Si arena dopo 20 anni il battello della pace di Aldo Baquis

Tel Aviv, chiude la radio pirata di Abie Nathan Tel Aviv, chiude la radio pirata di Abie Nathan Si arena dopo 20 anni il battello della pace TEL AVIV NOSTRO SERVIZIO Dopo oltre vent'anni di trasmissioni da bordo di un battello «pirata» ormeggiato nelle acque internazionali di fronte a Tel Aviv, la «Voce della pace» ha da ieri cessato tutti i suoi programmi. A decretare la fine dell'impresa - ha spiegato il proprietario della stazione radio, il pacifista israeliano Abie Nathan, 66 anni - sono stati gli alti costi di gestione e le cattive condizioni dello scafo. «Nell'imminenza delle burrasche invernali - ha aggiunto, nel lungo monologo conclusivo - non me la sentivo di rischiare la vita dei miei dipendenti», Dal monologo - interrotto da pesanti sospiri e costellato da frequenti errori di grammatica, dovuti probabilmente all'emozione di questo ebreo immigrato dall'India nel 1948 - è emerso che l'impavido combattente della pace è giunto alla meta profondamente ferito. Per assistere alla storica stretta di mano fra il premier israeliano Yitzhak Rabin e il leader dell'Olp Yasser Arafat lui che ha scontato un anno di carcere per aver osato parlare di pace con il «terrorista» per antonomasia - ha dovuto intrufolarsi fra il pubblico di Washington. Nel momento della riconciliazione fra israeliani e palestinesi, nessuno ha più ricordato il suo sciopero della fame, durato 40 giorni, contro la legge che vietava agli israeliani di incontrarsi con i membri dell'Olp. Accompagnato dalla musica di John Lennon e di Nat King Cole, l'ex pilota Nathan ha spiegato che il suo pacifismo deriva fra l'altro dal senso di colpa per aver bombardato, nella guerra del 1948-49, i villaggi arabi di Sasa e Tarshiha, in Galilea. «Da allora - ha aggiunto - cerco di pulire queste mani intrise di sangue». Ma vent'anni di altruismo (non solo in Medio Oriente, ma anche in Somalia e in Kenya, in Cambogia e in America Latina) hanno insegnato a Nathan che talvolta donare può essere un'impresa molto difficile. Solo con uno stratagemma riuscì, negli Anni Settanta, a distribuire agli abitanti egiziani di Port Said decine di migliaia di fiori, con cui voleva illustrare il desiderio di pace da parte di Israele. Nel 1982, fallì invece il suo tentativo di inviare medicinali agli abitanti di Beirut, bombardati dall'artiglieria israeliana. L'ambulanza che voleva regalare loro finì in definitiva a Cipro. «Nessuno mi disse grazie», ha aggiunto Nathan. «I ciprioti anzi si lamentarono perché aveva il volante a sinistra, mentre loro guidavano all'inglese». In quell'anno, il pacifista rischiò di nuovo la vita quando si spinse fin nel bunker di Arafat, a Beirut, nel vano tentativo di convincerlo a liberare un pilota israeliano. «A cento metri da noi - ha ricordato - cadevano le bombe, sganciate dagli aerei israeliani». Aldo Baquis

Persone citate: Abie Nathan, Arafat, John Lennon, King Cole, Sasa, Tarshiha, Yasser Arafat, Yitzhak Rabin