Scrive il suo epitaffio e muore di Giulio Gavino

Scrive il suo epitaffio e muore Sanremo, un manifesto a lutto richiama vecchie tradizioni del Ponente ligure Scrive il suo epitaffio e muore Ha dato l'addio al mondo con versi dialettali SANREMO. Un manifesto listato a lutto rigorosamente in dialetto. Questo, l'inedito addio, dai toni malinconici, che ha dato la notizia della morte di un vecchio «sanremasco», come chiamano da queste parti chi ha radicate origini ponentine. Poche frasi in rima, scritte proprio dall'anziano (aveva 78 anni) perché venissero capite da tutti, dai vecchi del centro storico e da chi, tra le ultime generazioni, non disdegna a seconda delle occasioni di rispolverare le frasi dialettali dei nonni, modi di dire sentiti da bambino e mai dimenticati. «Ieri se n'è andato all'altro mondo sperando che gli facciano una buona accoglienza questa la traduzione dell'epitaffio di Alfredo Valdiserra -. Era solo un pescatore ma in fondo in fondo aveva ancora un po' di coscienza. Non si può dire sia stato un santo, e speriamo che il Signore, da lassù, non lo lasci fuori, che gli trovi almeno un posticino». Centinaia di persone si sono fermate a leggere il manifesto, a scorrere con gli occhi quelle parole tanto difficili da capire che raccontano però una storia millenaria. E' stato un passaparola tra la gente a far notare tra gli altri avvisi mortuari quello di Valdiserra con sotto il nome una sola scritta, «u nu gh'è ciù», letteralmente «non c'è più», semplice e comprensibile a tutti. Non è mancato nemmeno un riferimento al funerale, al rito religioso celebrato in una piccola chiesa nell'immediato entroterra della città dei fiori e del Festival: «...chi non può venire si dia pace anche se sarà solo come un cane non protesterà. Adesso tace». L'annuncio della morte è stato dato dalla moglie Elvira e dai figli Emma e Natalino. Dopo la messa la salma è stata portata nel cimitero di Valle Armea, ormai noto per le vicissitudini che hanno visto l'Aurelia-bis, la tangenziale sanremese, bloccarsi davanti alle tombe gentilizie. L'asfalto le avrebbe dovute scalzare via ma dopo più di un anno sono ancora al loro posto, a dimostrazione forse di una tenacia che la gente di Liguria mantiene anche dopo la morte. A Sanremo, il manifesto di Alfredo Valdiserra è il primo in assoluto scritto in dialetto ma l'abitudine di fare un riferimento alla tradizione è invece molto diffusa e sono frequenti gli avvisi mortuari con soprannomi e diminutivi che hanno accompagnato un'intera esistenza. I vecchi che leggono quelle parole in dialetto si allontanano asciugandosi una lacrima, in silenzio, mentre i giovani se le fanno tradurre da chi capita e poi sorridono malinconici, alla memoria di Alfredo. Giulio Gavino

Persone citate: Alfredo Valdiserra, Valdiserra

Luoghi citati: Liguria, Sanremo