Bertinotti: «Entro in Rifondazione»

Con altri trenta sindacalisti della Cgil Con altri trenta sindacalisti della Cgil Bertinotti: «Entro in Rifondazione» ROMA DALLA REDAZIONE Sabato scorso la piazza di Roma, gremita di bandiere rosse, lo ha acclamato come leader. Ieri Fausto Bertinotti ha annunciato ufficialmente il suo ingresso in Rifondazione comunista. Il capo di «Essere sindacato», la corrente della Cgil che si oppone alla linea di Bruno Trentin, spiega la sua scelta, sua e di altri trenta fra sindacalisti e intellettuali in una lunga lettera indirizzata al settimanale Liberazione «dopo la grande manifestazione unitaria delle sinistre che si oppongono al governo Ciampi». Un'adesione che certo non arriva all'improvviso. Già nel maggio scorso, quando Bertinotti era uscito dal pds pochi giorni prima dell'addio di Pietro Ingrao, era possibile intuire che Rifondazione sarebbe stato l'approdo più verosimile per il leader dell'ala più radicale della Cgil. Nei giorni scorsi, poi, ha cominciato a circolare sempre più insistentemente la voce che dava Bertinotti addirittura come il possibile nuovo segretario di Rifondazione comunista, lacerata subito prima dall'estate dal conflitto che ha contrapposto l'ex segretario Sergio Garuvini e Armando Cossutta. E ieri, proprio nel giorno in cui ha chiesto ufficialmente a nome di «Essere sindacato» la convocazione di un congresso straordinario della Cgil, Bertinotti ha formalizzato l'adesione a Rifondazione. Entriamo nel partito, spiegano i firmatari della lettera pubblicata sul prossimo numero di Liberazione, «sulla base della lezione di una comune esperienza e di una scelta politica». «Noi scegliamo», prosegue la lettera, «di aderire al partito della Rifondazione comunista proprio ora» Fausto Bertinot dopo la manifestazione di sabato contro il governo e «intendiamo anche con questo atto politico continuare nell'impegno della costruzione di un movimento politico di massa capace di porsi all'altezza della sfida di questa imponente ristrutturazione capitalistica». «A questo impegno», si legge ancora, «può lavorare un partito, come Rifondazione comunista, per il concreto contributo dato fin qui alla costruzione del movimento, per la sua composizione sociale, per la ricerca che si propone per la sua stessa definizione Non vogliamo tacere che questo sforzo di ricerca ci sembra in larga misura ancora da compiere. Crediamo che possa farlo un partito che ricerchi un rapporto creativo, dialettico, tra sé e il movimento: un partito che per farsi nuovo intellettuale collettivo, si configuri come aperto, articolato e pluralistico al suo interno». La lettera dunque, firmata tra gli altri anche da Eliseo Milani, Salvatore Bonadonna, Anna Maria Leonetti, Augusto Rocchi e Mario Sinopoli, fa dunque esplicito riferimento alle divisioni che hanno spaccato Rifondazione comunista nei mesi scorsi e rivendica il valore dell'«articolazione pluralistica» all'interno del partito. Problema cruciale che il probabile nuovo segretario si troverà ad affrontare non appena la sua nomina verrà formalizzata nel congresso di Rifondazione previsto per questo autunno. Tra le reazioni all'adesione di Bertinotti si segnala quella di Antonio Pizzinato, ex segretario generale della Cgil che ha dichiarato: «Considero con rispetto questa sua scelta anche se credo determinerà dei problemi in "Essere sindacato"». Fausto Bertinotti

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