La Lazio e Gascoigne al tappeto
Due reti di Bertuccelli regalano il successo all'Avellino. Zoff furente: imbecilli INCREDIBILE ALL'OLIMPICO Due reti di Bertuccelli regalano il successo all'Avellino. Zoff furente: imbecilli La Lazio e Gascoigne al tappeto L'inglese fuori per un mese, ma è in arrivo Boksic ROMA. «Siamo imbecilli», mai Zoff si è arrabbiato tanto in questi quattro anni alla Lazio. Stavolta i biancazzurri l'hanno fatta veramente grossa, perdere due a zero all'Olimpico con l'Avellino è roba da libro dei primati. Promette lacrime e sangue, Zoff: si cambia registro subito, con ritiri numerosi e lunghi. Forse fuori Roma. E l'allenatore promette una relazione infuocata per oggi con Cragnotti, che sbarca dal Brasile e non si aspetta certo un simile disastro. «Cose che capitano quando si pensa che basta indossare una maglia per vincere - dice ancora Zoff -, quando si sta con la testa con le nuvole. Dopo Milano credevamo di aver conquistato il mondo. Ecco il risultato. Abbiamo battuto il naso, e di brutto. Non salvo nessuno, né me stesso né i giocatori. Non si può passare sopra ad un simile episodio. Non parliamo di riserve, nessuno di quelli in campo si salva». I guai della Lazio intanto continuano. La distorsione al ginocchio sinistro riportata in allenamento ferma Gascoigne per un mese: ma sta arrivando Boksic. La trattativa con Tapie dovrebbe essere già definita in ogni dettaglio visto che i dirigenti biancazzurri stanno affittando una casa all'Olgiata. Resta il problema del prezzo, stabilito in 15 miliardi, ma con Boksic biancaz- zurro solo a giugno '94. Ora Tapie lo cede subito e la Lazio pagherebbe 20 miliardi. E Gascoigne? L'asso inglese tornerà proprio a novembre, quando arriverà Boksic. Winter è intoccabile, sarà guerra per il posto tra Gazza e Doli. E non è detto che la spunti l'inglese. Anzi le voci di un suo rientro in Inghilterra, a fine campionato, si fanno insistenti. Contro l'Avellino Zoff raschia il fondo del barile: senza Favalli, Fuser, Doli e Gascoigne, via libera a Bonomi, Marcolin, Saurini e De Paola. 11 gioco biancazzuroo è triste assai, tanto che il gol di Bertuccelli al 25' non è poi una grande sorpresa. Meglio l'Avelli- no che almeno ci mette il cuore. Cominciano i fischi, la Lazio si scuote un po'. Ma l'Avellino non cede e chiude il primo tempo in vantaggio per uno a zero. Ripresa. Non c'è Casiraghi, contrattura alla coscia destra e Nazionale in pericolo, via libera al giovane Di Vaio. Al 63' il «dramma»: Bertuccelli fa il bis, dopo pasticci in serie della difesa laziale. L'Olimpico viene giù dai fischi. Sotto di due gol, la Lazio annaspa e l'Avellino sembra il Real Madrid. Bertuccelli è un Di Stefano in miniatura. O Luzardi in serata che più nera non si può. Cravero si distingue in attacco con una paio di belle capocciate. Però i verdi quando attaccano spingono di più. Ha la lingua di fuori il capitano biancazzurro nel cercare di rimediare agli errori dei compagni. Ancora Lazio avanti, con l'affanno. Di Matteo, dopo il gol sbagliato, ò diventato trasparente. Un vero fantasma. Winter fa tanta confusione. Ma è sul piano atletico che i verdi stracciano la Lazio. Si moltiplicano come il Foggia di Zemanlandia. La Lazio trotta, cerca di ragionare. Anche se con due gol sulla schiena è difficile. Zoff si alza, si rimette seduto. Si alza, torna a sedere e ingobbisce le spalle. Una frana del genere non se la sarebbe mai aspettata, soprattutto dopo il buon zero a zero di domenica con il Milan. Sì, la Lazio ha tanti assenti, ma insomma l'Avellino è pur sempre serie C. Due categorie di differenza non bastano per vincere, quando si ha la testa altrove. I fischi del pubblico peggiorano la situazione, povera Lazio, non sa davvero cosa fare. Di Somma toglie Bertuccelli e mette un'altra punta, Libro. Non ha paura di questa Lazio. Al 75' segna Winter, ma Lana annulla per un precedente fallo di Saurini. Entra Sclosa per Bonomi. La partita non cambia. Anzi l'Olimpico applaude le belle azioni dell'Avelli no e dalla curva riparte il solito coro: «Dino vattene». Piero Serantoni
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