«legami tra Mancini e la mafia» di Enzo Laganà

Ma il gip respinge le accuse mosse dalla Procura di Reggio Calabria all'ex ministro Ma il gip respinge le accuse mosse dalla Procura di Reggio Calabria all'ex ministro «legami tra Mancini e la mafia» // caso nato in seguito alle rivelazioni di due pentiti L'ex segretariopsi: «Non so nulla di queste indagini» REGGIO CALABRIA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE E' caduto dalle nuvole Giacomo Mancini, «padre nobile» e autorevole del socialismo italiano, quando ha appreso di essere stato a lurido indagato per rapporti con una sanguinaria cosca mafiosa. «Non ho ancora ricevuto alcuna comunicazione giudiziaria. Perciò potrò parlare dopo, quando avrò conosciuto le accuse», si è limitato a dichiarare. Ma la magistratura reggina comunicazioni giudiziarie non ne inoltrerà, almeno per oranei confronti dell'ex ministro ed ex segretario nazionale del psi. I gip non hanno infatti accolto la richiesta dei magistrati della procura distrettuale antimafia, che lo avevano sospettato di essersi reso responsabile di quegli stessi reati che da anni Mancini va denunciando nei confronti di buona parte della classe politico-amministrativa calabrese, a cominciare dagli esponenti del suo stesso partito. A mettere nei pasticci Mancinsono state le rivelazioni di dupentiti: Giacomo Lauro e FilippBarreca da mesi vuotano il saccsulla struttura mafiosa del Reggino della quale facevano parte e su tutte le sue malefatte (omicidi, racket, traffici di armi e droga). Confessioni che hanno permesso anchdi fare luce sugli omicidi dell'epresidente delle Ferrovie Ligato del giudice Antonino Scopelliti. Secondo i pentiti, l'ex ministravrebbe promesso il suo interessa mento a favore di un figlio di Natale Iamonte, definito «Mastro Generale» della mafia della zona jonica a Sud di Reggio. Il giovane, indicato come corresponsabile di un omicidio, venne poi assolto. L'episodio risale a 10 anni fa, durante la campagna elettorale dell'83. L'incontro tra Mancini, che sarebbe stato accompagnato dall'avvocato Mario Casalinuovo, ex ministro e legale degli Iamonte, e gli esponenti principali della cosca, sarebbe avvenuto nella zona di Melito Porto Salvo, in contrada Caracciolino. Non sarebbe stato quello il primo incontro tra Mancini e il capoclan: le occasioni precedenti sarebbero state offerte dalle annuali cene a base di maiale nelle case dei capielettori di Mancini, sparsi nella zona di Melito. I due gip - Ielasi e Cisterna nella loro ordinanza hanno giudicato difficile la prova del voto di scambio e poi hanno ammesso che nella fattispecie non si può procedere, sia per avvenuta prescrizione del reato, sia per sopravvenuta amnistia, mentre per l'imputazione di millantato credito hanno sostenuto che il reato appare inverosimile. Ma prima di arrivare a questa conclusione era stata ventilata anche l'ipotesi di una ben più pesante accusa, con l'accenno all'articolo 416 bis (associazione per de¬ linquere di stampo mafioso) di cui, però, allo stato mancano sufficienti elementi. Si legge infatti nell'ordinanza di «inquietante connessione mafiosa tra l'ex parlamentare Giacomo Mancini e la consorteria dei fratelli Iamonte» e di «contatti stabili e solidali» tra il primo e i secondi. La vicenda processuale che ha coinvolto Giacomo Mancini è venuta alla luce nel quadro delle indagini sul clan Iamonte che l'altra notte hanno portato all'arresto di 30 suoi esponenti, mentre altrettanti sono sfuggiti al provvedimento. Tra questi, lo stesso Natale Iamonte e i suoi 5 figli, che da tem- po pare siano emigrati in Piemonte e Valle d'Aosta. Un provvedimento è stato notificato in carcere anche a Nitto Santapaola: il boss catanese avrebbe messo i suoi «buoni uffici» perché la ditta Costanzo pagasse una tangente miliardaria agli Iamonte per non essere poi disturbata nell'esecuzione di lavori nella zona jonicareggina. Tra gli altri arrestati, anche due esponenti politici definiti parte integrante delle cosche: gli ex assessori provinciali Vincenzo Crea, de, 59 anni, e Alfredo Palumbo, psdi, 52 anni. Enzo Laganà Giacomo Mancini, ex segretario psi

Luoghi citati: Piemonte, Reggio, Reggio Calabria, Valle D'aosta