 22 anni; Francesco Frattini, varesino, 26 anni (un ritardato salto dai dilettanti), e Sergio Barbero piemontese (un piemontese, inaudito!) di Biella, 24 anni. Succede che queste persone si trovano in una fuga a undici iniziatasi dopo trenta chilometri dal via. Dai e dai, gli undici si spezzettano alle prime difficoltà altimetriche. Barbero va all'assalto solitario del Colle di Superga, Frattini lo segue e lo acciuffa, Sorensen e Fornaciai-i inseguono con il tedesco Krieger che non sopporta le salite e quando s'accorge che la strada sale si scusa per l'equivoco e desiste. Nella discesa su Sassi, che secondo il danese ha più curve d'una serpe incavolata, Fornaciari e Sorensen uncinano il duetto lombardo-piemontese e comincia il bello, se così ottimisticamente vogliamo definirlo. Sorensen sa tutto del ciclismo, ma non sa nulla di Fornaciari, di Frattini e di Barbero, chi sono, chi li ha mai sentiti nominare, chi è tra questi il velocista, chi curo, chi sorveglio, da chi devo guardarmi? Boh. L'incertezza di Sorensen è massima. Egli presumibilmente dice a se stesso: mica posso farmi buggerare dagli ignoti. Ma ecco che Frattini decide di dargli una mano. Come, perché? Frattini ce la mette tutta per tagliare la corda, prova e riprova. Sa che arrivando con Sorensen non ha scampo, tenta di piantarlo e così operando si svela. Sorensen capisce - non è che debba sforzarsi - che se Frattini desidera prendere il largo è perché come sprinter non vale la sua ruota. Fuori uno. Restano Fornaciai! e Barbero. Il piemontese si è limato non poco scalando Superga, regge le pedivelle con i denti. Fuori due. Resta Fornaciari. Sorensen nell'assalto finale che fa? Si colloca nella sua scia e abilmente (è quasi un campione) lo salta. I tre italiani s'inchinano al ventottenne maestro, professionista da otto anni, da dieci felice ospite dell'Italia. Facciamo dietro-front. Dunque, che cosa avevano combinato Bugno, Fondriest e Chiappucci? Nulla. «Io - dice Chiappucci - che cosa avrei dovuto combinare? Avevo nel gruppo degli undici un compagno di squadra, Sorensen. Non sono abituato a disturbare i compagni che lavorano per il successo. La Milano-Torino la vincerò in futuro. Ma quelli che davanti non avevano compagni da proteggere perché non si sono mossi come avrebbero dovuto?». «Anch'io avevo un compagno di squadra in fuga - dice Fondriest - il caro Bortolami. E poi quando la corsa si mette in un certo modo che ci vuoi fare?». Bugno non aveva nessuno da lasciare in pace, ma Bugno gareggia in trance. Non si è ritirato ed è già un progresso, ha deciso di partecipare al Giro di Lombardia ed è già una vittoria. Il male di Bugno sembra si annidi nel più importante degli organi vitali, il cuore. Il cuore di Bugno pompa benissimo, come assicura il professor Conconi, però la scienza si arrende davanti ai cuori afflitti da pene che non riguardano la medicina e la chirurgia. Chi, allora, può guarire Bugno se non lui stesso? Gianni Ranieri 81° GIRO DEL PIEMONTE 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 110 120 130 140 150 160 170 180 190 200 Ordine d'arrivo. 1. Rolf Sorensen (Dan), che ha coperto i 206 km del percorso in 4h36'7" alla media di 44,763 km/h; 2. Fornaciari; 3. Frattini; 4. Barbero s.t.; 5. Krieger (Ger) a 15"; 6. Bortolami a 45"; 7. Daelman (Bel) a l'36"; 8. Meyer (Sv) a T38"; 9. Van de Wouwer (Bel) a l'53"; 10. Sciandri a 2'03"; 11. Hincapie (Usa) a 2'08"; 12. Thijs (Ola) s.t.; 13. Nijdam (Ola) a 2'33"; 14. Bobrike (Rus) s.t; 15. Bartoli a 2'50". Gli altri italiani: 44. Chiappucci a 7'29"; 82. Fondriest a 8'32"; 119. Bugno s.t. Rolf Sorensen, 28 anni, ha vinto al termine di una facile volata; Chiappucci (a sinistra) era lontano