Craxi e Martelli «agli ordini» di Augias di Corrado Augias

Craxi e Martelli «agli ordini» di Augias Sta per uscire «Una manciata di fango»: romanzo di assassini e corruzioni sulla fine della Prima Repubblica Craxi e Martelli «agli ordini» di Augias Li ha inseriti in un giallo a chiave con i protagonisti di Tangentopoli INGUE, spesso sudaticcio sulla lucida (melata», il segretario del Partito Italiano del Lavoro, sim bolo un papavero fiammeggiante, è uno degli uomini più potenti della Penisola. Spregiudicato, autoritario, capace di metodi banditeschi il «compagno» Athos Corona è al culmine del suo successo politico quando si accende la miccia che innesca uno dei più grossi scandali del secolo, una storia di mazzette che arrivano da un lontano Paese del Continente Nero, che manda a gambe all'aria la sua fortuna. All'aeroporto di quello stesso Paese africano, il fantomatico Dahomir, capitale 'Nbala, viene arrestato il suo giovane delfino, Mauro Laghi, trovato in posses- so di una cospicua quantità di droga. Chi si nasconde dietro a Laghi e Corona? Il nuovo romanzo di Corrado Augias, Una manciata di fango (Rizzoli), in libreria a giorni, non è solo una storia di tangenti e assassinii, ma un racconto a chiave, dove lo scrittore e giornalista televisivo, dietro le descrizioni e i tic dei protagonisti immaginari, fa intravedere concreti personaggi politici dei nostri giorni. Al lettore il divertimento (e la responsabilità) di dar loro nome e cognome. Ecco come è descritto l'avvenente Laghi, sul punto di fare le scarpe al suo segretario: «Aveva grandi occhi vellutati, bei ricci bruni, una bocca così finemente disegnata da sfiorare la grazia femminile. La voce, poi, era grave e duttile, persuasiva per il timbro, prima ancora che per le idee». A proposito della sua ben nota vanità, circolava la battuta: «Se volete tenerlo occupato dovete solo mettergli uno specchio in mano». Il «compagno» Corona, anticlericale e incolto, «aborriva tutto ciò che sapeva di vincolo, di co¬ strizione, di legge, di ideologia, di libro» e approfittava della prosperosa moglie del delfino, Anais (sarà un caso, ma l'anagramma fa asina), che ha come lui gusti sessuali molto particolari: raggiunge il culmine del piacere solo se presa a cazzotti. Il corpulento segretario, invece, a letto diventa un bebé e, perché tutto funzioni a dovere, indossa un grembiulino, si porta fra le lenzuola un panierino e si fa dare degli sculaccioni da Anais questa volta nel ruolo di mamma severa. Gli indizi per riconoscere i protagonisti di anni di politica italiana sono tanti: chi si nasconde dietro il senatore dalle guance rubizze - rivelatrici dell'inclinazione per la bottiglia - che presiede agli accordi di cooperazione e sviluppo per il Dahomir? chi maschera il personaggio di Giosi Stroppene, finito tragicamente, ambigua figura di giornalista, proprietario di un'agenzia di notizie, la Spatium, nota per essere stata legata a frange deviate di disciolti servizi segreti? e chi è il ministro Loredani, coinvolto in un'inchiesta per finanziamenti irregolari a Venezia, inseguito da un gruppo di cittadini inferociti che lo spingono in un canale? Bettmo Craxi, Claudio Martelli, Francesco Forte, Mino Pecorelli, Gianni De Michelis, e altri ancora, sono per alcuni tratti individuabili dietro alla fiction. Nella fitta trama gialla che avvolge il caso della connection Italia-Dahomir, fortunatamente, a fianco del viceprefetto Guastalla (una via di mezzo tra Do menico Sica e Arturo Parisi), ci sono i giornalisti dell'Opinione, ovvero della Repubblica, di cui A ugias è una firma di punta da a nni (lo scrittore ha anche amb ientato altri romanzi come Una n ìgazza per la notte al giornale). Il direttore del quotidiai io (Eugenio Scalfari?) «vanesio n ìa tutt'altro che sciocco», ince< ie nei corridoi con un «sorriso h enedicente, la fronte rosa e sere: na come sempre e il passo molle» >, si fa adulare e vezzeggiare dal le segretarie e ama per la sua p agina della cultura soprattutto le vicende del secolo dei Lvuni. Accanto a lui c'è un caporede ittore alla cultura, Angelo Mori ( Paolo Mauri?), pronto a soddisfare ì i desideri del capo e uno spire^ giudi¬ cato cronista di nera, Massimo Agosti (Massimo Lugli?). E poi ci sono due grandi inviati, Angelica e l'autobiografico Alberto (che ricorda però anche altri colleghi di Augias, come Sandro Viola e Mario Pirani), che aiutano a risolvere il complicato caso. «Ho scelto di rappresentare politici e giornalisti - spiega Augias - perché questo è del tutto consueto in altri Paesi, come negli Stati Uniti, mentre da noi avviene assai raramente». Con la defenestrazione di Corona che rimane per un po' tentato dal suicidio, e la lunga malattia di Laghi che alla fine si decide a parlare, finisce ingloriosamente la Prima Repubblica. Mirella Seni Mazzette africane droga, giornalisti e poliziotti in gamba Corrado Augias

Luoghi citati: Italia, Laghi, Stati Uniti, Venezia