Andreatta: ma adesso Eltsin deve mantenere le promesse di Andrea Di Robilant

Alla Camera aspro dibattito. Le sinistre: quella del governo è una logica da Pinochet Alla Camera aspro dibattito. Le sinistre: quella del governo è una logica da Pinochet Andreatta: ma adesso Eltsin deve mantenere le promesse ROMA. «Tu ragioni come Pinochet!», hanno gridato dai banchi di Rifondazione comunista. Ma il ministro degli Esteri Andreatta ha continuato ad illustrare con grande sicurezza i motivi del pieno sostegno italiano a Boris Eltsin. Alla fine la linea del governo ha ricevuto il sostegno di un'ampia maggioranza, mentre la risoluzione di Rifondazione che chiedeva di rivedere la posizione sugli eventi di Mosca è stata nettamente bocciata. Una vittoria di Ciampi e Andreatta, dunque, che in aula hanno anche ricevuto il tiepido appoggio della Lega. Ma in realtà quello di ieri è stato un dibattito tutt'altro che disteso. Il consenso attorno alla politica del governo verso Mosca è più fragile di quanto possa sembrare in superficie e rimane comunque legato agli sviluppi dei prossimi giorni in Russia. Il disagio e il nervosismo sono affiorati più di una volta, soprattutto a sinistra, con i senatori di Rifondazione che strepitavano contro Andreatta, il socialista Acquaviva che accusava Occhetto di essere «un Salomone da strapazzo» e il pidiessino Migone che a sua volta accusava di «cretinismo bipolare» chi si ostinava, come il governo, a vedere Eltsin come il buono e i rivoltosi come i cattivi. Il governo risponde che è indispensabile schierarsi con decisione dalla parte del Presidente russo e non essere tentati da quelle soluzioni del tipo «né con Eltsin né con i rivoltosi» vagheggiate dal pds. Andreatta non ha dubbi: Rutzkoi e Khasbulatov «hanno reso necessario l'intervento delle Forze Armate» incitando i loro sostenitori all'insurrezione. Eltsin ha usato la forza «dopo non poche esitazioni» e comun¬ que - assicura il ministro degli Esteri - la fine dello stato di emergenza è già stata fissata per il 10 ottobre. «E' più che mai nell'interesse del nostro Paese offrire il più convinto sostegno al disegno riformista cui il presidente Eltsin ha finora ispirato la propria azione», conclude An¬ dreatta. Anche perché «un suo sostanziale indebolimento non mancherebbe di ripercuotersi negativamente sulle prospettive di un quadro di sicurezza basato sulla cooperazione». In compenso, aggiunge il ministro degli Esteri, Eltsin dovrà tenere elezioni democratiche a dicembre, come promesso, e il. governo italiano ha già proposto l'invio di osservatori internazionali per assicurarne la correttezza. Le proposte italiane non si fermano lì. Ciampi vorrebbe che Eltsin fosse presente al vertice straordinario europeo che si terrà a Bruxelles il 29 ottobre. E vorrebbe far partecipare la Russia ai lavori del G7 l'anno prossimo, quando l'Italia ne avrà la presidenza. Insomma, avendo scommesso su Eltsin all'inizio, adesso non rimane che continuare a puntare su di lui. Ma è proprio questo «percorso obbligato» che adesso viene apertamente criticato dal pds. L'altro ieri Achille Occhetto ha accusato Eltsin di «neo-stalinismo radicale» ed ha criticato la posizione del governo a tal punto da far temere una crisi nella politica estera del Paese. Ieri il senatore Migone ha accusato il governo di sostenere Eltsin «più per fede nel mercato che nella democrazia». L'atteggiamento di Rifondazione è stato ancora più duro. Armando Cossutta ha definito Eltsin «un dispotico tiranno» mentre le spiegazioni di Andreatta sono state «gravi e inaccettabili» e la posizione del governo «un atto di servilismo» nei confronti di Washington. Critiche e perplessità, seppur con toni più attenuati, sono venute da Rete e Verdi. E anche la Lega ha espresso «gravissima preoccupazione» per gli abusi di Eltsin. «Per quanto ci riguarda - ha spiegato il capogruppo Speroni - se l'ago della bilancia pende di poco in suo favore è perché presto si andrà a votare. Ma il metodo ci sconcerta». All'interno della maggioranza il sostegno più chiaro è venuto da repubblicani, liberali e socialisti e da buona parte dei democristiani. Ma l'ala pacifista della de, guidata da Formigoni, contesta anch'essa «i metodi violenti usati dà Eltsin». Andrea di Robilant I pompieri ispezionano la Casa Bianca. Sopra Andreatta e sotto San Pietroburgo

Luoghi citati: Bruxelles, Italia, Mosca, Roma, Russia, San Pietroburgo, Washington