«Faremo fuori un poliziotto bianco al giorno» di Lorenzo Soria

«Faremo fuori un poliziotto bianco tri giorno» Paura tra gli agenti di Los Angeles, 2 pattuglie sono già cadute nelle imboscate delle gang nere «Faremo fuori un poliziotto bianco tri giorno» Ultimatum dopo la scarcerazione deipestatori di Rodney King LOS ANGELES NOSTRO SERVIZIO Esiste davvero un gruppo di cecchini dotati di «uomini e armi» necessari a far fuori un poliziotto bianco al giorno? Ufficialmente, il «Los Angeles Polke Department» sostiene di no. Ma da mercoledì sera, quando un'altra pattuglia è stata sorpresa in un'imboscata tra i canali di Venice, gli ottomila agenti del Dipartimento hanno paura e sono in stato di all'erta. Willie Williams, il «chief», ha deciso che nessuno di loro andrà più in pattuglia da solo. Il sindacato dei poliziotti, nel frattempo, ha sospeso uno stato di agitazione indetto per protestare contro i mancati aumenti di stipendio, alla luce di un fax minatorio arrivato lunedì pomeriggio. Sono poche righe, scritte a caratteri cubitali e indirizzate a tutti gli «agenti bianchi». «Per ogni giorno in cui i vostri fratelli bianchi Koon e Powell sono liberi», si legge «la vostra vita . °rà sacrificio nell'esercizio de, dovere. A partire da domani, a mezzogiorno, un poliziotto bianco morirà ogni giorno finché i loro fratelli bianchi verranno messi in prigione. Questa lettera di avvertimento è molto seria, abbiamo gli uomini e le armi». Quindi, la conclusione, con un riferimento all'articolo del codice penale che tratta di omicidio. «L'Fbi può prendere lezioni da noi: 187 a tutti gli agenti bianchi». Lì per lì, nessuno ha preso il fax troppo sul serio. Domenica pomeriggio Stacey Koon e Lawrence Powell, i due agenti condannati a 30 mesi per il pestaggio di Rodney King, reso famoso prima perché ripreso in videocamera e poi perché scintilla della più grave rivolta urbana negli Usa, avevano finalmente fatto il loro ingresso in prigione. Ma lunedì mattina c'è stata una sorpresa: ascoltata l'opinione di una Corte federale, il giudice John Davies decide che i poliziotti hanno diritto a due settimane di libertà in attesa di una decisione della Corte d'appello e li scarcera. Una decisione che, nella popolazione afro-americana della città, crea un'immediata reazione di collera e il fax era stato visto in questo contesto. Quando passa l'ultimatum del mezzogiorno di martedì, viene dunque dimenticato. Anche quando alle 6 di quel pomeriggio una macchina della polizia finisce sotto il fuoco incrociato di cinque membri di una gang, il caso viene presentato come un incidente isolato. Un agente, Ray Mendoza, è in ospedale con ferite al petto e al ginocchio. Il suo partner ha risposto al fuoco e uno degli attaccanti è morto. Poi, mercoledì sera, la scena si ripete. Siamo a Venice questa volta e l'obiettivo è ancora una pattuglia appartenente a una divisione anti-gang. I «fratelli bianchi» presi di mira ne escono illesi, ma a questo punto tra i poliziotti c'è paura e in città si torna a respirare clima di tensione. Anche perché, con giovedì, sono terminate le ar¬ gomentazioni dell'accusa e della difesa per il caso del camionista Reginald Denny e, in attesa dell'imminente sentenza, il clima politico e sociale sta tornando bollente. Reginald Denny è il camionista bianco preso a calci, mattonate e colpi di estintore all'incrocio di Florence e Normandie all'inizio della rivolta, nell'aprile dell'anno scorso. Il suo raccapricciante pestaggio, che gli ha lasciato il volto sfigurato, è stato ripreso in diretta dalle telecamere della televisione ed è diventato l'immagine speculare del caso Rodney King. Questa volta erano dei neri che pestavano un bianco. Ma agli accusati, la libertà provvisoria dietro cauzione è stata negata. E se adesso verranno condannati (rischiano l'ergastolo), le proteste di chi sostiene che la giustizia bianca usa un doppio metro saranno inevitabili. Le immagini della televisione e le testimonianze contro Demian Williams e Henry Watson, i due individui accusati di tentato omicidio nei confronti del camionista, sono abbastanza evidenti. Li si vede che lo pestano brutalmente e che subito dopo si esibiscono in una macabra danza di celebrazione. Ma Edi Faal, l'avvocato di Williams, sostiene che l'evidenza è tutt'altro che certa e che il suo cliente è diventato un «capro espiatorio» per coprire l'incapacità della polizia nel proteggere la città. Lorenzo Soria

Luoghi citati: Los, Los Angeles, Usa