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la Sicilia pagava doppio la Sicilia pagava doppio Tutta d'oro la sede della Regione a Roma, 7finiscono in carcere PALERMO. Un nuovo scandalo, stavolta per l'acquisto di una sede di rappresentanza a Roma, scuote a Palermo i vertici della Regione Siciliana. Ieri mattina sono stati arrestati il segretario generale della presidenza regionale Gaetano Di Fresco e il deputato regionale psi Vincenzo Leone. Quest'ultimo ha varcato la soglia del carcere per la terza volta in un anno. Con l'esponente politico e l'alto burocrate sono state arrestate cinque persone che due anni fa ebbero un ruolo imi 'r~ tante nell'acquisto di un piccolo immobile in via Marghera 36 a Roma pagato circa 6 miliardi, ma che secondo la perizia d'ufficio ne vale 3. Sono tre tecnici (uno dell'ufficio Demanio della Regione e due dell'Ute, l'Ufficio tecnico erariale di Roma che avrebbero avallato la congruità dell'affare): Rosolino Di Franco, Luciano Biagioli e Pierfranco Achene, il venditore dell'immobile Valerio Vianello Ancoretti e l'avvocato Arturo Manti, intermediario della compravendita. Appena la notizia si è diffusa a Palermo vi è stata sorpresa, anche se molti non escludevano questa conclusione perché sulla vicenda erano circolate da tempo indiscrezioni, tanto che giorni fa i deputati della Rete all'Assemblea Regionale avevano presentato un'interrogazione al governo sollecitando chiarimenti urgenti. Illazioni erano già circolate anche nel 1991 prima e dopo il perfezionamento dell'acquisto. A Roma la Regione ha da lunghi anni una sede di rappresentanza, bella e antica ma non ampia, nella centrale via delle Coppelle, presa in affitto dall'istituto «Sturzo» che ne è proprietario. Ma durante l'ultimo governo regionale presieduto da Rino Nicolosi la segreteria generale della presidenza della Regione pilotò l'operazione per la nuova sede a Roma al centro oggi della nuova inchiesta, [a. r.]