Già finita l'avventura di Vicini all'Udinese

Avanti in due: la Juve vince a Mosca e il Parma in casa; oggi le altre cinque La squadra è stata affidata a Fedele Già finita l'avventura di Vicini all'Udinese Pozzo voleva imporgli la formazione Il tecnico non accetta di fare il dt UDINE. Seconda panchina che salta in serie A. Dopo il Cagliari, da Radice a Giorgi, l'Udinese, da Vicini a Fedele. «E' un esonero brutale, anzi più che un esonero». Azeglio Vicini ha ben pochi dubbi quando, alle 16,44 di ieri pomeriggio, esce dal campo di allenamento dell'Udinese presso il vecchio stadio Moretti. A suo avviso è stato sollevato dall'incarico perché non accetta «altre mansioni che escludano la conduzione tecnica della squadra». Ma la società non è di questo parere visto che, pochi minuti dopo l'uscita di scena dell'ex et, precisa per bocca dell'avvocato Gabriele Cianci che «l'Udinese ha solo ribadito e precisato i compiti con un comunicato e non ha nessuna intenzione di allontanare una celebrità del calcio italiano». La telenovela che tiene banco in terra friulana dal lontano 14 luglio, giorno della presentazione della squadra bianconera, ha aggiunto un'altra puntata, ma potremmo non essere ancora alla fine. Già in estate la diatriba Pozzo-Vicini era all'ordine del giorno visto che forte era stata la delusione di Vicini per il mancato arrivo di Shalimov, possibile direttore d'orchestra per la sua compagine. Da parte sua l'Azeglio aveva manifestato più volte, e sempre invano, la necessità di un rinforzo a centrocampo e di un libero d'esperienza. Dopo alcuni tentativi, il tecnico si era rifugiato dietro ad un laconico «no comment» sbattuto in faccia a chi gli chiedeva questioni di mercato. Attorno a metà agosto la società, tramite il nuovo direttore sportivo Efrem Dotti, ha pensato a scaricare tutte le colpe su Vicini dichiarando pubblicamente che «il mister forse ha le idee confuse su alcuni ruoli di giocatori». E così si arriva al lunedì successivo alla secca sconfittaVicini: «Un eso ro brutale» nterna con la Sampdoria, quando Pozzo invita Vicini a schierare la squadra diversamente facendo nomi e cognomi di chi vorrebbe veder in campo. La risposta non si fa attendere, Vicini parla di dichiarazioni «che spaccano la souadra». Domenica a Napoli ancora una sconfitta per la truppa bianconera e ancora un caldo invito da leggersi come un ultimatum) a battere strade diverse. Infine a pirotecnica giornata di ieri. Alle 15 Vicini arriva regolarmente al campo, avendo già preso atto del comunicato che precisava i compiti del direttore tecnico e dell'allenatore, affidando al primo la «collaborazione agli indirizzi tecnici e la supervisione all'attività della prima squadra» e al secondo «la responsabilità della preparazione atletica e della formazione della squadra», e dice: «Non accetto mansioni che escludano la conduzione della prima squadra». Poco dopo il team manager Piazzola cade dalle nuvole e parla di un comunicato che non cambia assolutamente le cose. Prima di iniziare l'allenamento Dotti legge il documento alla squadra. Giornalisti e curiosi vengono fatti accomodare fuori: la seduta è a porte chiuse. Entra in campo pure Vicini, parla ai giocatori, poi Fedele dirige l'allenamento. Dopo un'ora Vicini esce dallo stadio Moretti e sbotta dicendo: «La società ha letto il comunicato alla squadra aggiungendo che la responsabilità tecnica passa a Fedele. Io non accetto questa cosa e ritengo questo atteggiamento un esonero brutale, anzi più di un esonero». Pochi minuti più tardi l'avvocato Cianci afferma che nessuno ha esonerato Vicini, ma si sono precisati alcuni compiti per evitare sovrapposizioni controproducenti. Non resta che attendere sviluppi. [f. f.] «Un esonero brutale»

Persone citate: Azeglio Vicini, Gabriele Cianci, Moretti, Piazzola, Pozzo, Radice, Shalimov

Luoghi citati: Azeglio, Napoli