Per diagnosi più precise

Per diagnosi più precise Per diagnosi più precise / nuovi strumenti fomiti dalle biotecnologie IL trasferimento dalla ricerca alla pratica quotidiana di recenti conquiste della biotecnologia ha ampliato le possibilità diagnostiche dei laboratori di analisi, interessando numerosi settori della medicina: dalle malattie ereditarie alle patologie da infezione virale, dalle malattie endocrine a quelle tumorali. Le principali novità biotecnologiche che hanno contribuito a questo sviluppo sono la disponibilità di anticorpi monoclonali e l'applicazione alla diagnostica delle tecnologie del Dna ricombinante. Il laboratorio ha sempre usato come reagenti sieri che contengono proteine, detti «anticorpi», che riconoscono specificamente un composto detto «antigene». Iniettando neU'animale 1'«antigene» che si intende analizzare, se ne ottiene un siero imm^rne (antisiero) che contiene anticorpi contro l'antigene iniettato. Gli antisieri sono usati in laboratorio per evidenziare la presenza o assenza di un dato composto o per dosarne la concentrazione. Ad esempio, tutti i dosaggi quantitativi delle varie proteine plasmatiche (immunoglobuline, proteine della fase acuta), degli ormoni circolanti (insulina, gonadotropina corionica, ormoni tiroidei) e il riconoscimento di antigeni microbici e virali (saimonelle, virus dell'epatite) sono legati tuttora all'uso di questi «antisieri». La limitata specifi¬ RADOSSO AUME cità e soprattutto la pratica impossibilità di ottenere reagenti contro qualunque tipo di antigene hanno rappresentato un limite grave. La scoperta della tecnologia degli anticorpi monoclonaU da parte di Milstein e Kohler ha consentito di superare queste barriere. Oggi è possibile ottenere quantità illimitate di anticorpi ad alta specificità diretti contro le proteine plasmatiche. Ma il contributo più affascinante di questa tecnologia è stato quello di consentire l'identificazione di proteine sino a quel momento ignote. I settori che ne hanno tratto più vantaggio sono stati: l'oncologia, attraverso ridenti*'"azione di proteine tipiche cu cellule neoplastiche (i marcatori tumorali) e la possibilità di monitorare le loro variazioni nel corso della terapia specifica; l'endocrinologia, che ha visto ampliare le possibilità diagnostiche mediante dosaggi ormonali; la microbiologia e la virologia, grazie al riconoscimento di antigeni microbici o virali in varie patologie umane. L'altra importante acquisizione diagnostica deriva dall'applicazione in laboratorio delle metodiche molecolari che consentono lo studio del Dna. Il primo impatto è stato sulle malattie ereditarie. Per molto tempo queste malattie sono state diagnosticate mediante l'analisi qualitativa e quantitativa della pro- NTARE teina anomala oppure mediante lo studio di un prodotto presente in quantità abnorme in quanto non metabolizzato dall'enzima deficitario. Appartengono alla prima categoria le emoglobinopatie, sia da difetto qualitativo, come l'anemia falciforme, sia da difetto quantitativo, come la più comune anemia mediterranea o talassemia; alla seconda la fenilchetonuria, caratterizzata dall'accumulo della fenilalanina plasmatica secondaria al deficit di un enzima, la fenilalanina idrossilasi. Anzi è proprio questo accumulo di fenilalanina a consentire la diagnosi neonatale di questa malattia che, se non diagnosticata e opportunamente curata per via dietetica, porta a una gravissima forma di ritardo mentale. Le biotecnologie, trasferite dalla ricerca di base ai laboratori di analisi mediche, permettono diagnosi sempre più precise soprattutto per le malattie ereditarie, le infezioni virali e i tumori Oggi la genetica molecolare è in grado, in molte malattie ereditarie, di isolare e «clonare» il segmento di Dna («gene») che, quando alterato («mutato»), è responsabile o della mancata produzione di una specifica proteina o della sintesi di una proteina anomala. E' il caso delle talassemie, della fibrosi cistica, della distrofia muscolare di Duchenne, della fenilchetonuria, dell'emofilia. Questo elenco comprende oggi un numero notevole di patologie. Le nuove tecnologie applicate alla diagnostica, associate a fini tecnologie di laboratorio che permettono l'amplificazione di brevi tratti del Dna, permettono l'identificazione e caratterizza¬ LABORATORIO zione della mutazione, la diagnosi dei soggetti portatori sani, la diagnosi preclinica nelle malattie a comparsa tardiva e la diagnosi prenatale. Le tecnologie del Dna si usano anche nella diagnostica dei tumori mediante l'analisi molecolare di geni, gli «oncogeni», che nei tessuti tumorali subiscono mutazioni responsabili della trasformazione neoplastica. Un altro settore diagnostico che ha utilizzato queste tecnologie è quello delle patologie da microbi e da virus. Oggi sono disponibili «sonde molecolari» che consentono di riconoscere in diversi materiali biologici la presenza dell'agente microbico o virale responsabile della patologia infettiva. E' il caso delle epatiti dovute a vari tipi di virus o dell'infezione da Hiv. Di questi temi, e di numerosi altri di pari interesse per la medicina (calcolosi renale, trapianti, allergologia, marcatori tumorali, oncogeni), stanno parlando in questi giorni a Torino Esposizioni nel 25° Congresso nazionale delle Società italiana di Biochimica clinica, gli esperti che, nei laboratori di ricerca o in quelli ospedalieri, applicano quotidianamente i nuovi metodi analitici per contribuire all'identificazione di molte malattie fino a ieri di difficile diagnosi. Nicola Riccardino Guglielmo Bracco

Persone citate: Guglielmo Bracco, Kohler, Milstein, Nicola Riccardino

Luoghi citati: Torino