Dell'Anno: scusi Bagnoli, tolgo il disturbo

Dell'Anno; scusi Bagnoli, tolgo il disturbo INTER E TECNICO CONTESTATI Gli olandesi perplessi per il modulo di gioco e Pancev ritiene di non valere meno di chi gioca Dell'Anno; scusi Bagnoli, tolgo il disturbo «Cerco una squadra che mi valorizzi, non sono il vice-Shalimov» MILANO. «Dipendesse da me, me ne andrei anche domani». Firmato, Francesco Dell'Anno. «Neppure io giocherei peggio di come stanno giocando». Parole e musica di Darko Pancev. Questa è l'aria che si respira all'Inter dopo il grigio pari di Napoli. La squadra non decolla. I punti dal Milan sono sempre 3: questo, anzi, è l'unico riscontro positivo, dal momento che il Diavolo giocava in casa. Pellegrini e Bagnoli si amano sempre meno. Dell'Anno è l'elemento por il quale il presidente aveva sfidato a singoiar tenzone il grande capo dell'Udinese, Pozzo. Un pasticciaccio brutto: caso Shalimov, dieci miliardi, pressioni federali. «E' una trattativa che mi puzza», ha ribadi- to l'ex faro del Friuli. Allude, con malizia, all'aspetto privato (e privatistico) del contratto, introdotto da un altro trasferimento sull'asse Udine-Milano, quello del general manager Mariottini. Un pugno di partite, e Dell'Anno è finito in panchina. «Bagnoli mi ha detto chiaro e tondo che al centro, nella mia posizione naturale, non mi impiegherà mai - dice l'ex friulano -. Ha già Manicone, Jonk e fra poco riavrà Bianchi. Lo ringrazio per la franchezza, ma a questo punto non mi resta che prendere una decisione. L'ho presa: voglio andarmene. Cerco una squadra che intenda sfruttare le mie caratteristiche». Sentite questa: «L'amministratore delegato Boschi - pre¬ cisa Dell'Anno -, mi spiegò che ero stato preso quale alternativa a Shalimov, che poi, come tutti sanno, rifiutò di sostituirmi a Udine. Complimenti a Boschi, vuol dire che ha visto un altro giocatore. Se solo lo avessi saputo, mai e poi mai avrei accettato». E la società? «Ho parlato con Pellegrini, ha cercato di ammorbidirmi. Spiacente, ma voglio togliere il disturbo: questa la mia risposta. Non intendo rovinare la mia reputazione, a 26 anni ho ancora tanto da dire e da dare». Pancev, adesso. L'Inter intende spedirlo a Siviglia. Dalla Spagna, sono pronti quattro miliardi. Il macedone è stato, ufficialmente e definitivamente, messo fuori rosa per quanto coperto da un contratto quadriennale. A sentire Boschi, il bomber starebbe cedendo piano piano. «Io cedere? Ma neanche per idea - replica Pancev, furibondo -. Primo, non mi sento inferiore agli altri. Secondo, ho appena acquistato un appartamento nel centro di Milano. Fate un po' voi». Rimane Bergkamp. Ha il posto fisso, almeno lui, ma non si diverte più come ai tempi dell'Ajax. Ad amici olandesi avrebbe confidato di essere molto perplesso. Se non, addirittura, scocciato. Il modulo che applica l'Osvaldo non è quello che gli era stato prospettato all'epoca del trasferimento (febbraio). Dennis, comunque, tiene duro. Idem Jonk, domenica a Napoli in tribuna come già a Cagliari. Capitolo Coppa Italia. Se il Milan in vista del Vicenza ha deciso di far riposare tutti i nazionali, e di dare carta bianca al trio d'attacco Laudrup-Raducioiu-Savicevic, l'Inter alla vigilia della trasferta a Lucca ha gli uomini così contati da dover impiegare anche Manicone, al momento l'unico azzurro in squadra. Sacchi capirà. Intanto, si allungano i tempi di recupero di Schillaci. Totò è afflitto da uno stiramento agli adduttori. Dovrà stare fermo altri quindici giorni (niente Toro, alla ripresa). Resterà a Milano in compagnia di Orlando, Ferri, Berti e Pancev. Nino Sorniani