Si tenne due miliardi dell'eredità di A. G.

Si tenne due miliardi dell'eredità In pretura direttore di banca contro i parenti che reclamano il patrimonio Si tenne due miliardi dell'eredità Accusato l'amministratore di una ricca signora Processo in pretura al direttore di un'agenzia del Banco di Napoli accusato di essersi appropriato di 1890 milioni di un'anziana signora svizzera morta nel 1992. Ieri si è svolta la prima udienza contro Enrico Castellano, 51 anni, difeso dagli avvocati Antonio Foti e Botto. Contro, oltre al pm Barbieri, ben tre legali, rappresentanti di altrettanti parti lese: gli avvocati Rossomando per una nipote della signora (Rosita Tamagni), Santoni per un altro parente (Ugo Tamagni) e Piacentino per l'amministratore giudiziario dell'eredità, il dottor Astolfi di Locarno. Si preannuncia, davanti al pretore Pevron, un aggerrito dibattimento. La prosimma udienza è stata fissata perii 18 ottobre. Vi sono di mezzo due testamenti e un'ingente eredità con¬ tesa a colpi di carta bollata fra la Svizzera e Torino. Il valore minimo del patrimonio, lasciato dalla signora Evelina Vanetti Marcianelli, è stato stimato in base ai soli valori catastali (sempre arretrati) in almeno 10-12 miliardi di lire. In un primo testamento l'attuale imputato veniva citato come erede di metà dei beni immobili e non. Nel secondo atto Castellano è scomparso, escluso da ogni beneficio. Nel frattempo aveva sottratto alle richieste della novantunenne cittadina elvetica i 1890 milioni investiti in buoni fruttiferi, certificati di deposito e titoli di Stato che il bancario amministrava da anni. Esattamente dal 1980. La signora Marcianelli, che aveva a Torino una sorella sposata a uno dei banchieri Grasso, veniva dalla Svizzera a curare i propri interessi, frutto anch'essi di eredità ricevute. Qui possedeva prestigiosi immobili in piazza San Carlo, via Lagrange e in altre strade del centro. In banca conobbe Enrico Castellano, che seppe ottenerne la completa fiducia, sino a diventarne l'amministratore torinese, con una procura speciale per movimentare il denaro della signora. Nel 1991, non è chiaro perché, l'anziana donna decise di revocare il mandato fiduciario a Castellano e gli chiese la restituzione dei propri averi. Il bancario si tenne il denaro. Dopo la morte della signora, fioccarono le denunce da entrambe le parti. Un processo è in corso in Svizzera, mentre a Torino un procedimento per circonvenzione d'incapace è stato archiviato. Ora siamo al terzo atto giudiziario, [a. g.]

Luoghi citati: Locarno, Svizzera, Torino