Nina testimone del naufragio di Sergio Trombetta

Il successo arrivò solo a 85 anni con il romanzo «L'accompagnatrice» E' morta a Filadelfia la Berberova, ultima grande emigrata: aveva 92 anni Nina, testimone del naufragio Cantò la fine dell'intelligencija russa AFILADELFIA VE VA conosciuto Arma Achmatova e Aleksandr Blok a Pietroburgo nel 1915. Aveva frequentato Kerenskij, Gorkij, Belyj, la Cvetaeva dopo la fuga dall'Urss. Considerava Majakovskij un esibizionista. Definiva i rivoluzionari sovietici «una casta di contadini ignoranti». Era stata insomma testimone del naufragio della intelligencija russa: della sua feroce repressione in patria, del suo triste crepuscolo a Berlino, a Praga, a Parigi, capitali dell'emigrazione. Idee anticonformiste, vita straordinaria quelle di Nina Berberova che si è spenta a 92 anni domenica pomeriggio in un ospedale di Filadelfia, in seguito all'ictus che l'aveva colpita un mese fa. Considerata uno dei più grandi scrittori russi contemporanei, moglie del poeta Vladislav Chodasevic, poetessa a sua volta, narratrice, giornalista, professore universitario, conosciutissima da sempre negli ambienti dei russisti, Nina Berberova è rimasta sconosciuta al grande pubblico sino al 1986, quando, a 85 anni, ha raggiunto la fama mondiale con la pubblicazione in Francia e poi in tantissimi altri Paesi di L'accompagnatrice, il romanzo breve da cui Claude Miller ha tratto il film dallo stesso titolo uscito nelle sale italiane nel maggio scorso. Saranno i personaggi dolenti, i perdenti, schiacciati dal destino, protagonisti dei suoi racconti brevi (Il male nero, Il lacchè e la puttana, Alleviare la sorte, Il giunco mormorante, La resurrezione di Mozart, Roquenval, Le cronache di Billancourt) a far entrare Nina Berberova nella storia della letteratura russa? O saranno piuttosto il suo straordinario libro di memorie (Il corsivo è mio), le sue inchieste giornalistiche (Il caso Kravcenko), le sue biografie (La storia della baronessa Budberg, Ciajkovskij, Borodin, Aleksandr Blok) usciti in Italia da Adelphi, Guanda e Feltrinelli? Certamente i suoi scritti, tutti pubblicati su oscure riviste di emigrati parigine o da case editrici russe in Occidente negli Anni 30 e 40, non sarebbero diventati best seller se Nina Berberova, tornata in Europa nel 1985 per prendere parte a un convegno deàcato al marito Vladislav Chodasevic, non avesse incontrato a Parigi l'editore di Actes Sud, Hubert Nyssen. Grazie a lui, dopo avere passato 25 anni nell'anonimato in Francia e altri 35 in America come professore universitario a Yale e Princeton, Berberova divenne famosa. E grazie a II corsivo è mio, monumentale autobiografia che è testimonianza di un secolo, di cui è stata una strenua sostenitrice presso Adelphi la nissista Julia Dobrovlskaja, i sono conosciute le sue peripezie, le peregrinazioni per l'Europa, le avventure intellettuali. Nina Berberova discendeva da parte di padre da una famiglia armena stabilitasi nella seconda metà dell'800 a Pietroburgo dove lei era nata nel 1901. Padre funzionario ministeriale, madre appartenente alla nobiltà terriera, Nina cresce in un ambiente colto. La sua gioventù trascorre a contatto con una delle più belle fioriture lettera¬ rie e artistiche: grandi poeti, grandi narratori, quello che i russi definiscono «secolo d'argento» per contrapporlo al «secolo d'oro» di Pushkin e Lermontov. Arriva la rivoluzione e lei ha sedici anni. Pubblica i primi versi nel '21 e debutta nell'ambiente poetico di Pietroburgo. Nel '22 l'emigrazione. Un viaggio breve all'estero con Chodasevic, il poeta di cui è innamorata, diventa una fuga senza ritorno: in Russia anche i poeti, per primo Gumiliov, marito di Achmatova, cadono sotto il fuoco delle fucilazioni sovietiche. Incomincia una via crucis che vedrà i due fuggiaschi nella Berlino di Viktor Shklovskij e Andrej Belyj, nella Sorrento di Maksim Gorkij, nella Parigi di tutti dove Chodasevic morirà nel 1939. Tre anni tranquilli e sereni sono quelli trascorsi nella villa di Gorkij a Sorrento. In quell'ambiente colto, mondano, è presente anche la baronessa Mura Budberg, nata Zakrevskaja, precedentemente sposata Benkendorf, per dodici anni segretaria e traduttrice di Gorkij, bella e avventuriera. La donna di ferro, come Berberova ha intitolato il libro biografico che le ha dedicato nell'81, pubblicato da Adelphi con il titolo Storia della baronessa Budberg. Con la fine degli Anni 20 la coppia si trasferisce a Parigi. Qui Nina Berberova resterà 25 anni, lavorerà come scrittrice e giornalista, conoscerà personaggi-mito dell'emigrazione come Aleksej Remizov, Dmitrij Merezhkovskij e Zinaida Gippius, vivrà tutti gli stenti e le angosce degli emigrati a Parigi negli Anni 30: restare, accogliere gli inviti pressanti a tornare in Urss, di chi fidarsi? Gli Anni 30 sono anche il periodo in cui Berberova scrive la biografia di Ciajkovskij. Una delle tante, certo, ma la prima che affronta con spregiudicatezza e sincerità l'omosessualità del musicista. La biografia, da poco uscita in italiano da Guanda, comparve in russo a puntate sul quotidiano di Parigi Poslednye Novosti al quale la scrittrice collaborava. Nel secondo dopoguerra ricomincia tutto da zero e va in Ameri¬ ca. Forse, come suggeriscono alcuni studiosi, fu compromessa in storie di collaborazionismo con i tedeschi. Comunque sia, a 50 anni si imbarca per gli Stati Uniti dove vivrà di piccoli mestieri prima di insegnare letteratura russa a Yale e a Princeton. E intanto il suo lavoro di scrittrice e di storica prosegue: Il corsivo è mio esce prima in inglese nel 1969 e poi in russo nel 1972, ma diventerà famoso soltanto alia fine degli Anni 80. Un libro dal quale emergono vividi i profili dei protagonisti intellettuali del '900 russo, ma dove la memoria più toccante è quella del padre: «Ci siamo separati nel '22 quando ho lasciato l'Urss - ricorderà la Berberova - ma l'ultima volta l'ho visto dieci anni dopo a Parigi in un cinema: era sullo schermo e faceva una particina in un film sovietico di propaganda. Per il suo aspetto aristocratico lo impiegavano in parti di nemico del popolo. Tutta la sala gli era contro, ma io avevo le lacrime agli occhi». Sergio Trombetta Il successo arrivò solo a 85 anni con il romanzo «L'accompagnatrice» La Berberova Sopra, la scrittrice col marito a Sorrento negli Anni 20, Accanto, Kerenskij