ALLEGRE E STAGIONATE ANNO ALLA RISCOSSA

ALLEGRE E STAGIONATE \ANNO ALLA RISCOSSA ALLEGRE E STAGIONATE \ANNO ALLA RISCOSSA stellate da croste sanguinanti di un forsennato mangiatore di unghie. Repulsione (certo reciproca), e il conto è saldato. Ma, allora, si tratta più che altro di vendicatrici. Proprio così: le signore di questi racconti sono indomabili vecchie che, ciascuna a suo modo, ristabiliscono con il resto del mondo l'equilibrio implacabilmente rotto dagli anni, soprattutto si ribellano «all'indifferenza di chi le vorrebbe lasciar vegetare in un angolo immoto dell'esistenza». Vendette superbe: una madre relegata in ospizio dal figlio egoista e nevrotico lo punisce fingendosi demente e non più in grado di riconoscerlo; una vedova, liberata da un interminabile «matrimonio felice», improvvisamente rifiorisce, riscopre la musica e i viaggi, e va ripetendo all'infinito «è così bello, è così bello...»; una moglie, dopo ventanni di manicomio nel quale il marito adultero l'ha fatta rinchiudere, alla morte di lui, torna, intatta, nella casa sul mare a riprendere la vita dal punto in cui si era interrotta: i bagni d'estate, la ginnastica, un po' di beauté, la cura del giardino. Ci sono poi la testimone di un tradimento che inchioda, dopo quarantanni, l'ebrea del ghetto delatrice per i nazisti; e le due amiche che decidono di far morire una compagna paralizzata e male assistita da un partner idiota, facendole vivere un'ultima giornata di festa con cibo, vino e canzoni. E, più sottile di tutte, c'è infine la rivincita della quasi barbona, una di quelle creature rimpicciolite, in piedi per miracolo, tutte ossa e vene azzurre che ruba sistematicamente nel supermarket e, scoperta, risponde con una denuncia per sequestro di persona. «Certo, non sono donnine tenere, le mie giovanotte dai capelli bianchi - ammette Elena Gianini che con questo libro si conferma narratrice di nerbo, nutrita della lunga esperienza di psicologa, sempre "dalla parte delle bambine", come recitava il suo famoso bestseller di vent'anni fa -. Ma perché dovrebbero? Il mondo è durissimo verso la donna vecchia, la espelle, la rende invisibile. Quindi: o soccombere o reinventarsi un ultimo pezzo di vita». Che sarà, comunque, giudicato trasgressivo, se non ridicolo e assurdo, per il solo fatto di non essere previsto e di venire costruito giorno per giorno da chi «c'è» mentre in fondo «non dovrebbe esserci». Un libro pieno di regolamenti di conti, dove mancano quasi del tutto mitezza, sospiri, malinconia, sorrisi e bontà. Infatti, si chiede l'autrice, «chi ha deciso che le vecchie debbano essere dolci e virtuose?». Un .universo di color «nero» mitigato, o magari accentuato?, da un paesaggio di perfetta chiarità e normalità. E dove, al contrario di quanto ci si potrebbe aspettare, gli uomini, almeno all'apparenza, non sono bersagliati più di tanto. La Gianini Belotti si accontenta di lasciarli in sottofondo, comprimari sbiaditi o, quando proprio la situazione lo richiede, di farne dei manichini, come nel caso del boss delinquente e porcaccione. In realtà, gli applica il massimo della pena. «Ma no, nessuna pena, nessuna condanna, solo realismo. Un giorno o l'altro gli uomini dovranno porsi seriamente qualche domanda, chiedersi chi sono, che cosa vogliono, confrontarsi davvero con le donne. Sarebbe utile cominciare subito. Ma per ora, è chiaro che quasi nulla sta avvenendo, gli uomini continuano a dare poco, troppo poco. Ancora e sempre profondamente conformista, il pianeta uomo al momento non si presenta per nulla interessante». Certo più stimolanti, più nuove, appaiono queste nonne sovversive, coraggiose non meno

Persone citate: Elena Gianini, Gianini Belotti