«Un Belpaese di pennivendoli» di Gabriele Beccaria

«Un Belpaese di pennivendoli» Secondo l'inglese Guardian sarebbero tutti corrotti i giornalisti d'Italia «Un Belpaese di pennivendoli» «Con un orologio o un vestito si compra una notizia» Nel monumentale bestiario dell'italica corruzione esponete i politici, aggiungeteci in bella evidenza gli industriali e lasciate un posto d'onore ai giornalisti, così dn chiudere il triangolo di grandi furti e piccole meschinità che ha riportato la Penisola all'attenzione del mondo. «The Guardian» ha affondato lapidario le sue penne nel mondo dei nostri media: «In Italia qualunque azienda può comprarsi notizie favorevoli. Costano solo un'auto o un orologio di lusso». «Ai reporters invitati alla conferenza stampa della Zanussi in cui si annunciavano perdite per il '92 è stata regalata una tivù. Benetton ha condotto un'orda di pennivendoli all'Avana per l'apertura di un suo negozio. Gli stilisti danno sottobanco capi di vestiario e le aziende automobilistiche si dimenticano di chiedere indietro i modelli dati in prova». Gli incantamenti a cui i giornalisti sono sottoposti e da cui si la¬ sciano volentieri sedurre sono senza fine. Il «libro nero» comprende gli abbondanti regali natalizi e quelli distributi nel resto dell'anno. Eppure, sono episodi da archeologia della corruzione se li si confronta con i casi di «insider trading» che, secondo «The Guardian», hanno legato reporters e industrie in un rapporto di relazioni pericolose. La vendita di informazioni riservate ha gonfiato molti portafogli e le contromisure sono inefficaci. «Certo, ci possono essere stati comportamenti scorretti dal punto di vista etico», ha riconosciuto il presidente dell'ordine dei giornalisti Gianni Faustini, ma l'organismo commenta il quotidiano - «non ha i mezzi per indagare». L'ombra del sospetto non ha risparmiato neanche il direttore generale della Rai Gianni Locatelli, finito sulle prime pagine per una controversa speculazione finanziaria, e - riporta il quotidiano - si è estesa all'intera corporazione dell'informazione con la presunta esistenza di un fondo nero del gruppo Ferruzzi «per influenzare gli organi di stampa». L'effetto-scandalo dovrebbe essere garantito. O no? «Sono le solite generalizzazioni», commenta il direttore dell'«Europeo» Lamberto Sechi e Andrea Monti di «Panorama» si chiede se davvero «ci sono stati o meno giornalisti conniventi con Tangentopoli». Dice Enrico Mentana di «Tg5»:' «Non si può negare che di fronte a storie come la Lombardfin o al caso Penne Pulite i giornali hanno mantenuto un atteggiamento quantomeno tartufesco», mentre dal «Tg4» Emilio Fede sbotta contro il reporter di «The Guardian»: «Un imbecille così lo prenderei a calci nel culo». Già. Ma non ci aveva già raccontato tutto Giampaolo Pansa sette lontani anni fa? Viene voglia di rileggersi «Carte False». Gabriele Beccaria

Persone citate: Andrea Monti, Emilio Fede, Enrico Mentana, Giampaolo Pansa, Gianni Faustini, Gianni Locatelli, Lamberto Sechi

Luoghi citati: Italia