Piccoli editori le formiche s'arrangiano di Bruno Ventavoli

Piccoli editori le formiche s'arrangiano Da domani a Belgioioso la mostra del fi libro di qualità Piccoli editori le formiche s'arrangiano PPAVIA ER fare libri, nell'era dei computer, occorrono pochi soldi, una stanza, qualche amico consulente, e buone letture. Ecco perché in Italia, ogni 36 ore, nasce una nuova casa editrice e ne scompare un'altra. Effervescenti ed entusiasti, i piccoli editori all'inizio degli anni '70 dragavano letterature dimenticate, incoraggiavano esordienti e toghevano ragnatele ai classici. Ora, però, questo mondo - complice la crisi e l'irresistibile successo degh stupidari - sembra puntare più sulla sopravvivenza che sui progetti. Alle difficoltà e speranze dell'editoria medio-piccola è dedicata la mostra-mercato «Parole nel tempo» che si svolge domani e domenica al castello di Belgioioso. Nella due giorni, l'Aipe (Associazione Italiana Piccoh Editori) presenta la prima indagine sulla confusa galassia della piccola editoria (non si sa nemmeno quanti siano in Italia). «Molti - dice Elena Salem, presidente dell'Alpe - si autodefiniscono editori per il solo fatto che pubblicano libri. Ma sono testi su commissione e di dubbio valore. Altri stampano per hobby, per particolarissimo gusto personale, senza preoccuparsi di distribuire». Sulle aziende radiografate, tre quarti hanno meno di ventanni, e oltre la metà meno di dieci, a dimostrare che la piccola editoria è un fenomeno recente, e volatile come l'ozono: pochi riescono a reggere per i «fatidici cinque anni, considerati nel mondo industriale il periodo minimo per farcela». La metà delle case fattura meno di 500 milioni, e il proprietario è l'unico lavoratore a tempo pieno (nel 50% dei casi c'è meno di un dipendente). I titoli all'anno sono 8-10, con tiratura tra le 500 e le 3000 copie (soglia raramente superata). Solo un terzo dei piccoh si affida a distributori nazionali, un terzo tiene direttamente i contatti con le librerie, portando personalmente i volumi. Altro dato interessante: la metà circa non vede mai comparire un articolo sui propri libri. Insensibilità dei media? Non solo. «Manca una cultura della comunicazione - continua Elena Salem -. La febbre del presenzialismo porta i piccoh a flagellare di telefonate i giornalisti chiedendo recensioni impossibili. Perché un quotidiano nazionale dovrebbe parlare di campanili siciliani? Gli uffici stampa devono imparare a mirare i loro sforzi verso le riviste specializzate, i giornali locali». Più genio che regolatezza, più poesia che fatture, il quadro della piccola editoria appare sconfortante. La maggior parte dei loro libri restano senza pubblico, intasando mercato e scaffali. Come migliorare la situazione? Nel '94, l'Aipe organizzerà corsi di aggiornamento, dal fisco alle questioni legali, dal marketing alla finanza, per rendere l'editoria più professionale. Tiziano Barbieri Torriani, presidente dell'Aie (Associazione italiana editori), calerà a Belgioioso per fornire affettuosi consigli da fratello maggiore all'incontro «Quale identikit del piccolo editore?». «Nel piccolo nascono ottime idee - dice Barbieri - ma il narcisismo della piccolezza, in un mercato asfittico come il nostro, è un suicidio imprenditoriale, i piccoh devono imparare a associarsi. In seno all'Aie creerò una commissione per i problemi della piccola editoria. Dobbiamo pensare iniziative comuni per promuovere la lettura; districarci nel ginepraio di leggi e burocrazia; associarci con grafici e cartai». Le iniziative comuni, dopo lo snobistico isolamento del passato, non mancano. Tra ostacoli, b'ti, utopie, si cerca di limare le differenze e affrontare uniti come moschettieri l'arena del mercato. La pattuglia di «Tappeto volante» che raggruppa quasi trenta marchi, da Abramo a Sonda, da Bollati Boringhieri a Sellerio, da Ibis a Fanucci, annuncia una settimana del libro dal 25 al 31 ottobre per rendere più «visibili» i volumi dei «piccoh». Aderiscono 300 librai in tutta Italia, le scuole (ministero permettendo) andranno in gita tra i banconi, Gavino Sanna curerà una campagna (gratis) con spot tv per Fininvest e Rai (anche questi offerti gratuitamente) e gli acquirenti di libri saranno incoraggiati da gadget in omaggio. «Noi piccoh - dice Antonio Monaco, di Sonda e motore di "Tappeto Volante" - abbiamo progetti diversi, talvolta contrapposti, ma possiamo lavorare insieme sulla concretezza. Per esempio smettere di delegare ia promozione ai distributori. Se agiamo uniti, possiamo organizzare iniziative complesse a costi accettabili». Per catturare nuovi lettori, la Biblioteca del Vascello (invitando a Belgioioso i politici che studiano una legge a favore dell'editoria di qualità, come Diliberto, Pestalozza, Minucci e Novelli) propone di trattare il libro come «un bene indispensabile alla salute, da poter detrarre dalle tasse sul 740» per spingere i librai a investire, a non essere «semplici edicolanti delle formiche incazzate» Il '93 è stato un anno durissimo, ma la piccola editoria di qualità in qualche modo si è salvata. Da Marcos y Marcos a Iperborea, da Ibis a Theoria, da e/o a Bridge, i risultati sono accettabili. La crisi li ha colpiti meno dei grandi gruppi, perché contano su lettori forti, affezionati. E tutto sommato guardano di buon occhio la mannaia della recessione: scoraggerà - dicono - gli editori per hobby, quelli che sopravvivono grazie a sponsor e parenti ricchi, quelli che non hanno mai guardato ai bilanci, drogando i costi e i diritti d'autore. Il mercato è brutto, eppure, sfogliando le presenze di Belgioioso, si notano sorprendenti nascite proprio in questo buissimo periodo. Chi gliel'ha fatto fare di iniziare un mestiere così faticoso? L'amore per il libro e la cultura. Ma anche la rosea prospettiva di stare dentro alle spese. Dalla Liber di Pier Luigi Vercesi (biografie in tempo reale su personaggi di cronaca, e romanzi distillati con un paziente lavoro di editing, alla maniera delle scuole americane di scrittura), alla Gamberetti di Stefano Chiarini (saggi rigorosi e leggibilissimi sul nuovo dis-ordine mondiale, Medio Oriente e relazioni Nord/Sud), a Castelvecchi (il primo editore degli ipertesti su floppy disk, teso a coniugare le nuove tecnologie con la creatività letteraria), i «deb» in questo anno da scuola di sopravvivenza si trovano dopo pochi mesi con i bilanci in nero. La formula? Ritrovare la creatività perduta nell'immensa teoria di chicche e preziosismi, riandare incontro al lettore inesistente con proposte forti. Che l'entusiasmo non sia perduto, ò indicato da un ospite - nuovissimo - di Belgioioso: la casa editrice milanese che si chiama programmaticamente «La vita febee». Bruno Ventavoli Ogni36orenasce una nuova sigla. E un'altra intanto scompare etaI e Cultura a Belgioioso la mostra del fi lib Scrittura ed editing in un disegno di Steiger. Sopra: Tiziano Barbieri. In alto a destra: Gavino Sanna

Luoghi citati: Belgioioso, Italia, Medio Oriente