Appena usciti

Appena usciti Appena usciti Michael Ende m ■fPj Marco Ixxtoli: pulii) lini da Einaudi «Grande Circo Invalido»; qui a sinistra, un disegno diFelUni maturità. Ma Sara si è perduta, è diventata una luce fievole e lontana che accentua semmai l'oscurità in cui si trovano a vivere gli amici, la loro assoluta marginalità. Tratteggiando le maschere principali, ho già fornito un'idea del romanzo che trova sviluppo e scansione attraverso tre azioni che si potrebbero definire, musilianamente, «parallele», non dal punto di vista della solennità e macchinosità, ma dell'inutilità e dell'incompiutezza. Prima danno inutilmente l'assalto al presepe di San Pietro per rubare il Bambin Gesù, vogliono impedire che «finisca in croce, con le spine in testa, a consacrare tutto il dolore della storia». Poi preparano un atten¬ tato dinamitardo contro la scuola, al quale rinunciano per distrazione picaresca, per essersi abbandonati al piacere di una sbornia, di una beffa vendicativa. Fallisce anche il grande circo che piantano in una piazza di paese, dove una compagnia di mutilati e inabili dovrebbero dare esibizione di destrezza in una qualche arte, dimostrare di esserci e di contare sotto il tendone della vita. Sono loro tre a raccontare la storia, passandosi il testimone da un capitoletto all'altro, salvo congiungersi nella volata finale quando si tocca il mistero di Sara - e disgiungersi un'altra volta, alla conclusione dell'avventura stranita e mesta. Lodoli sa disporre e mano- vrare i suoi materiali con grande bravura, come e anche più che nei Fannulloni e Crampi, i romanzi che compongono con questo una ideale trilogia. Quanto al timbro e al colore, è come se spalmasse su un paesaggio umanamente brullo, scostante e ignobile pennellate di favola, intrise di tenerezza e umorismo, che non di rado, reagendo con il sottofondo, diventa grottesco. Forse, accettando le suggestioni del titolo, e pensando ai gesti marcati dei personaggi, si potrebbe parlare di clownerie. Il limite del romanzo è nella insistita leggerezza e nel candore un poco artificioso del terzetto, nelle conclusioni che si affannano alla ricerca dell'esemplarità. La sua forza, Félìx Fénéon: scoprì Rùnbaud, fu grande amico degli Impressionisti

Persone citate: Einaudi, Gesù, Lodoli, Michael Ende