Chi salverà Maria Antonietta?

Morte o libertà, al pubblico la scelta Parigi, la rivincita della regina in una pièce «interattiva» Chi salverà Maria Antonietta? Morte o libertà, al pubblico la scelta PARIGI DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Ghigliottinata il 16 ottobre 1793, l'ultima e odiatissima regina di Francia può ormai beffare ogni sera i suoi carnefici lasciandosi assolvere dal pubblico. In Marie-Antoinette, che esordisce stasera al Palais des Sports parigino, il regista Robert Hossein fa distribuire tra il pubblico una scheda con quattro possibili sentenze: libertà, esilio, prigione, pena capitale. La votazione avviene nell'intervallo, dopo un primo tempo che allinea sul palcoscenico testimoni prò e contro. Da Rohan a Mirabeau, da Saint-Just a Robespierre, a Madame Polignac, riascolteremo dal vivo parole che giacciono nei polverosi volumi sulla Rivoluzione Francese. Alain Decaux, il supervisore dei testi, ci assicura che lo spettacolo non deroga in nulla o quasi all'evidenza storica: è un processo vero, rispettoso della verità. Nell'evocarlo, Robert Hossein - già celebre per altri feuilleton ispirati a episodi della storia francese - si prende tuttavia alcune licenze cronologiche. Fra i testimoni vediamo per esempio sfilare l'imbelle e pio Luigi XVI, già cadavere da mesi quando Parigi ne ghigliottinò la moglie, e persino il Re Sole. Ma se la regia trasforma gli spettatori in giurati, non è per semplice amor di sondaggio. La pièce ha quattro finali intercambiabili. Una grande bi- lancia sul palcoscenico «pesa» i diversi giudizi. Immaginiamo che lo scrutinio laurei vincitori gli innocentisti: nel prosieguo vedremo i carcerieri aprire i cancelli lasciando uscire dalla Conciergerie una ex sovrana che ha perso il trono ma conserva almeno la testa. Il reality-show sul Terrore giacobino cede quindi il posto a una rappresentazione interattiva, in cui sono agibili gli sviluppi preclusi dalla Storia, quella irripetibile. Il gioco dovrebbe appassionare le 3500 persone chiamate ogni sera a rivivere il tragico epilogo della monarchia capetingia. E non fosse altro che per evitare i déjà-vu, sembra probabile che si orientino verso le tre ipotesi non sanguinarie. Dietro l'espediente scenico un «do it yourself» in cui ciascuno si costruisce la storia a propria immagine e somiglianza, da vero bricoleur - è facile tuttavia intravedere altre malizie. Senza neppure volerlo troppo nascondere, il MarieAntoinette accarezza un obiettivo improponibile solo qualche anno fa: riabilitare la vedova Capeto. La missione potrebbe apparire kamikaze. Unanimi, gli studiosi denunciano le perverse influenze della bionda austriaca sul regno, i capricci, gli arroccamenti reazionari. La sua educazione monolitica, l'universo stantio che dominava Versailles e il rimanere - bene o male - una «straniera» a Parigi bastano forse per invocare le circostanze attenuanti, non oltre. Eppure il perdono lo si avverte nell'aria. Sarà Alexander Solzenicyn che dalla Vandea tuona contro il 1789, le ancor fresche cerimonie per commemorare in Place de la Concorde un Louis XVI a lungo denigrato, o forse una nuova indulgenza verso l'ancien regime, ma l'apologetica controrivoluzionaria da mesi affina le sue armi. Almeno tre pubblicazioni - fra cui Gli ultimi sessanta giorni di Maria Antonietta (Plon) - accompagnano l'anniversario. Vittima, se non martire, la regina ne esce fuori con tutti gli onori. E il 16 ottobre l'attende un requiem in sua memoria: dopo duecento anni repubblicani, la nostalgia bussa alla porta. Enrico Benedetto Maria Antonietta

Persone citate: Alain Decaux, Alexander Solzenicyn, Enrico Benedetto Maria Antonietta, Louis Xvi, Luigi Xvi, Maria Antonietta, Re Sole, Robert Hossein

Luoghi citati: Francia, Parigi, Versailles