la Germania di nuovo divisa sul Presidente targato Kohl di Emanuele Novazio

10 Steffen Heitmann è dell'Est, ma le sue idee sono contestate da sinistra, donne ed ebrei la Germania di nuovo divisa sul Presidente targato Kohl BONN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Nonostante critiche e riserve, Helmut Kohl conferma la sua scelta: il candidato democristiano alla presidenza della Repubblica sarà Steffen Heitmann, ministro della Giustizia in Sassonia e teologo di formazione, al centro di aspre polemiche sollevate da dichiarazioni sul passato nazista della Germania, sugli stranieri e sulle donne. Heitmann, 49 anni, è un uomo dell'Est: proprio per questo, sostiene la Cdu, dovrebbe rappresentare al meglio la nuova Germania riunificata, riassumerla in emblema. Se la spunterà alle elezioni del 23 maggio (a votare sarà un'assemblea federale composta da membri del Bundestag e del Bundesrat e da delegati dei Parlamenti regionali), grazie a lui la Germania sarà meno divisa, dicono gli uomini del Cancelliere. La scelta di Heitmann è nata soprattutto come gesto simbolico: per far sentire alla «metà frustrata della Germania» che il solido Occidente non la vuole emarginare, ma che la considera anzi degna di ricoprire la massima carica dello Stato. Anche se le sue funzioni sono soltanto rappresentative, infatti, il Presidente federale può diventare un delicatissimo riferimento dell'opinione pubblica, come ha saputo fare bene Richard von Weizsaecker: arrivato alla fine di due mandati di cinque anni con un'autorevolezza che ha forse sollevato qualche gelosia nel Cancelliere. Appena apparso sulla scena politica nazionale, invece, dove fino a un mese fa era completamente sconosciuto, Heitmann ha infiammato fronti sensibili. A proposito degli stranieri, per esempio, ha detto che la Germania ne è «troppo piena». Riferendosi al nazismo, ha detto che «il genocidio degli ebrei non deve portare la Germania a giocare un ruolo particolare fino alla fine della storia». Dopo averlo incontrato per «avere spiegazioni su queste affermazioni», 0 presidente della Comunità ebraica, Ignatz Bubis, l'ha accusato di «portare acqua al mulino degli estremisti di destra e di voler rendere presentabile l'antisemitismo». Infine, con un'intervista nella quale criticava anche il trattato di Maastricht tanto caro a Kohl, Heitmann ha scatenato una buona percentuale della popolazione femminile: «Bisogna rimettere la funzione materna al centro della società», ha detto; «bisogna riportare le donne ai fornelli». Una scelta aumentata in origine da motivazioni politicamente ineccepibili - ed elettoralmente paganti per la Cdu, che proprio all'Est subisce le perdite più consistenti - è subite diventata troppo controversa per promuovere consenso. Quello che dove¬ va essere l'uomo dell'unità è diventato elemento di disunione; e a nulla vale che la designazione sia arrivata proprio alla vigilia del terzo anniversario dell'unificazione. Ma nonostante prevedibili defezioni di voti democristiani e il mancato appoggio liberale possano far fallire il suo candidato, Kohl ha deciso di rischiare. Forse non aveva alternative: ma il '94, per lui, sarà davvero un anno di scommesse elettorali. Emanuele Novazio Steffen Heitmann, candidato dalla Cdu alle Presidenziali del '94 [fotoreuter]

Luoghi citati: Germania, Sassonia