NO ALLE MANOVRE di Marcello Sorgi

NO ALLE MANOVRE NO ALLE MANOVRE NATO in una chiacchierata informale con i giornalisti a Castelporziano, lo sfogo del Presidente della Repubblica sulle elezioni è importante, non per le novità, ma per la conferma che contiene. Dunque Scalfaro non ha cambiato idea, ed è deciso a portare il Paese a votare in tempi brevi. Se gli ultimi adempimenti a corredo della nuova legge elettorale fossero stati già ultimati, il Capo dello Stato avrebbe sciolto le Camere il 23 settembre, la sera stessa dell'ignobile salvataggio di De Lorenzo, reo confesso, dall'arresto; e del voto con cui fu sancita di fatto la differenza fra il cittadino qualsiasi, che, se colpevole, va in galera, e l'onorevole, che ha il privilegio di non andarci mai. In realtà Scalfaro la sua deci¬ sione l'aveva presa molto prima che le conseguenze politiche di Tangentopoli sprofondassero nel grottesco. Il suo ruolino di marcia il Capo dello Stato se l'era dato all'indomani del referendum del 18 aprile. Mentre tutti o quasi gli chiedevano elezioni anticipate ognuno per le sue ragioni: chi per sfruttare la spinta del «Sì» a favore dell'opposizione, chi per salvare il salvabile ed evitare la riforma elettorale - il Presidente aveva scelto un'aire strada. A suo giudizio la volontà dei cittadini andava interpretata diversamente: prima la riforma elettorale uninominale, e poi, subito dopo, le elezioni con il nuovo sistema. Ecco perché Scalfaro si Marcello Sorgi CONTINUA A PAG. 2 SETTIMA COLONNA

Persone citate: De Lorenzo, Scalfaro