« Ecco la Gladio rossa»

«Cose riproposte oggi per attenuare l'effetto delle rivelazioni di operazioni Cia in Italia» Espresso e Panorama pubblicano nuovi atti « Ecco la Gladio rossa» Cossutta: caccia alle streghe ROMA. E' andata avanti per almeno 15 anni, con le forniture che arrivavano dall'Urss, la cosiddetta «Gladio rossa», la struttura antigolpe messa in piedi dal pei con l'aiuto dei sovietici più volte sollecitato dai dirigenti comunisti negli Anni Sessanta e Settanta. Era il 1981 quando il pei comunicò a Mosca che «la direzione aveva deciso di smantellare e distruggere per ragioni di sicurezza tre stazioni radio ricetrasmittenti fornite da noi (il Kgb, ndr) nel 1973». Nuove rivelazioni su questo micro-esercito di radio-telegrafisti ed esperti in linguaggi cifrati, tecniche di travestimento e organizzazione di rifugi segreti arrivano dagli archivi russi, e sono pubblicate da Espresso e Panorama. I responsabili italiani della «Gladio rossa», scrivono i due periodici, erano Armando Cossutta prima e Ugo Pecchioli poi. Cossutta viene indicato come colui che, il 3 agosto 1970, riceve le istruzioni del Politburo del pcus perché venga riconosciuta «la necessità di aggiornare l'addestramento dei ra¬ diotelegrafisti del pei». Di fronte a questi documenti Armando Cossutta, oggi leader di Rifondazione comunista, non batte ciglio. «Sono cose vecchie - commenta - che vengono riproposte ora, forse per attenuare l'effetto delle imminenti rivelazioni sulle operazioni della Cia in Italia. Le vedove della guerra fredda vogliono riprendere la caccia alle streghe? Si accomodino. Non sono certo i comunisti che devono dare spiegazioni, ma i promotori dei ripetuti tentativi di golpe in Italia». Sul piano personale, il senatore aggiunge: «Per quanto mi riguarda tutti sanno che il mio nome è apparso come il primo nella lista delle persone che si volevano chiudere in Sardegna, in un campo di concentramemto, negli Anni Settanta». Come dire che le paure di colpi di Stato in Italia, in quel periodo, erano fondate, eccome. Niente di scandaloso nelle contromisure prese dai comunisti, dunque, e chi oggi cerca di imbastire polemiche su questi argomenti lo fa con fini strumentali. Il nome di Cossutta è ricorrente. Il senatore, nel dicembre 1972, a nome del pei chiede ufficialmente al pcus, oltre ai radiotrasmettitori, anche «mini-attrezzature per i problemi relativi alla falsificazione di documenti (...) fabbricate in modo da permetterne l'uso in caso di estrema necessità». I sovietici propongono di preparare 500 documenti italiani in bianco tra passaporti e carte d'identità e in aggiunta, «per i massimi dirigenti del partito, 50 passaporti e carte d'identità, e 50 copie di riserva degli stessi documenti di tipo svizzero e francese, nonché parrucche e altri tipi di camuffamento...». Nel maggio '74 al capostazione del Kgb a Roma arriva da Mosca il seguente messaggio: «Incontri il compagno Armando Cossutta e gli comunichi che gli amici possono inviare in Urss 19 persone...». Nel '76 è Ugo Pecchioli a rinnovare le richieste ai sovietici per «l'addestramento di istruttori, radiotelegrafisti, esperti di tecniche di partito, organizzazione di nascondigli segreti...». [gio. bia] «Cose riproposte oggi per attenuare l'effetto delle rivelazioni di operazioni Cia in Italia» Armando Cossutta (a destra) col segretario pei Enrico Berlinguer

Persone citate: Armando Cossutta, Cossutta, Enrico Berlinguer, Ugo Pecchioli