Carabiniere in carcere «E l'armiere dei clan» di A. R.
Graviano dettava legge nel quartiere di Palermo dove il sacerdote predicava Faceva la scorta alla Bono Panino Carabiniere in carcere «E7 l'armiere dei clan» Riforniva la mafia vincente di Alcamo In un alloggio mitra e Kalashnikov TRAPANI. Vincenzo La Colla, 46 anni, un appuntato dei carabinieri con una smodata passione per le armi, è sospettato di essere un armiere delle cosche di Alcamo, fra le più pericolose della mafia. E' stato arrestato. Tempo fa aveva fatto parte della scorta assegnata alla senatrice Vincenza Bono Parrino, allora ministro per i Beni culturali. E sua moglie, dalla quale si è poi separato, ha lavorato nella segreteria particolare della esponente alcamese del psdi. La Colla è stato ammanettato ieri notte da funzionari e agenti della squadra mobile di Trapani nel suo alloggio in via Bambina, nel centro di Alcamo. «Lei è in arresto» gli hanno detto dopo aver bussato a casa, svegliandolo. «E' una pazzia», ha mormorato il graduato dei carabinieri, che per il momento è stato denunciato per detenzione e porto illegale di armi, ma si continua a indagare su di lui per scoprire se davvero abbia aiutato i mafiosi fornendo loro armi e anche tenendole in deposito per loro conto, essendo un insospettabile. In un locale del quale gli inquirenti hanno detto che La Colla aveva facile accesso e disponibilità, durante una perquisizione sono stati trovati un mitra Sten, sei fucili cai. 12 e 16, pistole, un Moschetto 91, oltre 2 quintali di piombo per fabbricare munizioni, due bombe a mano del tipo in dotazione all'esercito, più di mille cartucce per fucile mitragliato¬ re Kalashnikov, di calibro fra 9 e 6,35. In un incontro con i giornalisti, in questura a Trapani, è stato detto che l'appuntato dei carabinieri davanti all'evidenza delle prove costituite dalla scoperta delle armi e delle munizioni, in un interrogatorio durato quattro ore avrebbe fatto qualche ammissione. Di più non è stato precisato, ma è probabile che il militare abbia sostenuto di aver tenuto le armi per diletto, negando di averle fornite a pagamento a boss e killer. Quest'ultima eventualità è proprio quanto ritengono - tranne ampie spiegazioni che l'accusato finora non avrebbe fornito - la polizia e i carabinieri di Palermo e Trapani. In particolare sembra che La Colla abbia avuto rapporti con esponenti del clan Milazzo, saldamente legato alla cosca dei corleonesi in nome della quale anni fa riuscì a scalzare definitivamente la «famiglia» storica dei Rimi. Il gruppo che ha vinto il conflitto nella mafia alcamese (23 i delitti nel 1992 nella cittadina di 50 mila abitanti) a quanto pare è capeggiato dal giovane enologo Vincenzo Milazzo, latitante da sette anni e che secondo gli inquirenti gestiva la raffineria di eroina più importante d'Europa. La raffineria fu scoperta nel 1985 in un fabbricato rurale in contrada Virgini. Fu accertato che il fatturato della raffineria era di un miliardo al giorno. [a. r.]
Persone citate: Vincenza Bono Parrino, Vincenzo Milazzo
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