Shevardnadze: in fuga tradito da Mosca di Cesare Martinetti

Almeno 300 morti Disperso l'inviato del New York Times Drammatico messaggio del leader georgiano: «Sono sconfitto, Eltsin mi ha abbandonato» Shevardnodze in fuga: tradito da Mosca J Cade Sukhumi, è strage MOSCA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE «Abbiamo perso», dice dal villaggio di Gulripsh, suo ultimo rifugio, Eduard Shevardnadze in un messaggio che ha il tono del testamento e la drammaticità della resa: «Alle 13 di oggi mercenari russi, ceceni e abkhazi armati fino ai denti su carrarmati e su blindati si sono impossessati di Sukhumi, praticamente indifesa». Aveva giurato di rimanere nella capitale abkhaza «fino all'ultima goccia di sangue». Non è escluso che si arrivi a questo punto. Sconfitto nella terribile guerra che ha diviso la sua Georgia dagli indipendentisti di Abkhazia, isolato nel suo stesso Paese di cui era diventato trionfalmente Presidente meno di un anno fa, Eduard Shevardnadze è stato abbandonato anche dalla Russia a cui aveva inutilmente inviato nei giorni scorsi un disperato appello. Ieri la resa di Sukhumi e il massacro della popolazione civile: almeno trecento morti negli ultimi giorni, tre aerei civili abbattuti da missili abkhazi mentre atterravano o partivano dall'aeroporto della capitale, due giornalisti scomparsi (tra cui il corrispondente del New York Times Thomas Golds), un fotografo russo ucciso. Una barbarie di cui nessuno si è preoccupato. Dai pressi di Sukhumi, l'ex capo della diplomazia sovietica ha inviato al mondo questo drammatico messaggio: «L'ennesima azione barbala è stata preceduta come ai solito da un accordo sui cessate il meco e daU'inizio dei negoziati. Gli aggressori hanno tolto la vita a centinaia di persone, hanno distrutto e bruciato interi quartieri, la compieta èva- cuazione della popolazione civile è fallita. La vita della gente è in pericolo. La Georgia che ha già sofferto tanto è diventata vittima di un'altra tragedia. La popolazione georgiana dell'Abkhazia viene st ruminata senza pietà. Fino a ! •' era possibile salvare Sukhi Ed ecco le accuse a Boris / in, mai citato per nome: «Sclol' Russia avrebbe potuto farlo e ci siamo rivolti a Mosca con questa richiesta. Ho mandato un telegramma in cui dicevo che la Georgia era pronta ad aderire alla Csi anche se fino all'ultimo giorno sono rimasto contrailo. Ho acconsentito alla proposta del ministro della Difesa russo di fare entrare in Abkhazia le forze armate della Russia. In pratica la Georgia è stata messa in ginocchio, ma nemmeno questo è stato sufficiente». Neanche in patria hT raccolto troppi amici e ora She vardnadze accusa chi l'ha lasciato solo: «Per quanto possa essere doloroso, devo dire con sincerità che le forze esterne non avrebbero potuto sopraffarci se non fosse stato per le discordie interne e il tradimento di alcuni connazionali. Arriverà il momento quando tutte le cose verranno chiamate con il loro nome. Una delle cause della caduta di Sukhumi è che le forze esterne hanno giocato bene la carta dei tradimento. Insieme con i miei sostenitori sono sconvolto dall'accaduto. Dio sa che ho fatto tutto il possibile per evitare questo terribile giorno, ma non ci sono riuscito. Spero che i contemporanei e i nostri discendenti mi perdoneranno». E' arrivata così alla fine una delle terribili guerre che all'insaputa del mondo intero si stanno combattendo ai margini dell'ex impero sovietico. Con la stessa ferocia si combatte nel NagornoKarabakh e in Tagikistan. In una Sukhumi che le immagini della televisione russa ci trasmettono spettrale, è facile prevedere che nei prossimi giorni si consumeranno vendette e stermini. In questo quadro sembra arrivato alla fine il coerente e generoso tentativo di Eduard Shevardnadze, 65 anni, il successore di Andrei Gromyko, l'uomo che ha tradotto nel linguaggio della diplomazia il verbo riformatore di Gorbaciov. E' stato l'ostinato tessitore della fine della guerra fredda, degli accordi sul disarmo, della riunificazione della Germania. A fine '90, quando Gorbaciov ha compiuto la scelta mortale di promuovere i conservatori, Shevardnadze ha lasciato il suo vecchio alleato denunciando profeticamente che l'Urss andava incontro ad un golpe. Quando dalla Georgia lo hanno chiamato per pacificare una Repubblica che stava per esplodere, è coreo nella sua Tbilisi. Condizionato da dubbi alleati, Shevardnadze è precipitato in una trappola. I russi hanno mandato ieri sera mia nave per salvarlo. Ce la faranno? Cesare Martinetti Almeno 300 morti Disperso l'inviato del New York Times HJ Le forze ribelli entrano a Sukhumi Qui sopra, l'ex presidente Zviad Gamsakhurdia [foto reuter]