Solo il governo paga la minimum fax di Gian Carlo Fossi

// prezzo adesso è libero Fisco e sanità, sconfitta in commissione la linea di Ciampi per le proteste dei contribuenti Solo il governo paga la minimum fax De e pds cancellano la tassa ROMA. Il governo è stato sconfitto ieri clamorosamente alla Camera sulla questione esplosiva della minimum tax, ma la sua vita sta diventando sempre più difficile e rischiosa anche su molti altri versanti. Un secondo smacco è venuto dalla Commissione sanità del Senato, che con una serie di emendamenti alla finanziaria tenta di far saltare alcune misure previste per ridurre la dilagante spesa del Servizio sanitario nazionale. E, così, a mano a mano che la legge di bilancio viene discussa nei suoi vari aspetti, si profila con maggiore certezza la possibilità di ulteriori trabocchetti pericolosi, tanto più sotto la crescente pressione esterna di numerose categorie. Dopo lo sciopero fiscale indetto dalla Lega-Nord e la serrata annunciata da commercianti e artigiani, ieri gli enti previdenziali dei notai e dei giornalisti (analoghe azioni saranno deliberate da dirigenti industriali, medici, avwocati ecc.) hanno deciso di non versare nelle casse dello Stato il 25% delle intere entrate contributive. Oltre 3 milioni di pubblici dipendenti sono già sul piede di guerra (oggi parte una raffica di astensioni nella scuola) e l'Associazione nazionale magistrati denuncia che, se la finanziaria non verrà modificata profondamente, «sarà un disastro per l'amministrazione della giustizia». In questo quadro inquietante si colloca la sconfitta del governo sul terreno della minimux tax. In base ad un saldo accordo dc-pds, condiviso dagli altri partiti della maggioranza, la Commissione finanze e tesoro di Montecitorio ha approvato un emendamento che fa saltare fin dal '93 (invece che dal '94) la minimum tax come strumento di autodeterminazione automatica del reddito dei lavoratori autonomi (commercianti, artigiani ecc.). Hanno votato contro il msi-dn, rifondazione comunista (favoreviole alla totale abolizione della tassa minima), e Lega Nord. Nel nuovo regime, gli uffici delle entrate potranno operare accertamenti induttivi nei confronti dei contribuenti, i quali avranno 60 giorni di tempo per giustificarsi in caso di scostamento tra le loro dichiarazioni e i parametri fissati dal'amministrazione finanziaria. In mancanza di tali giustificazioni il contribuente riceverà un avviso di accertamento e potrà comunque ricorrere alle commissioni tributarie, pagando un terzo e non la metà come richiesto dal governo. Per le imprese, che hanno scelto il sistema di contabilità ordinaria, gli accertamenti induttivi scatteranno nel caso in cui commettano irregolarità nella tenuta contabile, secondo criteri specifici da fissare entro l'anno. H ministro delle finanze Gallo, d'altro canto, non considera la partita ancora definitivamente chiusa, perché il provvedimento dovrà essere sottoposto alla ratifica dell'assemblea. «Il governo ha detto - purtroppo aspetta». Al contrario il relatore Ferrari ha difeso il provvedimento a spada tratta: «Non possiamo far sopravvivere di un anno, solo per grette ragioni di gettito, l'istituto della minimum tax quando è stato ritenuto sbagliato dallo stesso governo e che lo ha modificato. Prima vengono le ragioni di equità e di costituzionalità». Ugualmente soddisfatti democristiani e pdiessini, associati nel braccio di ferro. «La saggezza della Camera - osserva Lettieri, pds - ha consentito da un lato la sconfitta del governo sui tempi di decorrenza e, dall'altro, della Lega che ha perso un cavallo di battaglia». Asquini, capogruppo leghista, ribatte subito infuriato: «Si è adottata una soluzione addirittura peggiorativa perché implica la reintroduzione dell'Iva. In aula avremo un atteggiamento durissimo». Nessun peggioramento, replica a sua volta il sottosegretario alle finanze De Luca: la legge è chiara e non esiste possibilità di equivoci perché la norma riguarda solo le imposte dirette. Cauti apprezzamenti dalle organizzazioni dei commercanti e degli artigiani. Giudizi negativi da Cgil, Cisl e Uil. Gian Carlo Fossi Accanto il ministro delle Finanze Franco Gallo. Al centro, Francesco Colucci, presidente Confcommercio

Persone citate: Asquini, Ciampi, De Luca, Francesco Colucci, Franco Gallo, Gallo, Lettieri

Luoghi citati: Roma