L'eretico del Sabato diventa direttore di Pierluigi Battista

Dopo anni di dissapori, incomprensioni e scontri durissimi carta bianca al filosofo Dopo anni di dissapori, incomprensioni e scontri durissimi carta bianca al filosofo I/eretico del Sabato diventa direttore Buttiglione alla guida del settimanale vicino a CI AL MEETING IL «MIRACOLO» IROMA L più stupito appare proprio lui, il nuovo direttore del Sabato. «La vita è piena di sorprese», dice infatti Rocco Buttiglione dal Liechtenstein, nella sede dell'Accademia internazionale di filosofia che per un po' di tempo il filosofo cattolico dovrà trascurare per onorare il suo nuovo impegno, il «miracolo di un ritrovarsi a lavorare assieme dopo anni di scontri durissimi». Che sorpresa. Che sorpresa per il trentaquattrenne Alessandro Banfi sentirsi ricevere dall'oggi al domani dall'editore «il ringraziamento per la preziosa e appassionata opera svolta» nel corso di un anno e mezzo a dirigere il timone del Sabato nella tempesta che ha squassato la politica italiana, la de e il Movimento Popolare cui il settimanale è legato da mille fili. Grazie e arrivederci nel Sabato passato ad altre mani, chiede Alfio Marchini, sempre più pars magna deU'«Editoriale Il Sabato». Ma Banfi sembra di tutt'altro avviso: «Auguri al nuovo direttore, ma ogni cosa vive il suo ciclo. Il Sabato da me diretto sta concludendo il suo. Perciò non credo proprio, dopo che avrò goduto gli oltre novanta giorni di ferie arretrate, che resterò ancora in questo giornale». Parole formalmente cortesi, che non vogliono dare l'impressione di un addio brusco e carico di risentimenti. Parole che però riecheggiano dissapori radicati, incomprensioni, «scon¬ tri durissimi» appunto, tra Buttiglione e il settimanale che si appresta a dirigere. Dispute feroci che nella famiglia ciellina di don Giussani hanno portato scompiglio e disordine. La guerra del Golfo lacera i rapporti tra il filosofo che i media si ostinano a definire come l'«ideologo di CI», favorevole all'intervento Onu in Iraq, e il Sabato che assieme a Sbardella e Formigoni si attesta su una posizione di non interventismo radicale. Da quel momento è un crescendo di litigi e di parole grosse. Per una controversia incentrata sulla liceità teologica dell'articolo «il» per definire Gesù Cristo il Sabato accusa il filosofo di essere poco meno di un eretico. Per tutta risposta il filosofo appioppa a quelli del settimanale l'epiteto di «fratelli scemi». E poi c'è la politica a scavare un fossato tra i due contendenti. E al Meeting di Comunione e Liberazione dell'agosto '92, nel cui scenario si formò persino una corrente tra Sbardella e Formigoni destinata a vita alquanto effimera, si scomodò persino la presenza del «diavolo» come ispiratore delle critiche feroci alla linea prevalsa a Rimini. Già, il Meeting. Il «miracolo» avviene nel Meeting che si è celebrato un mese fa. Buttiglione, nel frattempo diventato ascoltato consigliere di Martinazzoli, viene riaccolto a Rimini mentre i fotografi lo immortalano in un fraterno abbraccio con don Tantardini, il cappellano del gruppo romano del Movimento Popolare. La sigla viene sancita lì. E a Rimini matura la decisione di Marchini, editore di sinistra ma non al punto da sottovalutare l'importanza di una figura come Buttiglione, amico di Giovanni Paolo II e interprete fedelissimo degli orientamenti del Papa. Il nome del giornalista che affiancherà il professore («prenderò un congedo e mi dedicherò a tempo pieno al Saba¬ to*) non è ancora definito. Più definito è invece il programma con cui Buttiglione si presenterà ai redattori del settimanale giovedì prossimo. Conterà molto nella linea del giornale l'appoggio di Buttiglione alla linea di Martinazzoli? «L'ultima cosa che ho in mente è di fare un giornale di partito», assicura il neo-direttore. Che spiega la sua scelta come dettata da una «esigenza di fedeltà di un'origine comune il cui potenziale culturale si è espresso finora soltanto in parte». «Certo che il Sabato dovrà anche parlare al nuovo partito popolare», precisa Buttiglione, «ma uno dei punti qualificanti di quello che resterà un foglio di battaglia sarà l'attenzione al problema di una sinistra che ha fallito ma che in passato ha convogliato tante energie che oggi cercano un nuovo orientamento». Tutto nel rispetto del «carisma di CI»: un «patrimonio che non va disperso». Anche a dispetto degli «scontri durissimi» di ieri. Pierluigi Battista «Non diventerà un giornale di partito, ma dovremo parlare anche alla de di Martinazzoli» A sin. Rocco Buttiglione Qui accanto Alessandro Banfi A destra don Giussanl

Luoghi citati: Iraq, Rimini