Ma la Garavaglia: lo riproporremo

Ma la Garavaglia: lo riproporremo Emendamento cancella la contestata tassa sul medico di 85 mila lire. Ora deciderà la Camera Ma la Garavaglia: lo riproporremo ROMA. La Commissione affari sociali seppellisce con un emendamento il tanto contestato ticket di 85 mila lire per il medico di famiglia. Ma la Garavaglia non si arrende: «Il governo si adopererà in aula per vanificare l'emendamento approvato ieri». E di fronte a un forte ostruzionismo «si può ricorrere anche al voto di fiducia», tuona il ministro della Sanità. Ma a intonare il de profundis alle 85 mila lire è stata, ironia della sorte, proprio lei che con la sua assenza ha permesso il varo - nove favorevoli otto contrari dell'emendamento presentato dalle opposizioni. Una circostanza che il leghista Calderoli, primo firmatario della modifica al decerto legge, definisce «divertente». Un po' meno divertiti, anzi, decisamente arrabbiati i paladini del ticket sul medico di famiglia preoccupati della perdita per le casse dello Stato dei 1250 miliardi di gettito garantiti da questa tassa. «E' un segnale di scarsa efficienza del sistema», è il commento a caldo del democristiano Carlo Borra. «Io ho pagato e come me molta gente ha risposto positivamente al provvedimento del governo». Anche nello schieramento della maggioranza c'è chi si è ribellato. Oltre all'assenza della Garavaglia infatti a far pendere la bilancia dalla parte degli «abrogazionisti» è stato il voto del socialista Bottini che si è espresso a favore della proposta di modifica. Ma la telenovela sulle 85 mila lire non è ancora finita. Adesso l'ultima parola spetta all'aula. E a questa si affidano le speranze di chi proprio non vuole dire addio a questo balzello. La battaglia si prospetta dura: «Sarebbe una presa in giro se l'aula confermasse l'abolizione della tassa, ma non credo che lo farà», si augura Borra che sottolinea le difficoltà che si verrebbero a creare per la restituzione della quota ai cittadini che la hanno già versata. Nessu problema per la restituzione delle 85 mila lire invece secondo Augusto Battaglia, membro pidiessino della commissione Affari sociali della Camera: «i versamenti si potrebbero defalcare dalla prossima dichiarazione dei redditi». Battaglia è soddisfatto del «blitz» di ieri, «un risultato importante», e annuncia che già nella prossima riunione della commissione il suo partito presenterà «una proposta per il recupero delle quote e per compensare i 1250 miliardi di versamenti che vengono a mancare». «Abbiamo vinto una battaglia importante - commenta il deputato della quercia -, speriamo che adesso finalmente il governo recepisca la volontà del Par¬ lamento e della gente di abolire questo ticket ingiusto e non presenti in aula un emendamento che sopprima il nostro emendamento». Un gioco di parole che significa sostanzialmente che il governo questi 1250 miliardi li vuole tutti, maledetti e subito. Comunque entro il trentuno ottobre, termine per il pagamento. Ma le alternative per il recupero di questi soldi necessari alle Regioni secondo Battaglia esistono. «Basterebbe tassare lievemente i redditi superiori a 100 milioni - un contributo di solidarietà - e agire sulla leva del risparmio». Non ne vuol sapere la Garavaglia che giudica l'ultima sonora bocciatura del ticket un «incidente di percorso destinato a rientrare». I commenti favorevoli all'emendamento «annulla 85mila lire» sono stati tanti. Anche da parte di chi, come il sottosegretario alla Sanità Publio Fiori ha votato per il mantenimento del balzello: «Ho difeso d'ufficio il decreto ma è necessario riconoscere che questo provvedimento non solo non è gradito ma presenta anche qualche aspetto che mette in dubbio la sua costituzionalità. Credo che sia sbagliato che il governo proceda ancora in questo scontro con il Parlamento e con l'opinione pubblica». E ancora una volta le opinioni di ministro e sottosegreta¬ rio non si incontrano. Problemi di incomunicabilità. E cantano vittoria anche alla Lega. «La logica ha prevalso sull'arroganza», dichiara soddisfatto Franco Fiorentini responsabile della Sanità del carroccio. E avverte: «Se la camera non confermerà la decisione della commissione saremo costretti a intraprendere una dura battaglia per la difesa dei diritti dei cittadini». E dal Friuli Venezia Giulia intanto il presidente della regione, leghista, annuncia che se la Camera abrogherà il ticket «i soldi versati dai contribuenti saranno restituiti al più presto». Maria Corbi Manca il ministro, abolito il ticket Il ministro della Sanità Garavaglia insiste: la tassa sul medico va pagata

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