Gorbaciov dalla madre

«Vieni a Mosca con me e con Raissa» Gorbaciov dalla madre «Vieni a Mosca con me e con Raissa» MOSCA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Mikhail Sergheevich è tornato a Privolnoe, per la prima volta da cittadino normale, ha mangiato il borsh della mamma, visitato il padre Serghei e la nonna Vassilissa al cimitero, rivisto gli amici, salutato i vecchi compagni, provato a convincere l'anziana signora Gorbaciova: «Mamma, vieni a vivere a Mosca con me...». Ma lei gli ha risposto: «Misha, finalmente sei tornato, rimani qui a Privolnoe». Per ora niente di fatto. Tradito dal fratello Aleksander che gli ha venduto la casa, Mikhail Gorbaciov si trova in un impiccio famigliare e in un groviglio giuridico dal quale appare come un figlio che s'era dimenticato della mamma. Andrej Razin, trentacinquenne cantante pop, ha comprato per pochi rubli la casa, ha fatto firmare alla vecchia signora Gorbaciova un pat¬ to di tutela, afferma di non voler cedere, a meno che Mikhail Sergheevich in persona non vada a trattare con lui. I giornali russi raccontano in lungo e in largo questa telenovela famigliare che per adesso non ha avuto una conclusione se non nella dichiarazione di Gorbaciov che nella sua vecchia casa di ragazzo non ci sarà alcun museo dedicato a lui (come voleva fare Razin che, tra l'altro, afferma di essere figlio naturale dell'ultimo Presidente dell'Urss), che tutto rimarrà di proprietà della famiglia, che lì ogni tanto si ritroveranno tutti i Gorbaciov intorno al borsh della mamma. Quando venerdì è sceso dall'aereo, a Stavropol, nel Sud della Russia, ai confini col Caucaso, Mikhail Sergheevich ha trovato solo due giornalisti e due automobili ad aspettarlo. Quando ha incontrato la mamma, dicono i testimoni che ha nascosto la te¬ sta nella sua spalla, poi si è seduto al tavolo dove c'era anche il fratello minore Aleksander, un militare che lavorava al reparto onorificenze del ministero della Difesa e che ha sempre amato la vodka, almeno quanto Mikhail l'ha odiata. A tavola si è parlato della vita, dei vicini e dei parenti, di quelli morti e di quelli vivi. Chiacchiere di paese tra persone che da tanto tempo non si vedono. L'amministrazione provinciale gli ha offerto un pranzo a base di gamberi di fiume e di birra. Hanno ricordato di quando lui era segretario del Komsomol, la gioventù comunista, di quando era segretario del partito e girava per i campi a vedere come andava il raccolto. Le ragazze lo corteggiavano, ma lui non aveva tempo. L'unico svago era il teatro: sul palcoscenico della scuola di Krasnogvardejskaja ha interpretato tutti i ruoli, dal proletario al re. E anche questa volta, sulla tavola del ristorante, il bicchierino di cognac di Mikhail Sergheevich è rimasto pieno: «Non ho mai imparato a bere». Che accadrà ora della casa e della mamma? Razin, concluso l'accordo con il fratello di Gorbaciov, ha offerto alla signora la tutela, un medico, un cuoco e un giardiniere. Mikhail ha definito «infame» quel contratto. Razin lo ha minacciato: «Se insiste ad offendermi, lo denuncerò». Il pasticcio è lontano da una conclusione, il borsh della signora Gorbaciova per ora non ha contribuito alla pace. [c. m.] Mikhail Gorbaciov

Luoghi citati: Mosca, Russia, Urss