Ostaggi proposto lo scambio

Ostaggi, proposto lo scambio Ostaggi, proposto lo scambio Aidid: io libero il marine, voi i somali MOGADISCIO. L'ostaggio americano di cui sono circolate le immagini riprese in televisione potrebbe essere scambiato con i somali attualmente detenuti dall'Unosom. li' un'ipotesi fatta dal cosiddetto «ministro degli Esteri» dell'Alleanza nazionale somala ISna), Mohammed Issa Siad, che ha incontrato alcuni giornalisti a Mogadiscio. «So per certo che alcuni simpatizzanti della Sna - ha detto tengono l'ufficiale americano in ostaggio, so che è vivo, ma io non l'ho potuto vedere. Credo che sia intenzione di quelli che lo detengono di proporre uno scambio con i somali detenuti, ma non so se siano già stati presi contatti in questo senso». In proposito il maggiore David Stockwell, portavoce militare dell'TJnosom, nell'incontro pomeridia¬ no con la stP.wDa ha affermato che «non esi ' issuna comunicazione in r. iito». Issa ba aru .. fornito nuove cifre sulle vittime somale del combattimento di domenica scorsa: 357 morti e 754 feriti. Ha poi minimizzato le voci sulla possibilità che ci siano altri ostaggi in mano ai miliziani. Ieri mattina i cadaveri di due soldati americani sono stati mostrati alla stampa nel mercato di Bakara, nella capitale, uno dei principali luoghi di scontri domenica scorsa tra le forze dell'Onu e i seguaci di Aidid. Al mercato di Bakara ò stato intravisto anche un terzo corpo, carbonizzato. A proposito di questo episodio, Stockwell, ha detto che «essi sono da considerare disporsi finché un medico non li avrà identificati». Secondo una voce che circolava con insistenza ieri mattina a Mogadiscio, all'alba di martedì, un soldato americano, dopo essere riuscito a nascondersi per un giorno ed una notte, si sarebbe consegnato ai miliziani dell'Alleanza nazionale somala. Secondo alcuni testimoni, il soldato americano, dopo aver vagato in una zona boscosa a ridosso del mercato di Bakhara, ed essersi nascosto in una casa diroccata, sarebbe stato scoperto da un gruppo di donne e bambini che avrebbero tentato di catturarlo. Dopo essersi difeso sparando con un fucile ed un pistola che aveva con sé, il militare avrebbe chiesto di essere messo in contatto con i miliziani e con responsabili dell'Alleanza nazionale somala. Non ò possibile, tuttavia, ac- certare la credibilità di questa ricostruzione, sia pur riferita da più fonti somale. Secondo altre voci, insieme al primo ci sarebbero stati altri tre americani, ma un'altra fonte sostiene che i tre caschi blu in questione sono malesi che avevano perso l'orientamento. Fino a questo momento le fonti Unosom hanno parlato soltanto di sei soldati americani dispersi e di nessun altro dei contingenti di altri Paesi. Martedì sera e durante la notte sono arrivati alcuni grossi aerei da trasporto americani «C5 Galaxi» che hanno cominciato a sbarcare i 250 soldati americani di rinforzo, armamenti e mezzi cingolati. Frattanto Aidid, per la seconda sera consecutiva, ha parlato alla radio clandestina «Voce del popolo somalo» di Mogadiscio ed ha usato toni molti più forti del discorso della sera precedente, invitando i militanti dello Sna a «raddoppiare e triplicare gli sforzi per combattere contro l'Unosom e le sue operazioni militari». Assumendosi per la prima volta la responsabilità della guerra contro i caschi blu, Aidid ha affermato che l'uccisione dei somali a partire dal 5 giugno (data della strage di 24 caschi blu pachistani) «dimostra che gli Stati Uniti e l'Unosom vogliono rendere la Somalia una colonia e usarla militarmente, politicamente ed economicamente». «Dobbiamo difenderci da questa aggressione - ha detto Aidid - e dobbiamo considerare i somali morti dal 5 giugno martiri che meritano rispetto davanti a Dio e agli uomini». [Ansa)

Persone citate: Aidid, David Stockwell, Mohammed Issa Siad, Stockwell

Luoghi citati: Mogadiscio, Somalia, Stati Uniti