Coop rosse nel mirino
Coop rosse nel mirino Coop rosse nel mirino Zamorani: appalti in quota fìssa MILANO. Achille Occhetto e Massimo D'Alema. Ci sono anche i loro nomi nelle carte dell'inchiesta Mani pulite. A farli è stato Mario Alberto Zamorani, il manager dell'Iri arrestato già una volta, divenuto famoso per la frase: «Ci saranno mille arresti a Tangentopoli». Secondo il settimanale «Panorama», che pubblica stralci dell'interrogatorio davanti a Di Pietro del 23 settembre, Zamorani ha raccontato il ruolo del pci-pds nella suddivisione delle tangenti rosse attraverso le cooperative. «Fin dalla fine degli Anni 70 e per tutti gli Anni 80 - ha spiegato - accordi non scritti tra i partiti destinavano una quota tra il 10 e il 20 per cento, più spesso tra il 15 e il 20 per cento, alle cooperative». «Alla fine dello scorso decennio invece - ha aggiunto Zamorani la segreteria amministrativa del pei pose nuove condizioni alla continuazione dell'ap¬ poggio politico ai grandi lavori pubblici. Sia Renato Pollini che Marcello Stefanini (entrambi cassieri del pci-pds; ndr) chiesero che le Coop entrassero anche nel settore delle autostrade con una quota del 15-20 per cento». A proposito di questo accordo, Panorama cita testualmente un pezzo dei verbali dell'interrogatorio di Zamorani nel quale afferma che entrambi i segretari amministrativi gli hanno precisato che «su questa linea erano d'accordo anche l'on. Massimo D'Alema e il segretario poltico Achille Occhetto». In merito ad un accordo che sarebbe intervenuto nel settore delle autostrade, Zamorani, sempre secondo quanto scrive Panorama, avrebbe fatto anche i nomi di Ettore Bernabei, ex presidente Italstat, e di Lanfranco Turci, ex presidente della Lega delle Cooperative. Immediata la reazione dei- la segreteria pidiessina. «Un altro episodio dello stillicidio di chiacchiere, insinuazioni e calunnie prive di ogni fondamento e di ogni consistenza fattuale che rileva null'altro che la volontà di colpire il pds e i suoi dirigenti, arrivando perfino ad infangare il nome di Berlinguer», ecco il commento di Botteghe Oscure. «Questa campagna che ha conosciuto appena pochi giorni fa, in relazione alle false notizie sui conti svizzeri, clamorose e solenne smentite da parte degli stessi giudici di Milano, continua come niente fosse con una pervicacia e disprezzo dei fatti tali da tur- bare la convivenza civile, la legalità democratica e da costituire - conclude la nota persino una minaccia per l'indipendenza della magistratura». Ma i magistrati di Mani pulite hanno da tempo Marcello Stefanini nel mirino. Entro il 5 ottobre dovrà essere deciso se inviare o meno la richiesta di autorizzazione a procedere per il tesoriere del partito. Una bozza da mettere in discussione è già pronta. Vari i reati che devono essere ancora vagliati: corruzione, violazione del finanziamento, frode fiscale e falso in bilancio. Ir. i.] Mario Alberto Zamorani il manager dell'In che accusa i vertici del pci-pds
Luoghi citati: Milano
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