Kamikaze sull'autobomba contro un bus di Aldo Baquis
L'attentato rivendicato da «Hamas», l'obiettivo erano i militati israeliani a bordo dell'automezzo L'attentato rivendicato da «Hamas», l'obiettivo erano i militati israeliani a bordo dell'automezzo Kamikaze sull'autobomba contro un bus Strage mancata in Cisgiordania: morto l'attentatore, 30 feriti TEL AVIV NOSTRO SERVIZIO Un'autobomba lanciata in Cisgiordania contro un autobus civile israeliano, carico di militari: poteva essere una strage, ma il nuovo attentato suicida palestinese (il quarto del genere in meno di un mese) si è concluso con la morte del «fedayn» e il ferimento leggero di una trentina di passeggeri. «Un miracolo», ha affermato la radio dei coloni, «Canale 7», i cui studi si trovano a breve distanza dal luogo dell'esplosione. A Ramallah, dagli altoparlanti di una moschea è stato diffuso il contenuto di un comunicato con cui il movimento di resistenza islamico «Hamas» ha rivendicato l'attentato. «Hamas» ha poi preannunciato la sua volontà di proseguire la lotta sia contro l'occupazione militare israeliana, sia contro il regime di autogoverno palestinese a Gaza e a Gerico, previsto dagli accordi raggiunti fra Israele e Olp. Secondo il premier israeliano Yitzhak Rabin, «il fanatismo religioso e il nazionalismo esasps- rato» sono all'origine del fenomeno - relativamente recente degli attentati suicidi palestinesi. «Continueremo ad agire contro quanti praticano il terrorismo», ha aggiunto il primo ministro. «I nostri obiettivi principali saranno Hamas, la Jihad islamica e anche i Fronti del rifiuto, se agiranno contro di noi». Secondo tma prima ricostruzione, l'attentatore (se ne conosce l'identità, Kamal Bani Odeh, 20 anni, ma è incerta la sua esatta affiliazione politica) ha seguito, per alcuni chilometri, un autobus della linea 178, che collega Gerusalemme ad alcuni insediamenti ebraici della Cisgiordania. La sua Peugeot bianca non ha insospettito l'autista, perché aveva la targa israeliana, di colore giallo. Alla fermata di Beit El, quando molti soldati si apprestavano a scendere per entrare nella sede del governo militare, l'attentatore ha speronato l'autobus e ha innescato l'esplosivo. «La detonazione è stata molto violenta», ha spiegato una fonte militare. «L'autobus ha preso fuoco è si è riempito di fumo». Ci sono state scene di panico, ma alcuni soldati hanno avuto la freddezza di aprire il fuoco sull'autista palestinese. Oltre che da «Hamas», l'attentato è stato rivendicato ad Amman dalla «Jihad islamica - Beit al Makadess». Fonti palestinesi nei Territori hanno detto che Odeh era un attivista di «Hamas», ma secondo la radio militare israeliana militava nel «Fronte popolare» di George Habbash. Nei Territori è dunque in cor¬ so uno spietato braccio di ferro fra l'esercito israeliano - impegnato allo spasimo nella cattura dei ricercati palestinesi, prima che l'autonomia palestinese limiti la libertà di manovra - e le organizzazioni islamiche e marxiste che si oppongono all'autonomia. Nei giorni scorsi, le forze armate israeliane hanno catturato 16 militanti di «Hamas» a Gaza e 19 a Hebron, in Cisgiordania. L'attentato di Beit El è apparso quindi come l'immediata e spavalda risposta della guerriglia islamica. La situazione potrebbe migliorare una volta che siano i palestinesi a garantire l'ordine pubblico nei Territori, ha detto ieri David Ronen, un ex dirigente dei servizi segreti israeliani (Shin Bet). Secondo Ronen, infatti, il lavoro dei servizi di sicurezza palestinesi sarà facilitato dal fatto che presumibilmente la popolazione locale coopererà con loro. «Prima o poi - ha concluso - Hamas dovrà arrendersi alla nuova situazione». Aldo Baquis Poliziotti israeliani esaminano i resti dell'autobomba [FOTO REUTER]
Persone citate: David Ronen, George Habbash, Kamal Bani Odeh, Odeh, Ronen, Shin Bet, Yitzhak Rabin
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